
Settembre è dietro l’angolo, così come il ritorno a scuola. E come ogni anno sta per abbattersi sulle famiglie italiane la consueta “tassa” sui libri di testo, sempre piuttosto cara, con spese che, secondo Federconsumatori, sfiorano i 600 euro per studente e che, in alcuni casi, possono arrivare anche oltre.
È in questo clima che il Codacons fa partire la denuncia, con un esposto, contro le “finte nuove edizioni dei libri scolastici”: testi obbligatori, da comprare nuovi anche se nuovi non sono, date le aggiunte minime e le piccole modifiche esteriori.
Vecchi testi scolastici mascherati da nuovi: il Codacons urla alla truffa
Il Codacons porta la denuncia in Procura per truffa, richiedendo il sequestro dei presunti libri nuovi per verificarne il contenuto.
“Come ogni anno”, scrive l’associazione nell’esposto, “attraverso piccole modifiche ai testi, una nuova prefazione, capitoli introduttivi, dunque cambiamenti minimi, si immette sul mercato un nuovo testo che come tale deve essere acquistato ex novo per sostituire quello dell’anno precedente”.A rimetterci sarebbero naturalmente le famiglie degli studenti, che si troveranno il portafoglio molto più leggero perché non potranno ricorrere alle tradizionali soluzioni di risparmio, come la rivendita di libri di secondo mano, i mercati dell’usato o la pratica dello scambio. Un meccanismo, fa sapere il Codacons, che danneggia “sia chi acquista libri usati in buone condizioni sia i privati che cercano di vendere i libri di testo utilizzati dai figli”. Dietro a tutto questo, in altre parole, “sembrerebbe celarsi una ben consolidata strategia di marketing che renderebbe inutilizzabile un libro dell’annata precedente”.
E in alcuni casi, le modifiche apportate alle nuove edizioni sarebbero davvero minime, praticamente ininfluenti: cambiamenti alle copertine, agli indici, o l’inserimento di una prefazione che però non sposta di una virgola il contenuto dei libri. E questo naturalmente non solo sarebbe scorretto dal punto di vista etico, ma contravverrebbe anche quanto previsto dal Codice di Autoregolamentazione del Settore Editoriale Educativo, le cui regole parlano chiaro: l’editore può introdurre nel mercato una nuova edizione solo e soltanto se questa differisce dalla precedente di almeno il 20% dei contenuti.
La denuncia e la richiesta di sequestro preventiva
Ecco perché, si legge nell’esposto, “nella vicenda in esame parrebbero potersi ravvisare profili di rilevanza penale […] nella specie, la condotta […] parrebbe potersi sussumere nella fattispecie delittuosa prevista e punita dall’articolo 640 del Codice Penale”.
Il Codacons ha quindi chiesto alla Procura di verificare “la sussistenza di fattispecie di rilevanza penale ed in caso di positivo riscontro di esperire l’azione penale nei confronti dei soggetti che ritiene responsabili”.
Ma non solo. Tra le richieste anche “il sequestro preventivo di tutti i libri di testo scolastici che vengono presentati come nuove edizioni, con il presunto inserimento di nuovi aggiornamenti rispetto alla precedente edizione, ai sensi dell’art. 321 del Codice di Procedura Penale, al fine di controllare/monitorare/verificare/ispezionare se all’interno del testo presentato come ‘nuova edizione’ vi sia un aggiornamento scientifico e/o didattico ovvero un differimento superiore alla soglia del 20% così come disciplinato dal Codice di Autoregolamentazione del Settore Editoriale Educativo, rispetto alla ‘vecchia’ edizione”.