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Gelmini: "Orgogliosa del lavoro fatto, ora riprenda il dialogo" articolo
La piazza chiama, la Gelmini risponde. Potrebbe riassumersi così quello che è accaduto in questo fine settimana. Venerdì scorso la grande manifestazione per protestare contro le riforme del governo, sabato il Ministro dell'Istruzione è intervenuta cercando di rassicurare i giovani: "Credo di poter capire le preoccupazioni e i disagi dei giovani che si sono catalizzati intorno ad un decreto e che poi la politica ha strumentalizzato.
Ma il disagio rimane, cosi' come l'incertezza sul futuro. E quando i giovani hanno paura per il futuro vuol dire che gli adulti non hanno lavorato bene".

VALORIZZARE IL MERITO - Il ministro vuole rivalutare il concetto di merito nella classe docente: "Bisogna evitare il falso egualitarismo che ha reso la nostra classe insegnante tra le meno pagate d'Europa e la nostra società' tra le meno eguali d'Europa. Non e' vero che ci sono pari opportunità. E' grave che gli insegnanti non abbiano un avanzamento professionale, e avanzino solo in base all'anzianità". Questo, è doveroso ricordarlo, fu anche nelle intenzioni del ministro di sinistra Berlinguer, che quando tentò di introdurre il provvedimento fu travolto dalle proteste della classe docente e dovette dimettersi. Tutto questo per dire che in generale il mondo della scuola si è spesso ribellato ai grandi cambiamenti, sia che venissero da destra che da sinistra.

NO AL 6 POLITICO - "Vogliamo cancellare dalla scuola e dall'università - ha precisato la Gelmini - l'ideologia dell'egualitarismo, del 18 o del 6 politico a tutti, e lo vogliamo fare perché abbiamo fiducia nelle persone".

BORSE DI STUDIO AI MERITEVOLI - Sulla Riforma delle Università, il ministro ricorda che nel suo decreto "abbiamo voluto rimettere al centro del sistema universitario gli studenti e le loro famiglie e per questo pur in una finanziaria complicata, abbiamo trovato risorse per le borse di studio".

NUOVA UNIVERSITÀ - "Il diritto allo studio non si attua con l'università sotto casa oppure moltiplicando gli insegnamenti" ha proseguito il ministro. Mariastella Gelmini, acclamatissima dai giovani presenti, ha sottolineato che "l'offerta formativa deve tener conto delle esigenze del mondo del lavoro".

FONDAZIONI, PERCHÉ NO?- "Per dare nuovi finanziamenti all'università tenteremo nuovi percorsi - ha precisato il ministro -. Spero in un grande coinvolgimento delle imprese, ma deve essere chiaro che questo non significa privatizzazione. Stiamo faticando a trovare risorse nel pubblico come nel privato. Ma non possiamo arrenderci a restare tra gli ultimi posti nel mondo come qualità". Gelmini ha quindi ricordato che la nostra prima università si colloca al 192esimo posto nella classifica mondiale: "Vogliamo che presto almeno una si classifichi fra le prime cento".

COMMENTI - Da un punto di vista personale, e lo sottolineo, penso che la riforma non sia tutta da buttare, anzi. Ci sono alcuni spunti positivi, come la razionalizzazione del sistema scolastico: oggi ci sono più di 800 indirizzi alle superiori, ci sono lauree così particolari da non garantire un titolo spendibile sul mercato del lavoro, ci sono piccole università che però erogano insegnamenti di scarsa qualità. Sarebbe quindi meglio usare le risorse disponibile per aumentare la qualità complessiva del sistema piuttosto che la quantità. Il nodo resta, a mio avviso, il fatto che i risparmi generati dalla riforma non verranno reinvestiti nel comparto scuola-università-ricerca ma serviranno a sanare altri buchi di bilancio. Forse questi tagli, noi studenti, li avremmo accettati di più se nel contempo qualcuno dei politici si fosse preoccupato anche di tagliare i costi della politica.

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