
Il primo fra i due grandi dolci natalizi italiani - Panettone e Pandoro - a comparire sulle tavole fu senza dubbio il panettone. Le sue origini si perdono nel tempo, addirittura fra Medioevo e Rinascimento, molto prima rispetto al pandoro moderno, che arrivò ufficialmente solo nel tardo Ottocento.
Perciò, se qualcuno ti chiede “Chi è più antico?”, la risposta è chiara: il panettone. Scopriamo come si è evoluta la storia di questi due miti del Natale italiano.
Indice:
Origini del panettone: da focacce natalizie a dolce simbolo
Le tracce più antiche riconducibili al panettone risalgono al XVI secolo: in un registro del collegio Borromeo di Pavia datato 1599 si nota che per il pranzo di Natale venivano preparati “pani grossi” con burro, uvetta e spezie, probabile progenitore del panettone moderno.
Da allora la ricetta si è trasformata: il 'pan di Toni', secondo una leggenda popolare, sarebbe l’antenato del dolce. L’idea era di arricchire il pane con burro, uova, zucchero e frutti, rendendolo un dolce per festeggiare, probabilmente solo nelle classi più agiate.
È solo nei primi decenni del Novecento, grazie a pasticcieri come Angelo Motta, che il panettone assunse la forma attuale, alta e soffice, con lunga lievitazione, massa madre e guscio cilindrico con cupola.
Così il panettone si è impadronito del Natale italiano: non più un semplice pane arricchito, ma un dolce identitario, ricco di frutta, uvetta e spezie, simbolo delle feste e di convivialità.
Pandoro: una nascita tardiva e una storia da reinventare
Il pandoro fa il suo ingresso ufficiale nelle cronache a partire dal 1894, quando Domenico Melegatti, pasticcere veronese, depositò il brevetto per un dolce morbido, dorato, a forma di tronco stellato a otto punte: il pandoro come oggi lo conosciamo.
Le sue radici sono probabilmente più antiche: alcuni dolci veneti natalizi come il 'nadalin' risultano esistenti da secoli e condividono alcune caratteristiche con il pandoro.
Tuttavia, è solo con Melegatti che il pandoro viene codificato, senza frutta candita né uvetta, con impasto ricco di burro e uova, spolverato di zucchero a velo e pensato per evocare la neve e le feste.
Per questo motivo, nonostante entrambi siano oggi classici del Natale, il pandoro arriva oltre 300 anni dopo le prime tracce del panettone.

Differenze sostanziali: ingredienti, sapore e tradizione
Il panettone e il pandoro si distinguono non solo per l’età, ma per ingredienti, sapori e spirito. Ecco le differenze principali:
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Ingredienti e impasto: il panettone prevede uvetta e frutta candita, un impasto più complesso, lunga lievitazione; il pandoro punta su un impasto ricco di burro, uova e zucchero ma senza frutta.
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Aspetto: il panettone ha forma cilindrica con cupola alta; il pandoro si riconosce per la sua silhouette a stella/tronco, con otto punte, e la spolverata di zucchero a velo.
- Sapore e consistenza: il panettone ha gusto ricco, aromatico, grazie a frutta e spezie, e struttura compatta ma soffice; il pandoro è più delicato, burroso, con mollica chiara e vaporosa.
Perché il panettone viene prima e come è diventato il classicone del Natale
La ragione per cui storicamente il panettone precede il pandoro è evidente: le sue radici affondano in usanze natalizie molto antiche, diffuse soprattutto nella Lombardia e in zone vicine, quando la pasta ricca e i 'pani grossi' erano già considerati un lusso natalizio.
Col tempo, il panettone si è evoluto, raffinato e impadronito del Natale, diventando un simbolo condiviso in tutto il Paese. Solo alla fine dell’Ottocento qualcuno tentò - a Verona - di offrire una variante: un dolce più semplice, più 'veneto', che oggi conosciamo come pandoro.
Così il panettone non è solo più antico, ma ha avuto il tempo di sedimentarsi nella tradizione natalizia, assumere molte versioni e diventare quasi indispensabile nelle feste di dicembre. Il pandoro, pur amatissimo, resta una scelta relativamente recente, nata dall’ingegno di Melegatti e dalla volontà di offrire un’alternativa al dolce milanese.