Concetti Chiave
- I sacerdoti etruschi erano esperti in divinazione e portavano un distintivo scettro di legno chiamato "lituo".
- Gli Etruschi interpretavano fenomeni naturali come fulmini e terremoti come messaggi divini, usando il "codice celeste" per identificarne l'origine.
- La pratica dell'aruspicina consisteva nella lettura delle viscere degli animali sacrificati, ritenuto un metodo per prevedere eventi futuri.
- Il "sortilegium" era un metodo di divinazione simile al "testa o croce", utilizzando sbarre di metallo per risposte divinatorie.
- I sacerdoti non solo prevedevano eventi, ma con i loro rituali potevano anche scongiurare avvenimenti negativi.
L'arte della divinazione etrusca
La divinazione era un’arte in cui i sacerdoti etruschi dimostravano una grande abilità. I sacerdoti erano accomunati da un segno distintivo: portavano il “lituo”, una specie di scettro di legno molto simile al pastorale, cioè al bastone ricurvo che ancora oggi viene usato dai vescovi. Le cerimonie religiose dovevano seguire un cerimoniale molto complesso e rigido.
Interpretazione dei segni celesti
Quando gli Etruschi osservavano i fulmini, i terremoti, le tempeste, le comete o i tuoni erano sicuri che le divinità stessero comunicando con gli esseri umani. Alcuni animali erano di buon auspicio, come le pecore, mentre altri, come le api, erano di cattivo presagio. Lo scopo degli Dei era di annunciare vendette, per avvertire gli uomini di un pericolo e questo lo potevano dire soltanto i sacerdoti, le uniche figure in grado di interpretare i segni divini. Per capire da quale divinità giungesse il messaggio o per definire se si trattasse di una buona o di una cattiva notizia, gli Etruschi erano soliti dividere la volta celeste in sedici parti (codice celeste), ognuna delle quali corrispondeva alla presenza di un dio. Il divinatore scrutava il cielo volgendosi verso sud, arrivando così a sapere quello che succedeva a sinistra (cioè ad Oriente) e quello che succedeva a destra (cioè ad Occidente). Nel primo caso, si trattava di un buon auspicio, mentre nel secondo, si prevedevano dei guai. Pertanto, quando cadeva un fulmine i sacerdoti potevano stabilire quale fosse la divinità che l’aveva scagliato e quale significato avesse, in funzione del giorno ed il luogo in cui il fulmine era comparso,tenendo conto della forma e del tipo di tuono che ad esso faceva seguito.
Successivamente, veniva scavata una tomba per il fulmine, nella quale era d’obbligo seppellire i resti di ciò che era stato colpito e il luogo veniva recintato in modo che nessuno rischiasse di calpestarlo perché avrebbe portato cattiva sventura.
Aruspicina e sortilegium
Un’altro ramo dell’arte divinatoria era l’aruspicina, cioè la lettura delle viscere degli animali. Gli aruspici, che avevano il capo ricoperto da una specie di cappello legato sotto il mento, leggevano i polmoni, la milza, il cuore, ma soprattutto il fegato in quanto ritenevano che la sua forma fosse molto simile a quella della volta celeste. Fra l’altro anch’esso era diviso in sedici parti come la volta celeste. Gli organi venivano prelevati dalle pecore, dai buoi o dai cavalli sacrificati. Essi ne osservavano la forma, le dimensioni e i difetti in modo da prevedere lutti, disgrazie, per rivelare l’esito di un’impresa particolarmente difficile oppure i rimedi necessari contro un pericolo che si faceva imminente. Coloro che richiedevano una risposta a una domanda ben precisa, ricorrevano al “sortilegium”. Si trattava di una sorta di “testa o croce” moderno, ma invece di lanciare una moneta si lanciavano delle piccole sbarre (sortes )di metallo che fornivano il responso in funzione della posizione assunta in cui cadevano. Tuttavia, occorre precisare che i sacerdoti etruschi non si sentivano in balìa del divino. Con i loro rituali, erano anche in grado non solo di prevedere,ma anche di scongiurare un evento, nel caso in cui esso si fosse rivelato funesto. In pratica, essi disponevano di una specie di potere per piegare i prodigi ai propri fini.
Domande da interrogazione
- Qual era il ruolo dei sacerdoti etruschi nella divinazione?
- Come gli Etruschi interpretavano i segni celesti?
- Qual era il significato della sepoltura del fulmine?
- In cosa consisteva l'aruspicina?
- Qual era l'approccio degli Etruschi verso il divino?
I sacerdoti etruschi erano esperti nell'arte della divinazione, interpretando i segni divini come fulmini e terremoti per comunicare con le divinità e prevedere eventi futuri.
Gli Etruschi dividevano la volta celeste in sedici parti, ognuna associata a una divinità, per determinare se un evento fosse di buon o cattivo auspicio.
Dopo la caduta di un fulmine, veniva scavata una tomba per seppellire i resti colpiti, e il luogo veniva recintato per evitare cattiva sventura.
L'aruspicina era la lettura delle viscere degli animali sacrificati, come il fegato, per prevedere eventi futuri e fornire risposte a domande specifiche.
Gli Etruschi non si sentivano in balìa del divino; attraverso i loro rituali, potevano non solo prevedere ma anche scongiurare eventi funesti.