
NOVITA' - La legge recita "l'obbligo di istruzione si assolve anche nei percorsi di apprendistato per l'espletamento del diritto dovere di istruzione e formazione". Di fatto, dunque, si potrà cominciare a lavorare come apprendisti già a 15 anni e questo varrà come se si fosse stati in classe.
COSA NE PENSA IL GOVERNO- Nei giorni scorsi il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, aveva anticipato l'intenzione di valorizzare l'apprendistato: "La mia idea è di abbassare l'età del primo impatto con il lavoro, anche con un contratto a causa mista come l'apprendistato», portando l'età di accesso dai 16 ai 15 anni".
CONTROTENDENZA- Questa novità legislativa risulta essere in controtendenza rispetto a quanto si è cercato di fare in passato, ovvero alzare l'età di obbligo scolare oltre il limite dei 14 anni. Anni fa, infatti, si voleva portare l'obbligo scolastico fino a 18 anni, come avviene in molti paesi europei. Alla fine si arrivò al compromesso dei 16 anni, che permette quindi agli studenti di frequentare almeno tre anni di medie e un paio di superiori, salvo bocciature. In ogni caso a 16 anni si è liberi di lasciare il sistema scolastico senza nessun ulteriore titolo, visto che molte scuole professionali rilasciano attestati dopo tre anni.
INCORAGGIARE LA FORMAZIONE - Un paese come il nostro deve puntare su Formazione e Ricerca per non perdere il confronto con paesi più poveri dove la manodopera non specializzata è più a buon mercato. Quindi andrebbe incentivato e aiutato qualsiasi cittadino a completare un percorso di formazione superiore, sia esso un liceo, un tecnico o un professionale. Ci sembra che questo provvedimento non riesca a raggiungere questo effetto, ma anzi vada nella direzione contraria. Se io infatti fossi un ragazzo che ha un po' di problemi a scuola, magari bocciato pure un anno alle medie, potrei pensare tranquillamente di andare subito a lavorare...