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NELLA REALTA' INVECE... - Nella realtà è esperienza comune che fin dalle elementari gli studenti, o meglio le famiglie, debbano pagare alla scuola un "contributo scolastico". Da poche decine di euro fino a centinaia di euro, eppure la costituzione sembra parlare chiaro. In realtà dalle segnalazioni che riceviamo ci accorgiamo che la situazione è davvero confusa.
LE VOSTRE SEGNALAZIONI - Ne abbiamo ricevute moltissime negli ultimi due anni. Si è sfogato il papà di cinque figlie, che non ce la fa a pagare 50 euro di contributo scolastico per ognuna di esse. Si è indignato il papà di un ragazzo che si è visto chiedere un contributo di 200 euro invece dei 120 dell'anno precedente. Gli studenti del Liceo Verga di Adrano hanno denunciato la richiesta dei contributi, a partire da quest'anno, senza essere prevista alcuna esenzione per i redditi bassi.
COSA DICE LA LEGGE - In realtà la situazione è davvero complicatissima, tant'è che l'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna ha inviato ai dirigenti scolastici un parere di ben 10 pagine per fare chiarezza. Uno dei passi più significativi afferma questo: "Nel rispetto dei canoni di trasparenza e di partecipazione alle procedure di adozione del POF, innanzi ricordati, è da ritenere consentita la richiesta alle famiglie di risorse aggiuntive, a titolo di contribuzione volontaria, (fatta eccezione per le somme dovute a titolo di rimborso delle spese sostenute dalla scuola per conto delle stesse), per la realizzazione di particolari iniziative ed attività volte all’arricchimento dell’offerta formativa oltre i livelli essenziali del sistema educativo di istruzione e formazione garantiti dallo Stato". (clicca qui per il testo completo)
CONTRIBUTI VOLONTARI - Quindi i cosiddetti contributi scolastici sono da ritenersi volontari fatta eccezione per alcuni servizi extra, come ad esempio l'assicurazione responsabilità civile e infortuni, libretti delle giustificazioni, corsi extra-scolastici, gite scolastiche e via dicendo. Tali contributi sono considerati come dei rimborsi delle spese che la scuola sostiene per conto delle famiglie. Tutto ciò che invece è connesso con la normale attività didattica, dalla carta delle fotocopie alla manutenzione degli edifici non può essere a carico delle famiglie.
PERCHE' LO FANNO? - Dalle segnalazioni ricevute, abbiamo potuto comprendere che le scuole peccano in chiarezza di comunicazione: ovvero poche di esse chiariscono cosa bisogna pagare obbligatoriamente e cosa sia facoltativo, ma si limitano semplicemente a chiedere. Così la maggioranza dei genitori paga. Il motivo ce lo ha spiegato lo scorso anno il prof. Mario Rusconi, preside del Liceo Newton di Roma e vicepresidente dell'ANP, Associazione Nazionale Presidi e Alte Professionalità della Scuola: "Se non ci fossero i contributi volontari dei genitori, pari a 120.000 euro annui, non ci sarebbero i soldi nemmeno per comprare la carta igienica o cambiare le lampadine". Insomma mancano i soldi per garantire il funzionamento essenziale della scuola, del quale invece dovrebbe farsi carico lo Stato.
PROBLEMA SERIO - E' un problema che va risolto, perché laddove non c'è una normativa certa c'è confusione. Di scuola in scuola cambiano le richieste di contributi, non è prevista esenzione per i più indigenti: insomma ognuno fa le sue regole.
Per questo motivo Skuola.net ha deciso di intervenire: inviateci le vostre testimonianze a segnala@skuola.net. Più ne raccoglieremo più possibilità avremo di difendere i vostri diritti!