
A pochi giorni dall’approvazione del nuovo Decreto Legge sulla scuola, i provvedimenti presi dal Governo, appaiono ai giovani di Casa nostra abbastanza ingenerosi e poco risolutivi. Così nella settimana di riapertura della maggior parte delle scuole italiane parte la mobilitazione degli studenti.
Tra volantini distribuiti ai portoni delle scuole, primi flash-mob anche davanti al Ministero dell’Istruzione insieme ai precari, risuona nell’aria e parla a gran voce sugli striscioni esposti fuori dai principali istituti di Firenze, Roma e Torino lo slogan “Non c’è più tempo. Verso l’11 ottobre”. Perché l’Unione degli Studenti ha già programmato la prima manifestazione nazionale della stagione prevista per il prossimo 11 ottobre.GLI STUDENTI NON ASPETTANO- Non sono più disposti a temporeggiare né ad osservare in silenzio le manovre del Governo che, sebbene abbia investito tutte le buone intenzioni nel nuovo Decreto Legge sulla scuola, non è riuscito a promuovere un vero e proprio cambiamento atto a riparare alle decisioni prese in questi anni proprio ai danni dell’istruzione e della scuola pubblica. Per questo l’Unione degli Studenti ha lanciato la prima mobilitazione nazionale il prossimo 11 ottobre. Lo slogan promosso, come anche la clessidra scelta a simbolo dell’iniziativa, evidenziano come per gli studenti questo non sia più il tempo dell’attesa, ma dell’azione.
LA DENUNCIA DEGLI STUDENTI- Un’azione pacifica indirizzata allo scioglimento definitivo dei nodi fondamentali che da anni affliggono la scuola italiana. “Il DL Istruzione non ha risolto i problemi strutturali della scuola italiana, nonostante tanti buoni propositi i finanziamenti individuati dal Governo sono totalmente insufficienti. 100 mln di € coprono a malapena un terzo degli aventi diritto alla borsa di studio universitaria, 8 mln di € sono poche briciole per finanziare un sistema decente di comodato d'uso per i libri di testo”: questa la denuncia esposta dall’Unione degli Studenti, queste le parole che lasciano intendere il malumore diffuso a causa di interventi poco considerevoli alla luce dell’enorme crisi in cui versa l’istruzione e la scuola italiana.
OBIETTIVI DECISI- “Vogliamo uno Statuto degli Studenti in Stage che ci tuteli durante l'alternanza scuola-lavoro, vogliamo un piano straordinario di 15 mld di euro per mettere in sicurezza le scuole, vogliamo una legge nazionale sul diritto allo studio" : questi i punti fondamentali attorno ai quali ruota l’iniziativa promossa dall’associazione. Gli studenti non si limitano ad una sterile polemica, ma passano all’attacco promuovendo soluzioni e identificando fonti da cui trarre le risorse utili per la grande opera di “restauro”: “le risorse ci sono e vanno prelevate dai grandi sprechi che il Governo continua a sostenere: dagli F-35, alle grandi opere inutili, all'evasione fiscale, parliamo di decine di miliardi di euro di risorse sperperate ai danni della nostra generazione senza futuro”.
CONTRARI ALLA GUERRA- In questi giorni l’Unione degli Studenti ha anche fatto circolare volantini in cui si dichiara assolutamente contraria ad interventi bellici in Siria. Anche la questione siriana non va risolta, secondo quanto da loro affermato, con soluzioni militari. Al contrario convinta è la promozione di una “cultura di pace” da costruire e diffondere partendo proprio dalle scuole.
Margherita Paolini