
Un cellulare dimenticato in bagno, che finisce nelle mani sbagliate. Un video privato che diventa pubblico e oggetto di scherno da parte dei compagni di scuola: il protagonista scherza davanti a uno specchio, fingendo di essere Belén Rodríguez
"Vorrei essere Belen". Non è il titolo di un programma televisivo, magari un reality show, in cui si cerca di assomigliare alla nota presentatrice argentina. Questo è il titolo del cortometraggio realizzato da ragazzi, molti non professionisti, e da due eccezionali testimonial, l’attrice Fioretta Mari e il cabarettista e attore Antonio Fiorillo, contro il bullismo e il cyberbullismo. Il filmato è stato scelto come buona pratica dalla Presidenza della Repubblica, dallo stesso Miur e dal FoNaGS, il Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola. In poco meno di 13 minuti, l’opera unisce serietà e leggerezza per trasmettere un messaggio positivo a chi si sente vittima di prevaricazioni.
Vorrei essere Belen
“Vorrei essere Belen” è stato girato a Latina in una scuola superiore come ce ne sono tante in Italia. La sceneggiatura prende spunto da tre storie vere. La prima storia è quella di Andrea Spezzacatena, il quindicenne romano vittima di false e meschine accuse in rete sulla sua identità sessuale, tristemente passato alla cronaca nel 2012 come il suicidio “del ragazzo dai pantaloni rosa”. La seconda è quella di Carolina Picchio, la quattordicenne che nel gennaio del 2013 si è tolta la vita a causa di un video girato dai sui “amici” e pubblicato in rete. La terza è infine quella di Gabriele Corazza, l’attore protagonista, un quattordicenne che ha usato la rete per lanciare un messaggio contro tutte le forme di discriminazione. Un cellulare dimenticato in bagno, che finisce nelle mani sbagliate. E un video privato che diventa pubblico e oggetto di derisione da parte dei compagni di scuola: il protagonista scherza davanti a uno specchio, fingendo di essere Belén Rodríguez.
Uniti contro il bullismo
Il cortometraggio è stato presentato al Senato nel corso dell'evento "Uniti contro il bullismo": "Il 20 settembre la Camera dei Deputati ha licenziato in seconda lettura il disegno di legge n°3139: atteso da oltre un anno, il passaggio riconsegna ora il testo al Senato”, afferma la senatrice del Partito Democratico Elena Ferrara. "Rispetto a quanto previsto all'origine, cambia l’impostazione del provvedimento nato per tutelare i minorenni, che privilegiava la prevenzione dei fenomeni di bullismo informatico e la responsabilizzazione degli adolescenti, piuttosto che l'aspetto punitivo. Estendere il provvedimento agli adulti significa di fatto compromettere l’efficacia delle procedure di rimozione dei contenuti lesivi ai danni dei nostri ragazzi, un effetto ben chiarito anche dal Garante per la Privacy e dal Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. Risultato che a Palazzo Madama avevamo raggiunto con il coinvolgimento diretto dei social network e delle aziende new media. Un lavoro nato in Commissione Diritti Umani e sviluppato assieme ai Ministeri, alla Polizia Postale, ai Garanti, all’Agcom, alle Procure minorili e a tutte le principali associazioni impegnate da anni in questa direzione. Una legge “mite”, di natura educativa e preventiva, non contro la Rete, bensì per costruire insieme alle nuove generazioni un principio di cittadinanza digitale".
Data pubblicazione 3 Novembre 2016, Ore 11:40