
Da pochi giorni al Liceo Scientifico Statale Talete è scattata l’occupazione. Gli studenti spiegano che il gesto rappresenta un atto di protesta “volto a mettere in luce la situazione insostenibile nella quale ci troviamo da anni”. Soprattutto sul fronte dell'edilizia scolastica, che metterebbe in pericolo l'incolumità delle persone e costringerebbe la didattica a continui cambi di programma.
E per arrivare meglio a chi di dovere, le ragazze e i ragazzi, hanno messo il tutto nero su bianco in un comunicato diffuso nelle ultime ore.
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Le ragioni dietro l'occupazione
La scelta dell’occupazione sarebbe, infatti, l’unico modo per attirare l’attenzione sul deterioramento continuo dell’istituto. “Le circostanze assurde che continuano a persistere non possono continuare”, scrivono.
L'obiettivo è denunciare la mancanza di tutela dei propri diritti, con una legge di bilancio accusata di ignorare l’emergenza scolastica.
La situazione al Talete: assenza di spazi e soluzioni precarie
Da cinque anni, spiegano gli studenti, le classi sarebbero costrette a una rotazione forzata delle aule per via della mancanza di spazi adeguati: “Le classi sono forzate a dividere il piccolo cortile esterno, il quale, con la presenza attiva di cinquanta persone, non riesce a garantire un normale svolgimento delle ore di educazione fisica”.
E non mancano i disagi interni: alcune lezioni si terrebbero in spazi “sprovvisti persino di banchi e altri strumenti essenziali”, mentre in certe aule sembra "non ci siano neppure abbastanza sedie per sedersi”.
Voce a docenti e tecnici: attività didattiche al limite
A confermare il quadro intervengono anche i professori: “Abbiamo cominciato a programmare i calendari didattici regolandoci in base alle gravi problematiche dell’istituto, non essendo possibile svolgere compiti in classe o attività più impegnative in alcune aule”, dicono i docenti.
La situazione si ripercuote anche sui laboratori, come segnala il personale tecnico: “Sono quotidianamente utilizzati dalle classi in ore di regolare didattica, privando studenti e docenti di esperienze necessarie per l’apprendimento della chimica e della fisica”.
Il pavimento cede, un’aula chiude: la crisi peggiora
A complicare ulteriormente le condizioni della scuola è stato il cedimento del pavimento di un’aula del primo piano, chiusa immediatamente dopo l’incidente. L’aula è ancora inagibile, sei mesi dopo l'accaduto, e gli interventi di messa in sicurezza, denunciano gli studenti, non sono ancora partiti.
Il problema interesserebbe anche l’asilo nido situato al piano inferiore, minacciato dallo stesso degrado strutturale.
La vicenda è arrivata anche all’attenzione dei consiglieri capitolini di Azione, che in una lettera parlano di:
- grave carenza strutturale,
- aule insufficienti,
- spazi comuni inadeguati,
- un quadro incompatibile con gli standard minimi dell’istruzione superiore.
L'assenza di un intervento concreto
Ma gli alunni del Talete sostengono che, nonostante la visibilità ottenuta, nulla sarebbe cambiato. L’occupazione, scrivono, non rappresenta una tradizione ma un atto necessario per rendere evidente “il disagio assoluto che viviamo ogni giorno”.
Secondo gli studenti, le responsabilità ricadrebbero anche sulla dirigenza che "non si è premurata di stanziare i fondi destinati al rinnovo edilizio. Questi, non essendo mai stati utilizzati, sono stati restituiti al Comune”.
Le richieste: interventi strutturali e un cambio di rotta
L'obiettivo dell'occupazione, più in genereale, è porre l'attenzione su una lista di richieste rivolte alle istituzioni e alla dirigenza:
- un tavolo immediato con Comune, Città Metropolitana e Regione,
- la messa in sicurezza dell’aula pericolante,
- la concessione del corridoio attualmente occupato da un altro ordine di scuola,
- una gestione più attenta dei fondi PNRR e PTOF,
- la “coscienziosità da parte dei docenti nel rispettare i propri oneri nel caso di esodo”.