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Concetti Chiave

  • I movimenti Noglobal, inizialmente caratterizzati da una componente violenta, sono emersi durante incontri internazionali come il WTO e il G8.
  • Eventi chiave come le proteste di Seattle nel 1999 e di Genova nel 2001 hanno spinto verso una nuova strategia politica anti-globalizzazione.
  • Il World Social Forum di Porto Alegre nel 2002 ha segnato la transizione verso un movimento New Global, proponendo una globalizzazione più umana e solidale.
  • Il New Global promuove una democrazia globale partecipata e una globalizzazione dal basso, puntando a democratizzare l'economia e recuperare il controllo politico.
  • La riforma delle istituzioni internazionali, come l'ONU, è vista come essenziale per garantire che organizzazioni come il FMI e la Banca Mondiale lavorino per il bene dell'umanità intera.

Indice

  1. Le origini delle rivolte
  2. Evoluzione del movimento Noglobal
  3. Il cambiamento verso il New Global
  4. Obiettivi del New Global

Le origini delle rivolte

Le prime forme di rivolta contro la globalizzazione economica sono nate soprattutto in occasione degli incontri del WTO e del G8 e hanno avuto un carattere eversivo piuttosto marcato, la prevalenza di una componente violenta, jha portato a fenomeni di vandalismo o di attività commerciali simbolo della globalizzazione (come i fast food o gli store delle principali marche in franchising).

Evoluzione del movimento Noglobal

I movimenti Noglobal più importanti sono quelli di Seattle nel 1999 e di Genova nel 2001.

Dal punto di vista sociologico, è utile sottolineare una forte correlazione fra cultura Noglobal e una certa tradizione terzomodista, che attraversa le diverse anime del movimento.

Il cambiamento verso il New Global

I fatti di Seattle, e soprattutto quelli di Genova, hanno indotto una profonda modificazione della strategia politica anti-global, che trova una sua prima affermazione nel World Social Forum di Porto Alegre, in Brasile, nel 2002. Nel forum internazionale convengono soggetti appartenenti a varie correnti ideologiche e si consolida l'idea che il "Popolo di Seattle" non debba solo protestare contro le istituzioni globali ma abbia anche la possibilità di contribuire a realizzare una globalizzazione di tipo nuovo ed affermare che un altro mondo, meno inumano e più solidale è possibile.

Così l'atteggiamento dei gruppi impegnati nella lotta contro la globalizzazione assume un carattere nuovo: da Noglobal, diventa New global, assumendosi un compito di critica costruttiva soprattutto di re-invenzione di una rete mondiale al servizio della pace e della solidarietà e sulla necessità di sensibilizzare l'opinione pubblica.

Obiettivi del New Global

Il New Global aspira a dare vita ad una democrazia globale partecipata, proponendo una globalizzazione dal basso, con l'obbiettivo di democratizzare l'economia e recuparare il controllo politico e sociale delle imprese, sulla finanzia e sulle istituzioni internazionali.

Per ottenere un simile risultato occorre agire in senso globale, mediante una Organizzazione delle Nazioni Unite resa più democratica e messa nelle condizioni di procedere alle riforme necessarie affinché il Fondo Monetario, la Banca Mondiale e WTO possano agire nel rispetto di principi e impegni finalizzati alla promozione dell'intera umanità, e non solo a favore dei paesi ricchi.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono stati i principali eventi che hanno segnato l'inizio delle rivolte contro la globalizzazione economica?
  2. I principali eventi sono stati le proteste di Seattle nel 1999 e di Genova nel 2001, caratterizzate da una forte componente eversiva e violenta.

  3. Come si è evoluta la strategia politica del movimento anti-globalizzazione dopo i fatti di Genova?
  4. Dopo Genova, la strategia si è evoluta verso un approccio più costruttivo, culminando nel World Social Forum di Porto Alegre nel 2002, dove si è consolidata l'idea di una globalizzazione più umana e solidale.

  5. Qual è l'obiettivo del movimento New Global?
  6. Il movimento New Global mira a creare una democrazia globale partecipata, proponendo una globalizzazione dal basso per democratizzare l'economia e recuperare il controllo politico e sociale delle imprese e delle istituzioni internazionali.

Domande e risposte

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