vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Marco Antonio e Ottaviano
Dopo la morte di Cesare, Marco Antonio (il suo braccio destro), salì al consolato e lesse pubblicamente il testamento del dittatore che prevedeva una generosissima donazione a favore dei suoi legionari e della gente povera di Roma. Per i romani Cesare era dunque diventato un “semidio”, essi trasformarono i suoi funerali in manifestazioni popolari che fecero scappare i congiurati. Nel 43 a.C. il senato approvò la divinizzazione di Cesare che divenne il divino Giulio.
I Nuovi protagonisti
Il vuoto di potere lasciato dal dittatore “trasformò la lotta politica in una complessa partita a scacchi”, vi erano due protagonisti:
• Marco Antonio: Generale e braccio destro di Cesare, tentò di presentarsi come suo successore
• Gaio Ottavio/ Gaio Giulio Cesare Ottaviano: era il figlio adottivo di Cesare (parente perché figlio di una delle sue sorelle) e aveva ricevuto le sue immense fortune economiche, egli aveva preso il suo nome per rivendicare la diretta discendenza
Ottaviano rivelò subito le sue raffinate capacità politiche, egli aveva lasciato l’Epiro alla notizia della morte di Cesare, facendo ritorno a Roma dove prima arruolò alcune legioni, poi attirò il favore della plebe grazie a donazioni di denaro infine conquistò le simpatie di molti senatori che avevano paura delle tentazioni dittatoriali di Marco Antonio, tra questi vi era Cicerone (parte di Ottaviano)
I congiurati, Ottaviano e Antonio
Gli uccisori di Cesare potevano contare sul senato, il quale però non riusciva a riprender in mano il controllo della situazione, i congiurati quindi scapparono in oriente, cercando di reclutare gente.
Intanto i seguaci di cesare, guidati da Marco Antonio, chiedevano la condanna degli omicidi minacciando la rivolta popolare.
Si arrivò ad un “compromesso” per evitare un nuovo scontro civile tra senato, che ottenne l’amnistia per i congiurati dai cesariani, e Antonio. Tuttavia, nel 43 a.C. la situazione precipitò quando Antonio pretese il proconsolato della Gallia Cisalpina al posto della Macedonia, che gli era stata assegnata, Cicerone intervenne contro Antonio (Filippide) dichiarandolo nemico della patria.
Decimo Bruto, uno dei congiurati, legittimo governatore della Gallia non voleva abbandonare il suo incarico, Antonio quindi invase la Gallia con le sue legioni, iniziò una guerra civile.
La Guerra Civile: I due si scontrarono nei pressi di Modena, il senato mandò un esercito a cui si unirono anche le truppe di Ottaviano in soccorso di Bruto, La battaglia si concluse con la sconfitta di Antonio che si ritirò nella Gallia Narbonense, dove poteva contare su Marco Emilio Lepido.
Ottaviano tornò a Roma e ritenne il diritto di chiedere il consolato, al netto rifiuto del senato si presentò in armi alle porte di Roma riuscendo poi a farsi assegnare il consolato dai comizi, il suo primo atto fu la cancellazione dell’amnistia concessa ai congiurati.
Secondo triumvirato
Cicerone e il senato facevano affidamento sulle truppe di Ottaviano per sconfiggere Antonio, egli, tuttavia, non apprezzava la politica della maggioranza dei senatori, favorevole ai congiurati, quindi strinse un accordo con Antonio e Lepido dando vita al Secondo Triumvirato che a differenza del primo (che era segreto) era un accordo pubblico di cui l’obbiettivo era varare un nuovo ordinamento e saldare i conti con la l’aristocrazia conservatrice (responsabile della morte di Cesare), essi usarono un metodo crudele di lotta politica: le liste di proscrizione, elenchi pubblici di “nemici dello Stato” creare da Silla e come ai suoi tempi di nuovo Roma cadde nel terrore. Tra le vittime delle proscrizioni vi fu anche Cicerone che morì ne 43 a.C. e la sua testa fu esposta nei rostri (palchi) del Foro (piazza).
Per liquidare anche le ultime resistenze di congiurati vennero sconfitte nel 42 a.C. a Filippi dove le legioni di Antonio e Ottaviano, nonostante fossero in minoranza numerica, sbaragliarono quelle di Marco Bruto e Cassio, che si suicidarono. Con la loro morte Roma cadde nelle mani dei triumviri.
Vittoria di Ottaviano e la fine della repubblica
Nel 40 a.C. i triumviri decisero di dividersi i domani romani in tre aree di influenza:
• Antonio avrebbe governato sulle provincie orientali
• Ottaviano sull’Italia e sulle provincie occidentali
• Lepido avrebbe ottenuto il governo dell’Africa
L’accordo fu sancito tra il matrimonio di Antonio e Ottavia, sorella di Ottaviano.
Antonio si trasferì ad Alessandria d’Egitto, dove impiegò un’azzardata politica espansionistica nel Vicino Oriente. Ottaviano rimase a Roma dove consolidò il suo prestigio. Lepido invece fu eletto pontefice massimo (morirà nel suo letto nel 12 a.C.)
Antonio e Cleopatra
Antonio in Egitto si legò sentimentalmente alla regina Cleopatra, nel 37 celebrò uno sfarzoso matrimonio con ella, Antonio assunse le abitudini e costumi egizi, molto lontani dalle tradizioni romane, in particolare, iniziò a comportarsi come un sovrano assoluto, spartendo e attribuendo terre come se fossero stati suoi beni privati. Cleopatra sperava di rafforzare il prestigio dei Tolomei e di garantire all’Egitto una posizione dominante nel Vicino Oriente, mentre Antonio sperava di metter le mani sulle ricchezze egizie.
Le spedizioni ebbero risultati assai limitati:
-Antonio occupò il debole regno dell’Armenia
-Nel 36 a.C. svolse una spedizione contro i Parti, dove perse
Egli riorganizzò poi le regioni orientali, confinanti con le province romane, in una federazione di monarchie, protette da Roma e a capo Cleopatra, proclamata Regina dei Re. Al suo trono fu unito il figlio di Cesare (Tolomeo Cesare). Antonio segnò nel suo testamento che le provincie romane, come se fossero sue, dovessero andare in eredità ai due figli avuti con Cleopatra. Quest’ultima frase non sappiamo se il detto sia vero oppure falso.
Roma contro Antonio e Cleopatra
Il comportamento di Antonio provocò a Roma un grande scandalo, la concezione dinastica del potere a cui egli aveva aderito era del tutto estranea a Roma, la condanna di Antonio fu alimentata da Ottaviano che lo vedeva come un traditore il qual non rispettava né gli impegni pubblici né quelli matrimoniali: lo accusò di voler trasformare i domini romani in una monarchia di tipo orientale. Ottaviano si presentò come il difensore delle tradizione e riuscì ad orientare verso di lui i consensi dell’oligarchia senatoria e dei ricchi ceti italici. Ad accrescere la popolarità di Ottaviano fu l’episodio nel 36 a.C.: la brillante vittoria che Ottaviano aveva riportato su Sesto Pompeo, figlio di Pompeo, che aveva ostacolato i rifornimenti di beni alimentari verso la capitale. Per Ottaviano era ormai giunto il momento di sbarazzarsi del nemico
Nel 32 a.C. il senato e le più importanti città italiche dichiararono guerra a Cleopatra, facendo così la guerra non appariva come un conflitto tra fazioni opposte ma come una guerra per difendere i valori di Roma contro il mondo orientale, inoltre Antonio fu dichiarato nemico della patria.
Cleopatra e Antonio ammassarono i loro eserciti che erano più numerosi delle legioni romane, ma Ottaviano contava su soldati ben addestrati e un abile generale: Marco Agrippa.
Nel settembre del 31 a.C. nelle acque dell’Azio si affrontarono mille navi e più di 50 legioni, e la flotta di Ottaviano ne uscì vincitrice. Cleopatra ed Antonio si suicidarono.
Ottaviano signore di Roma
L’Egitto divenne dominio romano (31 a.C. Egitto di Ottaviano) e Roma riunificò sotto il proprio potere il Mediterraneo occidentale e orientale. Ottaviano a 32 anni era padrone di Roma (durerà fino al 14 d.C.).
I romani chiedevano al loro nuovo signore pace e stabilità politica/economico e la classe dirigente era ormai pronta ad assegnare il potere nelle mani di uno solo.
La vittoria di Ottaviano fu l’inizio di una nuova epoca della storia di Roma: la storia dell’Impero.
Marco Antonio e Ottaviano
Dopo la morte di Cesare, Marco Antonio (il suo braccio destro), salì al
consolato e lesse pubblicamente il testamento del dittatore che
prevedeva una generosissima donazione a favore dei suoi legionari e
della gente povera di Roma. Per i romani Cesare era dunque diventato un
“semidio”, essi trasformarono i suoi funerali in manifestazioni popolari che
fecero scappare i congiurati. Nel 43 a.C. il senato approvò la divinizzazione di
il divino Giulio.
Cesare che divenne
I Nuovi Protagonisti: “trasformò la lotta politica in una
Il vuoto di potere lasciato dal dittatore
complessa partita a scacchi”, vi erano due protagonisti:
Marco Antonio: Generale e braccio destro di Cesare, tentò di
presentarsi come suo successore
Gaio Ottavio/ Gaio Giulio Cesare Ottaviano: era il figlio adottivo di
Cesare (parente perché figlio di una delle sue sorelle) e aveva ricevuto le
sue immense fortune economiche, egli aveva preso il suo nome per
rivendicare la diretta discendenza
Ottaviano rivelò subito le sue raffinate capacità politiche, egli aveva lasciato
l’Epiro alla notizia della morte di Cesare, facendo ritorno a Roma dove prima
arruolò alcune legioni, poi attirò il favore della plebe grazie a donazioni di
denaro infine conquistò le simpatie di molti senatori che avevano paura
delle tentazioni dittatoriali di Marco Antonio, tra questi vi era Cicerone
(parte di Ottaviano)
I congiurati, Ottaviano e Antonio:
Gli uccisori di Cesare potevano contare sul senato, il quale però non riusciva a
riprender in mano il controllo della situazione, i congiurati quindi scapparono
in oriente, cercando di reclutare gente.
Intanto i seguaci di cesare, guidati da Marco Antonio, chiedevano la condanna
degli omicidi minacciando la rivolta popolare.
Si arrivò ad un “compromesso” per evitare un nuovo scontro civile tra
senato, che ottenne l’amnistia per i congiurati dai cesariani, e Antonio.
Tuttavia, nel 43 a.C. la situazione precipitò quando Antonio pretese il
proconsolato della Gallia Cisalpina al posto della Macedonia, che gli era stata
assegnata, Cicerone intervenne contro Antonio (Filippide) dichiarandolo
nemico della patria.
Decimo Bruto, uno dei congiurati, legittimo governatore della Gallia non
voleva abbandonare il suo incarico, Antonio quindi invase la Gallia con le sue
legioni, iniziò una guerra civile.
La Guerra Civile: I due si scontrarono nei pressi di Modena, il senato
mandò un esercito a cui si unirono anche le truppe di
Ottaviano in soccorso di Bruto, La battaglia si concluse
con la sconfitta di Antonio che si ritirò nella Gallia
Narbonense , dove poteva contare su Marco Emilio Lepido .
Ottaviano tornò a Roma e ritenne il diritto di chiedere il consolato, al netto
rifiuto del senato si presentò in armi alle porte di Roma riuscendo poi a farsi
assegnare il consolato dai comizi, il suo primo atto fu la cancellazione
dell’amnistia concessa ai congiurati.
Secondo triumvirato:
Cicerone e il senato facevano affidamento sulle truppe di Ottaviano per
sconfiggere Antonio, egli, tuttavia, non apprezzava la politica della
maggioranza dei senatori, favorevole ai congiurati, quindi strinse un
accordo con Antonio e Lepido dando vita al Secondo Triumvirato che a
differenza del primo (che era segreto) era un accordo pubblico di cui
l’obbiettivo era varare un nuovo ordinamento e saldare i conti con la
l’aristocrazia conservatrice (responsabile della morte di Cesare), essi
usarono un metodo crudele di lotta politica: le liste di proscrizione, elenchi
“nemici dello Stato”
pubblici di creare da Silla e come ai suoi tempi di nuovo
Roma cadde nel terrore. Tra le vittime delle proscrizioni vi fu anche Cicerone
sua testa fu esposta nei rostri (palchi) del Foro
che morì ne 43 a.C . e la
(piazza ).
Per liquidare anche le ultime resistenze di congiurati vennero sconfitte nel
42 a.C. a Filippi dove le legioni di Antonio e Ottaviano, nonostante fossero in
minoranza numerica, sbaragliarono quelle di Marco Bruto e Cassio , che si
suicidarono. Con la loro morte Roma cadde nelle mani dei triumviri.
Vittoria di Ottaviano e la fine della repubblica:
Nel 40 a.C. i triumviri decisero di dividersi i domani romani in tre aree di
influenza:
Antonio avrebbe governato sulle provincie orientali
Ottaviano sull’Italia e sulle provincie occidentali
Lepido avrebbe ottenuto il governo dell’Africa
L’accordo fu sancito tra il matrimonio di Antonio e Ottavia, sorella di
Ottaviano.
Antonio si trasferì ad Alessandria d’Egitto, dove impiegò un’azzardata politica
espansionistica nel Vicino Oriente. Ottaviano rimase a Roma dove consolidò
il suo prestigio. Lepido invece fu eletto pontefice massimo (morirà nel
suo letto nel 12 a.C.)
Antonio e Cleopatra
Antonio in Egitto si legò sentimentalmente alla regina Cleopatra, nel 37
celebrò uno sfarzoso matrimonio con ella, Antonio assunse le abitudini e
costumi egizi, molto lontani dalle tradizioni romane, in particolare, iniziò a
comportarsi come un sovrano assoluto, spartendo e attribuendo terre come
se fossero stati suoi beni privati. Cleopatra sperava di rafforzare il prestigio
dei Tolomei e di garantire all’Egitto una posizione dominante nel Vicino Oriente,
mentre Antonio sperava di metter le mani sulle ricchezze egizie.
Le spedizioni ebbero risultati assai limitati:
Antonio occupò il debole regno dell’Armenia
Nel 36 a.C. svolse una spedizione contro i Parti, dove perse
Egli riorganizzò poi le regioni orientali, confinanti con le province romane, in
una federazione di monarchie, protette da Roma e a capo Cleopatra,
proclamata Regina dei Re. Al suo trono fu unito il figlio di Cesare (Tolomeo
Antonio segnò nel suo testamento che le provincie romane, come se
Cesare).
fossero sue, dovessero andare in eredità ai due figli avuti con Cleopatra.
Quest’ultima frase non sappiamo se il detto sia vero oppure falso.
Roma contro Antonio e Cleopatra
Il comportamento di Antonio provocò a Roma un grande scandalo, la
concezione dinastica del potere a cui egli aveva aderito era del tutto
estranea a Roma, la condanna di Antonio fu alimentata da Ottaviano che lo
vedeva come un traditore il qual non rispettava né gli impegni pubblici né
quelli matrimoniali: lo accusò di voler trasformare i domini romani in una
monarchia di tipo orientale.
Ottaviano si presentò come il difensore delle tradizione e riuscì ad orientare
verso di lui i consensi dell’oligarchia senatoria e dei ricchi ceti italici. Ad
accrescere la popolarità di Ottaviano fu l’episodio nel 36 a.C.: la brillante
vittoria che Ottaviano aveva riportato su Sesto Pompeo, figlio di Pompeo,
che aveva ostacolato i rifornimenti di beni alimentari verso la capitale.
Per Ottaviano era ormai giunto il momento di sbarazzarsi del nemico
Nel 32 a.C. il senato e le più importanti città italiche dichiararono guerra a
facendo così la guerra non appariva come un conflitto tra
Cleopatra,
fazioni opposte ma come una guerra per difendere i valori di Roma
contro il mondo orientale , inoltre Antonio fu dichiarato nemico della
patria.
Cleopatra e Antonio ammassarono i loro eserciti che erano più numerosi delle
legioni romane, ma Ottaviano contava su soldati ben addestrati e un abile
generale: Marco Agrippa.
Nel settembre del 31 a.C. nelle acque dell’Azio si affrontarono mille navi e
più di 50 legioni, e la flotta di Ottaviano ne uscì vincitrice. Cleopatra ed
Antonio si suicidarono.
Ottaviano signore di Roma
L’Egitto divenne dominio romano (31 a.C. Egitto di Ottaviano) e Roma
riunificò sotto il proprio potere il Mediterraneo occidentale e orientale.
Ottaviano a 32 anni era padrone di Roma (durerà fino al 14 d.C.).