
Se vi siete mai chiesti quanto tempo passano lontano dai banchi gli studenti europei, la risposta arriva dai dati OCSE, che monitora i calendari scolastici nei diversi Paesi del continente. E la differenza, da una nazione all’altra, è notevole.
Ecco le differenze, paese per paese.
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La Lettonia guida la classifica
In cima all’elenco troviamo la Lettonia, dove le vacanze scolastiche raggiungono complessivamente le 17,2 settimane l’anno. Un dato che equivale a oltre quattro mesi senza scuola: un periodo che include non solo la lunga pausa estiva, ma anche le vacanze invernali, primaverili e quelle previste in occasione di festività nazionali.
Subito dietro si collocano Grecia, Francia, Estonia e Lituania. Anche in questi Paesi gli studenti godono di circa 17 settimane di vacanze distribuite lungo l’anno, a conferma di una tendenza a concedere tempi lunghi per lo stacco dalle attività didattiche.
Italia nella media europea
L’Italia, insieme a Spagna e Belgio, si mantiene su una media più stabile, con un totale di 13-15 settimane di vacanza. I giorni di pausa sono distribuiti tra estate, vacanze natalizie, Pasqua e alcune ricorrenze locali. Una struttura che cerca di bilanciare periodi di recupero regolari senza prolungare troppo l’assenza da scuola.
Questo schema vale per molti altri Paesi europei, che si attestano anch’essi tra le 13 e le 15 settimane: un intervallo che permette agli studenti di riposare e ai genitori di pianificare per tempo le attività extra-scolastiche.
Una geografia delle vacanze scolastiche
Al di là dei numeri, ciò che emerge è l’ampia varietà tra i diversi sistemi scolastici europei. In alcune nazioni si preferisce concentrare gran parte del periodo di riposo durante l’estate, mentre in altre si opta per una distribuzione più uniforme nel corso dell’anno scolastico.
"La durata complessiva delle vacanze varia in modo significativo da un Paese all’altro", si legge nel rapporto OCSE, che sottolinea anche come le scelte legate ai calendari scolastici riflettano considerazioni culturali, climatiche e organizzative.
Calendari diversi, esigenze comuni
Che si tratti di tre mesi consecutivi in estate o di più pause distribuite, la questione resta centrale per famiglie, insegnanti e studenti. I dati raccolti dall’OCSE evidenziano come non esista un unico modello dominante, ma piuttosto una pluralità di approcci pensati per rispondere alle esigenze di ciascun contesto nazionale.