
L'istruzione "fatta in casa" - ossia l'homeschooling - in Italia è molto più diffusa di quanto si pensi e, nelle ultime settimane, è tornata al centro del dibattito per via della vicenda della cosiddetta "famiglia del bosco".
Per questo, il deputato Rossano Sasso, capogruppo della Lega in commissione Scienza, Cultura e Istruzione alla Camera, si è fatto primo firmatario di una proposta di legge che introduce un sostegno economico proprio a chi sceglie tale tipologia di istruzione.
Il cuore della questione è la libertà di scelta, un principio che permette alle famiglie di decidere come e dove far crescere culturalmente i propri figli. Ma studiare a casa ha un costo, e non tutti possono permetterselo. Per questo motivo, un contributo economico del genere garantirebbe il diritto all'educazione di tanti bambini e ragazzi.
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La proposta: un "buono scuola" su misura
La proposta di legge della Lega vorrebbe introdurre un contributo economico variabile, che possa arrivare fino a 1.700 euro. Questo bonus non sarà uguale per tutti, ma verrà calcolato in base all'ISEE, rendendo il sostegno proporzionale alle reali necessità della famiglia.
Il deputato Sasso ha, infatti, dichiarato l’obiettivo che “ogni famiglia, a prescindere dalle condizioni economiche, possa optare liberamente per l'istruzione parentale, senza che il costo rappresenti un ostacolo insormontabile”.
Nel nostro Paese, come detto, questa realtà è già una certezza per moltissimi giovani: il deputato ha ricordato che “in Italia sono circa 16mila gli studenti che seguono percorsi di istruzione parentale, una scelta diffusa e radicata tra le famiglie che desiderano un approccio personalizzato per i propri figli”.
Nessuna contrapposizione con la scuola pubblica
Per chi sostiene che l'homeschooling significhi andare contro la scuola tradizionale, il leghista ha tenuto a precisare che la proposta “non vuole in alcun modo contrapporre la scuola pubblica ad altre forme educative, ma promuovere un pluralismo reale e garantire la libertà di scelta educativa“.
La bussola di questa iniziativa è la Costituzione. Lo stesso Sasso ha ribadito che “è essenziale valorizzare la libertà di scelta educativa, sancita dall'articolo 30 della Costituzione, che attribuisce ai genitori il diritto e il dovere di istruire ed educare i propri figli”.
La tutela dei minori al primo posto
Oltre ai soldi, però, c'è da considerare il tema della sicurezza e della qualità dell'istruzione. La politica vuole evitare che il diritto di scelta si trasformi in isolamento o mancata educazione.
Il dibattito è stato recentemente acceso dal caso della famiglia nel bosco di Palmoli, ma Sasso lo definisce “un caso a sé” auspicando che “si possa risolvere al più presto con il ritorno dei bambini da mamma e papà”.
La sfida è creare regole che proteggano i ragazzi. Secondo il deputato, servono “strumenti legislativi che tutelino i minori garantendo al contempo il diritto delle famiglie a decidere autonomamente, nel rispetto delle norme”.
L'importante è che nessuno resti indietro, perché “sia che si tratti di scuola pubblica, di scuola paritaria o di istruzione parentale, va garantito il diritto allo studio di tutti i bambini e i ragazzi che rientrano nel sistema nazionale pubblico di istruzione”.