
5 lauree in 6 anni: questo l’invidiabile record raggiunto da Giulio Deangeli nel 2020. Naturale che a soli 30 anni sia già un affermato ricercatore nel prestigioso ateneo di Cambridge.
Nonostante oggi viva a Boston (negli USA), il giovane plurilaureato ha deciso di condividere - anche a distanza - i suoi segreti da super-studente attraverso libri e, novità del momento, corsi dedicati al metodo di studio. Perché il suo metodo non è accessibile solo ai ‘fenomeni’ dello studio, anzi. Sfrutta le modalità di funzionamento del nostro cervello per farci faticare meno e studiare in meno tempo.
La sua ultima creatura - il corso “Studia meno, impara meglio: il metodo per cambiare le regole del gioco nello studio” - è dedicata in particolar modo a tutti quegli studenti che fanno fatica a studiare, capire e memorizzare ma sono chiamati da qui a qualche settimana agli esami di Maturità, terza media o universitari.
Da diverso tempo ormai Giulio Deangeli mette il suo sapere a disposizione di tutti, grazie anche alla sua fondazione “A Choice 4 Life” che si impegna, tra le altre cose, a supportare ragazze e ragazzi nello sviluppo di un corretto metodo di studio. Ad oggi, sono oltre duemila gli studenti che hanno beneficiato di questo aiuto, riuscendo a cambiare marcia nel loro percorso scolastico.
Skuola.net ha intervistato il giovane ricercatore per sapere quali sono le cose indispensabili da sapere per iniziare a cambiare approccio allo studio: un piccolo antipasto di quello che potresti scoprire seguendo un suo corso.
Indice:
- #1 La memoria? In origine utilizzata per tutto (tranne che per lo studio)
- #2 La rilettura non serve a niente: gli errori da evitare nello studio
- #3 Non affidarsi soltanto alla memoria
- #4 Adoperare un metodo di studio che piace
- #5 L’ambiente fa la differenza: la biblioteca (affollata) è l’ultimo posto dove studiare
- #6 Esami di Stato: come affrontarli? Il consiglio
- Studia meno, impara meglio: il metodo per cambiare le regole del gioco nello studio
#1 La memoria? In origine utilizzata per tutto (tranne che per lo studio)
Partiamo dallo strumento cognitivo fondamentale per studiare: la memoria. La premessa, spiega Deangeli, è che “la memoria tende a selezionare le informazioni più utili, quelle che utilizziamo di più”. È la regola use it or lose it, che implica che se non si pratica un’abilità o non si conserva una conoscenza, queste tendono a svanire nel tempo.
In più - ed è questo il punto cruciale della questione - la nostra memoria non è progettata per memorizzare testi, date o sonetti: “La nostra memoria e’ forgiata dall’evoluzione, quindi i compiti dove la memoria e’ piu’ efficiente sono quelli che furono prioritari per la sopravvivenza dei nostri precursori ancestrali.”
Ma visto che per fortuna oggi non è necessario cacciare per sfamarsi, cosa significa questo in termini pratici per lo studio? “Molte tecniche di memoria, a cominciare dai loci/palazzo della memoria si basano proprio sullo spostare il focus dal canale verbale a canali non-verbali quali quello visivo o spaziale (altamente sottoutilizzati). E al tempo stesso, cambiare il paradigma dal copincollare le informazioni nel cervello, a utilizzare le informazioni, non solo in forma di auto-test o ripetizioni ad alta voce, ma ancora di piu’ sotto forma di progetti –piccoli o grandi.”
#2 La rilettura non serve a niente: gli errori da evitare nello studio
Nell’ottica di sviluppare un metodo di studio efficace, bisogna adottare la strategia migliore, evitando gli errori più comuni. Un errore particolarmente diffuso, ad esempio, è la rilettura ripetuta, “che è in assoluto il peggiore per efficienza a lungo termine". In generale, tutti i metodi passivi sono peggiori di metodi attivi, che a loro volta sono peggiori dei metodi creativi" spiega Deangeli.
E, poi, è necessario non andare di fretta. Un individuo, infatti, spende in media 30 mila ore di studio per formarsi nell’arco del percorso scolastico e universitario, mentre dedica appena 10 minuti alla ricerca del giusto metodo di studio, magari archiviando la faccenda con un video di YouTube. Ma non finisce qui: “Ci sono tanti altri errori, dall’effetto spaziatura (ne parleremo), l’effetto interlacciamento, la sempiterna mancanza della pratica di recall, ecc.”
#3 Non affidarsi soltanto alla memoria
La memoria gioca di certo un ruolo chiave nello studio. Non a caso esistono diverse mnemotecniche estremamente efficaci: grazie a queste c’è chi ha imparato ben 70 mila cifre decimali del pi greco e senza commettere un singolo errore, rivela Deangeli, che però avverte: “A mio giudizio la loro utilità concreta nello studio è estremamente limitata.”
Infatti, secondo il ricercatore, i metodi di studio migliori sono quelli che stimolano la creazione di connessioni logiche tra i vari concetti nel cervello, mentre le tecniche mnemoniche “lavorano creando connessioni fittizie fra i concetti”. Si possono usare, ma con parsimonia, per tutte e soli quelle informazioni che non hanno una ragion d’essere logica, ma accidentale (date, numeri delle leggi, ecc.)”.
#4 Adoperare un metodo di studio che piace
A questo punto, la domanda delle domande è: esiste un metodo di studio universale? A questo proposito, Deangeli cita un dibattito ancora in corso, secondo cui alcune persone sarebbero più efficienti nell’apprendimento verbale, altre nell’apprendimento uditivo, e altre ancora nel canale visivo.
Sebbene questa teoria sia affascinante, spiega il neuroscienziato, non ha solide basi scientifiche: è molto più probabile, invece, che i nostri cervelli funzionino in modo simile per quanto riguarda l’assimilazione delle informazioni. Ma ciò non toglie che ognuno di noi abbia preferenze diverse per quanto riguarda i metodi di studio.
Deangeli suggerisce che un metodo che ci piace può fare una grande differenza: “Nel mio caso,” racconta, “il mio metodo consisteva nel cambiare praticamente sempre il mio approccio. Mi piaceva dire che il mio metodo era nel non avere un metodo – ovvero, provare vari metodi e cambiare costantemente. Ve lo consiglio!”
#5 L’ambiente fa la differenza: la biblioteca (affollata) è l’ultimo posto dove studiare
A incidere poi sul metodo di studio è anche lo stile di vita che si conduce. Tra i fattori più influenti, ma spesso trascurati, ci sono il sonno e la qualità dell’aria. Il primo è fondamentale affinché la memoria possa consolidare le informazioni apprese durante il giorno.
La qualità dell’aria, d’altra parte, influisce notevolmente sulla nostra performance cognitiva: “La nostra capacità di concentrarci e di pensare è sensibile alla concentrazione di CO2 nell’ambiente”, afferma Deangeli. Il consiglio del neuroscienziato è chiaro: evitare biblioteche affollate e studiare all’aperto, magari su un bel prato verde, dove la qualità dell’aria è migliore.
#6 Esami di Stato: come affrontarli? Il consiglio
Infine, per i maturandi e gli studenti di terza media che si preparano per l’esame di Stato, Deangeli offre un consiglio pratico: “Allenatevi a tirare fuori le informazioni, non solo a ‘scriverle’ nel vostro cervello.”
L’importanza del richiamo è fondamentale. Inoltre, anche in questo caso, è essenziale che la tecnica di studio scelta sia piacevole, anche se leggermente meno efficiente: “Una tecnica che vi piace, anche se meno efficiente, è da preferire a una che vi stanca, anche se molto efficace. Meglio 10 ore di studio ben tollerate, a media efficienza, che 10 minuti di tortura seguiti da ore di distrazione”.
Per chi desidera approfondire, Giulio Deangeli offre una panoramica completa delle tecniche e degli approcci allo studio nel corso “Studia meno, impara meglio: il metodo per cambiare le regole del gioco nello studio”, svolto in collaborazione con la Scuola del Fatto Quotidiano.
Studia meno, impara meglio: il metodo per cambiare le regole del gioco nello studio
Alla fine, dunque, il giusto metodo di studio può scaturire da diversi fattori. La memoria vuole la sua parte, ma non è saggio affidarsi completamente ad essa; l’ambiente quotidiano, così come la qualità del sonno, incidono prepotentemente sulla performance nello studio e, ultimo non per importanza, quello che sembra più un monito: studiare tanto non significa sempre studiare bene.
Il corso “Studia meno, impara meglio: il metodo per cambiare le regole del gioco nello studio” ideato proprio dal ricercatore dell’Università di Cambridge, disponibile online e completamente fruibile da remoto, risponde proprio alle esigenze di chi è alla ricerca del giusto metodo di studio per affrontare l’ultima parte dell’anno, ed è pensato per aiutare gli studenti a migliorare la qualità dello studio.
Con due moduli e sei lezioni, il corso offre strumenti pratici per organizzare tempo ed energie in modo efficace, sia per affrontare esami imminenti, come la Maturità, sia per costruire una solida base di studio per il futuro tra i banchi. Di seguito la struttura del corso, i due moduli e le sei lezioni previste:
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Modulo 1 – Come lavora il nostro cervello
1. Dentro il cervello: neuroni, connessioni e memoria: Un viaggio nel cuore del nostro sistema nervoso per capire come funzionano i neuroni e cosa succede davvero quando memorizziamo qualcosa.
2. I file della mente: come il cervello archivia (e recupera) le informazioni: Scopri come organizzare lo studio rispettando i tempi della memoria. Spoiler: non basta ripetere, serve sapere quando farlo.
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Modulo 2 – Il metodo, nella pratica
1. Capire prima di ricordare: la logica batte la memoria meccanica: Perché studiare non significa imparare tutto a memoria, e come l’approccio giusto può cambiare tutto.
2. “Le passate”: la tecnica della spaziatura: Una strategia semplice e potentissima per fissare davvero le informazioni nel tempo. Il segreto? Non tutto va ripetuto subito.
3. Dormi, respira, studia meglio: Come il tuo stile di vita influisce sulla concentrazione e sulla memoria. Il sonno, l’aria, la luce: i veri alleati invisibili.
4. Mnemotecniche intelligenti: quando usarle e perché funzionano: Dalle mappe mentali agli acronimi, come sfruttare queste tecniche solo quando servono davvero, per risultati concreti e duraturi.
Lo studio ha una scorciatoia, si chiama metodo: scopri qual è il più congeniale alle tue capacità nel corso “Studia meno, impara meglio: il metodo per cambiare le regole del gioco nello studio” di Giulio Deangeli!