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Estratto del documento

Esempio 3

Chi è il protagonista del racconto che hai letto?

Risposta: ........Enrico.…… NO

Se ti accorgi di aver sbagliato, puoi correggere; devi scrivere vicino alla risposta

sbagliata e mettere una crocetta nel quadratino accanto alla risposta che ritieni giusta, come

nell’esempio che segue:

Esempio 4

In quale continente si trova l’Italia?

Ƒ A. In America

Ƒ

NO B. In Asia

Ƒ C. In Africa

Ƒ D. In Europa

Nella seconda parte della prova dovrai rispondere ad alcune domande di grammatica.

Anche qui in qualche caso dovrai scegliere la risposta giusta fra quelle date, in altri scriverla

tu stesso.

Leggi sempre con molta attenzione le domande e le istruzioni su come rispondere.

Per svolgere l’intera prova avrai in tutto un’ora e trenta minuti (in totale 90 minuti) di

tempo.

ITA10 2

NON GIRARE LA PAGINA FINCHÉ NON TI SARÀ DETTO DI FARLO!

ITA10 3

Leggi i testi che troverai di seguito e poi rispondi alle domande.

Mi chiamo Blasco de Agua, sono un giovanotto di taglia medio grande e mi è stato chiesto

di scrivere un reportage sulle mie vacanze.

Allora: io le vacanze avrei potuto passarmele bello tranquillo con i miei amici in un

villaggio turistico. Infatti la mia prima idea è stata quella di mollare la mia padrona nel

parcheggio di un autogrill (tanto prima o poi qualcuno l’avrebbe raccolta), ma poi ho avuto un

rimorso di coscienza perché – poveretta – in fondo mi ha fatto compagnia per mesi e mi

guarda sempre con quell’occhio affettuoso e fedele. Mi sarei sentito un verme.

Quindi ho deciso di portarla a fare un giro in bicicletta: lei in sella a pedalare, e io dietro

nel mio carrozzino (così sarebbe anche dimagrita, che ne aveva bisogno, al contrario di me).

Per fortuna nei viaggi organizzati non mi prendono, perché odio mescolarmi agli umani che si

mettono le dita nel naso e poi dicono a me che faccio schifo e sono sporco.

La mia padrona ha comprato un rimorchio che costava soltanto 72 euro, e ci ha impiegato

solo tre settimane a capire come si montava (la prossima volta ne prenderò una di razza,

magari meno devota ma più intelligente). Devo dire che mi sono divertito abbastanza.

Morale: non abbandonate i vostri padroni.

(Tratto e adattato da: B. Morpurgo, Blasco, in «Metro», ed. di Milano, 7 settembre 2010, p.

14)

A1. Da tutte le informazioni date nel testo, si può capire che Blasco de Agua è

Ƒ A. un giovanotto

Ƒ B. un cane

Ƒ C. un ciclista

Ƒ D. ’autore

l

A2. Che cosa rende divertente questo testo?

Ƒ A. Lo scherzo di abbandonare qualcuno nel parcheggio di un autogrill

Ƒ B. L’immagine delle persone che si mettono le dita nel naso

Ƒ C. L’incapacità di uno dei due personaggi di montare un rimorchio

Ƒ D. Il rovesciamento di ruolo tra i due personaggi

ITA10 4

Sulle nevi di gennaio

Si era appoggiato alla slitta con il braccio destro, quello sinistro lo teneva infilato davanti,

dentro il cappotto. Quando una pallottola della raffica l’aveva colpito, aveva sentito solamente

un colpo secco, come una sassata.

Dopo aveva avvertito un po’ di caldo lungo il fianco, ed era il sangue che colava. Infine

più niente, perché il freddo aveva saldato la ferita.

5 Erano le ginocchia, ora, che facevano fatica a sostenerlo, e poi i piedi erano attanagliati

nella neve. Si lasciò andare e tenendosi con il braccio si fece trascinare. La slitta si fermò.

L’alpino che conduceva il mulo per la briglia si girò e lo vide: – Via! Stáccati! – gli gridò. – Il

mio mulo non ce la fa più.

Non rispose, non aveva forza per parlare, nemmeno per staccare il braccio dal bordo. Il

10 conducente si avvicinò adirato e minaccioso. Vide che era un ufficiale, sulla manica aveva

ancora i gradi: – Stáccati dalla mia slitta, – gli ordinò. Ciglia e sopracciglia del tenente erano

incrostate di neve ghiacciata, il passamontagna da sotto l’elmetto gli scendeva sul volto:

– Sono stato ferito, – disse con fatica aprendo gli occhi.

Il conducente bestemmiò e si guardò attorno: una moltitudine di soldati sbandati, di muli,

15 di slitte era ferma su un grande spazio bianco. Erano tutti in attesa che lì, dove si sentiva

sparare, si riprendesse a camminare. Guardò ancora quell’uomo appeso alla sua slitta e,

maledicendo, slegò le funicelle che tenevano fermo il telo che copriva il carico. Sempre

imprecando scaricò nella neve due casse piene di carte che un maresciallo di maggiorità gli

aveva fatto caricare e nello spazio lasciato dalle casse sistemò il ferito e lo coprì. Ora, il

20 tenente disteso su un po’ di paglia e sotto le coperte non sentiva più freddo, nessun dolore.

C’era una profonda quiete.

…saliti sull’Altipiano per le esercitazioni invernali, un giorno di gennaio, dopo una marcia

lunga e faticosa, si erano acquartierati nella vecchia caserma. Finite le escursioni tra

25 Vezzena e Marcesina per Portule, Cima XII, Ortigara e Fiara, ora gli allievi godevano di un

periodo di relativo riposo e si addestravano sul Kaberlaba. Fu qui che la conobbe. Durante

una discesa l’aveva vista cadere fuori dalla pista sollevando una nuvola di neve farinosa. Si

era precipitato giù come un falchetto per aiutarla. Era proprio buffa: tutta così bianca, il viso

imbronciato…

30 Fu lui a scusarsi per averle dato una mano a risollevarsi sugli sci: lei, come fu in piedi,

senza dire grazie riprese la discesa indispettita e crucciata. La rivide alla Casetta Rossa,

dove con il plotone e un sergente erano entrati per bere vin brulé. Lei si era avvicinata per

dirgli: – Mi scusi, ero proprio arrabbiata per quella stupida caduta.

– Così tutta piena di neve mi sembrava un pupazzo, – aveva risposto lui. – Questa sera

35 viene al ballo della Croce Bianca? Domani noi partiamo per Bassano.

Non credeva di rincontrarla, ma quando la festa era già avviata la vide comparire. Senza

la tenuta da sci, ora, in quel vestito, appariva leggera, luminosa e sorridente.

Ballarono. C’erano ragazzi e ragazze arrivati per le gare studentesche, ufficiali e allievi

ufficiali degli alpini, maestri di sci.

– Qui dentro c’è tanta confusione e fa anche troppo caldo. Davanti all’albergo ho visto

40 delle slitte in sosta ed è una notte molto bella e serena. Perché non andiamo a fare una corsa

con la slitta?

– Con questo freddo?

– Vada a mettersi qualcosa di lana. L’aspetto. O l’accompagno? Dove abita?

45 – Qui, in questo albergo. Mi aspetti nella hall.

Attese con la mantellina sul braccio e il cappello in mano. Lei giunse subito, vestita da

neve; sorrideva imbarazzata e un poco anche confusa.

Le slitte erano sulla strada in attesa dei clienti, i contadini stavano insieme a parlottare e

battevano i piedi. Si avvicinarono alla prima della fila, era dipinta di bianco con fiori alpestri

ITA10 5

azzurri e rossi sulle fiancate. Il cavallo, con una coperta sul dorso, stava mangiando la biada

50 nella musetta.

– Volete fare un giro? – chiese il contadino.

Salirono sul sedile posteriore, con la schiena rivolta al guidatore. Si avvolsero insieme in

una coperta, con un’altra si coprirono le gambe fino ai piedi. Il contadino sfilò la musetta

dalla testa del cavallo dicendo: – Basta Baldo, finirai dopo quando ritorneremo –. Levò la

55 coperta dalla groppa e salì al sedile di guida; si avvolse nel mantello, con la coperta del

cavallo si coprì le ginocchia e infilò i piedi dentro il sacco del fieno: – Vai Baldo, – disse

facendo leggermente schioccare la frusta. – Dove vogliono andare?

– Dove vuole, non abbiamo preferenze. Per i prati, dentro il bosco, – disse lui.

…andava la slitta nella notte che rifletteva le stelle nei cristalli di neve, lieve scivolava

60 come su una nuvola nel cielo, e il campanello di bronzo sul collare del cavallo tintinnava a

ogni passo.

– Vai Baldo! – disse il contadino toccandolo leggermente con la frusta. E il cavallo prese

il trotto, dapprima leggero e poi via via più veloce e disteso. Infilò una strada che s’inoltrava

nel bosco.

65 La luna che stava sorgendo illuminava gli alberi sul dosso della montagna e la luce si

diffondeva tra i rami carichi di neve…

Si alzò la tormenta. Un vento radente sollevava come sabbia del deserto la neve della

steppa, e come degli spettri gli uomini silenziosi camminavano curvi contro quel vortice.

Andarono così tutta la notte, molti cadevano e non si rialzavano, alcune slitte restavano ferme

70 nella neve.

Venne un’alba livida, senza luce, e lontano, confuso nel bianco, apparve un villaggio. A

lato della pista un ufficiale incitava chi aveva ancora forza ad andare avanti, perché non tutti

potevano trovare posto in quelle isbe. Solo qualche chilometro, diceva, e troverete altri

villaggi dove riposare al caldo.

75 …la slitta scivolava su grandi cristalli luminosi, e il cavallo Baldo ora galoppava

sfiorando la neve. Ogni tanto scuoteva la testa come volesse far sentire più squillante il

campanello di bronzo. Il corpo di lei si era abbandonato contro il suo, la testa nell’incavo

della spalla, le braccia in un reciproco abbraccio. Il respiro era leggero e sembrava quasi il

respiro di una piccola bambina.

80 – Dormi? – le chiese.

– No, – rispose sottovoce – guardo le stelle e il bosco.

– Hai freddo?

– Oh no, qui sotto c’è un bel tepore.

Il conducente fece fermare il mulo nel centro del villaggio, vicino a una casa con il

85 portico. Guidò la slitta dentro il cortile. Slegò il mulo e lo condusse sotto quel portico, dove

c’era del fieno sparso; ne raccolse una bracciata e gliela depose davanti al muso. Domani

mattina, pensò, ne caricherò un bel po’. Con le mani pulì dalla neve il telo che copriva la slitta

e slegò le funicelle che lo tenevano fermo alla forza del vento della steppa. Scostò il telo e la

coperta. Il volto aveva un’espressione di serena felicità: sorrideva e gli occhi socchiusi

90 avevano una luce sconosciuta. Guardando bene quel viso gli parve di riconoscere l’allievo

ufficiale che in una notte di gennaio, con una bella ragazza, aveva portato con la slitta in una

corsa per i prati e dentro il bosco. Lo prese sotto le braccia, lo trascinò dietro la casa, scavò

nella neve, adagiò il corpo e con le mani ricoperse quel viso sorridente e quegli occhi felici.

(Tratto e adattato da: Mario Rigoni Stern, Aspettando l’alba e altri racconti, Einaudi, Torino, 2004)

ITA10 6

B1. Le prime righe del racconto hanno la funzione di

Ƒ A. descrivere l’aspetto fisico di uno dei personaggi

Ƒ B. porre una premessa per lo sviluppo degli eventi successivi

Ƒ C. collocare la vicenda in un ambiente ben preciso

Ƒ D. trasportare il lettore nel mezzo degli eventi

B2. Alla riga 15, l’espressione “soldati sbandati” indica che i soldati

Ƒ A. scivolano sulla neve

Ƒ B. hanno paura e si rifiutano di andare avanti

Ƒ C. si muovono in tutte le direzioni

Ƒ D. sono in ritirata e non sanno dove andare

B3. Quale frase riassume meglio la prima parte del racconto?

Ƒ A. Un ufficiale gravemente ferito riesce a stento a farsi trasportare su una slitta

Ƒ .

B In mezzo a un esercito in fuga, un ufficiale pensa solo a salvare se stesso e si fa

trasportare su una slitta

Ƒ C. Il conducente di una slitta non esita a gettare via il carico per far posto a un

ufficiale ferito

Ƒ D. Il conducente di una slitta raccoglie un ufficiale ferito per obbedire ai suoi

ordini

B4. Perché la ragazza, quando il militare l’aiuta a rialzarsi, se ne va “senza dire

grazie” (righe 30-31)?

Ƒ A. È seccata dall’invadenza del militare

Ƒ B. Si vergogna del proprio aspetto

Ƒ C. È irritata con se stessa per essere cad

uta

Ƒ D. Si è fatta male cadendo

ITA10 7

B5. Chi formula la domanda «Con questo freddo?» (riga 43)?

……………………………………………………………...

B6. Per ognuna delle seguenti affermazioni, relative alla parte del testo scritto in corsivo,

indica se è vera o falsa. Falso

Vero

Ƒ Ƒ

a. I fatti narrati si svolgono in Italia Ƒ Ƒ

b. Il protagonista è un soldato semplice Ƒ Ƒ

c. Gli ufficiali sono impegnati in operazioni di guerra

La ragazza e il militare si incontrano la prima volta sulle piste Ƒ Ƒ

d. di sci

B7. Nel racconto della corsa in slitta dei due giovani, l’autore intende soprattutto

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