Concetti Chiave
- Il cittadino romano aveva tre nomi distintivi: prenome, nomen e cognomen, che identificavano rispettivamente il nome personale, la gens e la famiglia.
- L'educazione dei fanciulli era a carico dei genitori, concentrata su lettura, scrittura, contabilità, diritto e formule rituali, con la protezione della bulla.
- Nella tarda Repubblica e nel periodo imperiale, l'istruzione si ampliò includendo scuole private per i ricchi, che studiavano anche il greco.
- La scrittura avveniva su pergamene e papiro, mentre i ricchi collezionavano volumi in biblioteche; la carta non era ancora utilizzata.
- A diciassette anni, gli adolescenti diventavano cittadini liberi, indossando la toga e ottenendo il diritto di servire nelle legioni e partecipare alla vita pubblica.
Indice
Nomi e identità dei cittadini romani
Il cittadino romano portava tre nomi: il primo era il prenome, cioè il nome personale; il secondo il nomem, cioè il nome della gens; il terzo il cognomen, cioè il nome della famiglia. Così Gaio Giulio Cesare aveva nome Gaio, apparteneva alla stirpe Giulia e alla famiglia dei Cesari.
Educazione e amuleti per i giovani
Il fanciullo era educato dal padre e dalla madre ed imparava le nozioni strettamente necessarie alla vita pratica: la lettura, la scrittura, la contabilità, alcune nozioni di diritto ed alcune formule rituali. Portava al collo la bulla, astuccio che conteneva amuleti, per allontanare influssi malefici.
Istruzione e cultura nell'antica Roma
Negli ultimi tempi della Repubblica e nel periodo imperiale si diede all’istruzione e alla cultura un’importanza maggiore. I giovinetti appartenenti alle famiglie più ricche frequentavano scuole private ed imparavano anche la lingua greca; molti erano addirittura inviati nell’Ellade e in Oriente ad ascoltare i più celebri maestri di retorica e i filosofi più famosi. Gli studi scientifici erano trascurati; erano coltivate soltanto le lettere, la filosofia e la giurisprudenza.
Scrittura e materiali nell'antica Roma
I Romani non conoscevano la carta fatta con stracci o con paglia e scrivevano su pelli di animali opportunamente conciate, le quali furono dette poi pergamene, perché erano, per lo più, preparate nella città di Pergamo; scrivevano anche sul papiro, carta ottenuta lavorando lo stelo di una pianta coltivata in Egitto detta appunto papiro; oppure, quando non desideravano conservare lo scritto, con uno stilo incidevano le parole su apposite tavolette spalmate di cera.
Biblioteche e ginnastica romana
I ricchi possedevano biblioteche fornite di migliaia di volumi. Il volume (volumen dal verbo volvere, arrotolare) era costituito da fogli di papiro arrotolati. La gioventù si esercitava anche nella ginnastica, che dai Romani era considerata come necessaria preparazione alle fatiche militari.
Passaggio all'età adulta
A diciassette anni gli adolescenti deponevano la bulla e la tunica giovanile (praetexta) e indossavano la toga: venivano così considerati liberi cittadini ed acquistavano il diritto di servire nelle legioni e di partecipare alla vita pubblica.
Domande da interrogazione
- Quali erano i tre nomi che portava un cittadino romano?
- Come veniva educato un fanciullo romano e quali erano le materie principali?
- Quali erano le differenze nell'istruzione tra le famiglie ricche e quelle meno abbienti durante il periodo imperiale?
Un cittadino romano portava tre nomi: il prenome (nome personale), il nomem (nome della gens) e il cognomen (nome della famiglia).
Il fanciullo romano era educato dai genitori e imparava lettura, scrittura, contabilità, nozioni di diritto e formule rituali, portando al collo la bulla per protezione.
I giovani delle famiglie ricche frequentavano scuole private, imparavano il greco e spesso studiavano all'estero, mentre l'istruzione scientifica era trascurata, concentrandosi su lettere, filosofia e giurisprudenza.