
Bufera per le parole del premier Silvio Berlusconi sulla scuola pubblica. Ecco cosa ha detto il presidente del Consiglio:
“Libertà vuol dire avere la possibilità di educare i propri figli liberamente, e liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori”
DICE DI ESSER STATO FRAINTESO - Visto il peso delle parole e le grandi polemiche suscitate, Berlusconi ha deciso di ricorrere ai ripari con una nota in cui tenta di calmare le acque, ma con scarso successo: “Come al solito anche le parole che ho pronunciato sulla scuola pubblica sono state travisate e rovesciate da una sinistra alla ricerca, pressoché ogni giorno e su ogni questione possibile, di polemiche infondate, strumentali e pretestuose” e continua aggiungendo “Le mie parole, perciò, non possono essere in alcun modo interpretate come un attacco alla scuola pubblica, ma al contrario come un richiamo al valore fondamentale della scuola pubblica, che presuppone libertà d'insegnamento ma anche ripudio dell'indottrinamento politico e ideologico”.
LIBERTÀ DI SCEGLIERE DOVE STUDIARE - La Rete degli studenti medi prontamente risponde con un comunicato dove sostiene che “Il concetto di libertà del premier è palesemente distorto. Per noi studenti essere liberi, vuol dire poter frequentare una scuola pubblica e di qualità e poter tramite la formazione che ci viene data pensare e costruirci un futuro. Per il premier libertà vuol dire solamente indottrinamento e pensiero unico”.
DIFENDIAMO GLI INSEGNANTI SERI - Invece il segretario della Cisl-scuola, Francesco Scrima, scende in campo a favore dell’impegno e della serietà dei professori: “La stragrande maggioranza degli insegnanti offre ogni giorno a milioni di studenti, con competenza e dedizione, un impegno che meriterebbe ben altro riconoscimento. È grazie a loro se la scuola continua ad essere, in un paese fortemente percorso da egoismi e faziosità, luogo che promuove responsabilità, ascolto reciproco, integrazione”.
ATTACCO RIDICOLO - Tra i commenti più rilevanti anche quello di ItaliaFutura, l'associazione presieduta da Luca Cordero di Montezemolo che attacca: “Non abbiamo mai usato argomenti di carattere morale a proposito di Berlusconi né intendiamo iniziare a farlo ora. Ma esistono limiti alle esternazioni 'in libertà' che i cittadini possono sopportare. L'attacco del Presidente del Consiglio, presente il Ministro della Pubblica Istruzione Gelmini, ai valori (sbagliati) che la scuola pubblica trasmetterebbe ai ragazzi è inaccettabile e ridicolo”.
Il commento – Il compito degli insegnanti non è quello di “inculcare” delle ideologie, semmai quello di abituare gli studenti a formulare dei pensieri propri e di insegnare loro a ragionare sugli eventi. Generalizzare accusando tutti gli insegnanti della scuola pubblica di essere “di parte” non solo è offensivo, ma va in contrasto con la libertà di pensiero. Avere principi ed idee differenti dagli altri non significa non poter andare d’accordo e quindi dividersi. Se ognuno di noi sviluppa la propria capacità di ragionare non c’è nessuna paura di confrontarsi con chi la pensa in modo diverso da noi, anche all’interno della scuola pubblica.
Cristina Montini