GIORGIA86
di GIORGIA86
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“Nel corso della storia è sempre accaduto che l’uomo si sia trovato in una situazione di incertezza di fronte a due modi profondamente diversi di interpretare la realtà. Fu senza dubbio questo il caso che si verificò alla fine del Seicento, quando gli scienziati e i filosofi razionalisti – Isaac Newton, John Locke, René Descartes e altri – misero in discussione alcuni dogmi della Chiesa, fra i quali anche una dottrina fondamentale: quella che considerava la terra come una creazione di Dio e, quindi, dotata di valore intrinseco.” Così scrive RIFKIN nel suo Economia all’idrogeno.

Nel corso della storia la scienza si è ritrovata spesso ad andare contro i limiti insormontabili dei secoli precedenti e questo perché il progresso è andato avanti ed ha reso possibili molte cose prima impossibili, basti ricordare, a titolo esemplificativo, gli sviluppi in campo medico.

Se però quanto appena esposto rappresenta il lato positivo della scienza, non bisogna dimenticare il versante negativo, soprattutto in ambito tecnologico, artefice di vere e proprie “bestialità” come la bomba atomica, realizzazione di progetti perversi dell’uomo,incapace di mantenere intatto il rapporto tra scienza, tecnologia e natura, in nome del dio denaro.
Longo esprime perfettamente la nuova identità della scienza moderna: “Non intendo certo sbrogliare l’intricatissimo rapporto tra scienza e tecnologia, ma solo rilevare che oggi, soprattutto grazie all’impiego delle tecnologie informatiche e della simulazione, la nostra capacità di agire ha superato di molto la nostra capacità di prevedere.…La tecnologia è importante per ciò che ci consente di fare, non di capire.…A cominciare dalla metà del Novecento la tecnologia ha assunto una velocità tale da non permettere a volte alla scienza di giustificare e spiegare teoricamente, neppure a posteriori, il funzionamento dei ritrovati tecnologici. La scienza si è così ridotta a difendere posizioni via via più difficili, tanto più che le radici dell’accelerazione tecnologica non sono da ricercarsi all’interno dello sviluppo scientifico, bensì nell’ambito della tecnologia stessa”.
Se «la tecnologia è sempre stata con noi. Non è qualcosa al di fuori della società, qualche forza esterna
dalla quale veniamo sospinti…la società e la tecnologia sono…riflessi l’una dell’altra» è pur vero che alcune applicazioni della tecnologia e della ricerca scientifica possono non trovare pareri unanimi; come non ricordare le polemiche, tuttora in atto, sulla clonazione. Animali “fotocopiati” allo scopo di raggiungere la “fotocopia” dell’uomo stesso, o almeno della sua parte corporea;

Ovviamente la scienza non va vista come l’anticristo dell’epoca moderna, scienza e fede non si sono mai ben conciliate, e non riusciranno mai a farlo, ma bisogna riconoscere che le nuove interpretazioni etiche delle scoperte hanno enormemente responsabilizzato gli scienziati.
Lucrezio scriveva: “Quando la nostra vita umana giaceva per terra/turpemente schiacciata da una pesante religione/che mostrava dal cielo l’orribile faccia/sopra i mortali, per la prima volta un uomo mortale,/un Greco, osò contro di quella alzare lo sguardo/e per primo resisterle contro; né la fama dei Numi/né il fulmine lo distrusse né la minaccia del cielo/strepitoso lo spaventò; ché anzi il desiderio/gli crebbe più forte e più acre lo strinse,/di rompere egli per primo/le porte serrate della natura. […] Così la religione fu calpestata/sotto i piedi mortali/e quella vittoria ci solleva alle stelle./”

In epoca contemporanea Abbagnano scrive: “Francesco Bacone concepì l’intera scienza come operante in vista del benessere dell’uomo e diretta a produrre, in ultima analisi, ritrovati che rendessero più facile la vita dell’uomo sulla terra.”
E’ proprio l’epoca di Bacone, l’epoca che avvertì con più disagio la distanza tra scienza e natura; a questa epoca però dobbiamo la perseveranza nelle sue ricerche scientifiche e tanto della nostra moderna scienza.
L’etica era ancor lontana dal divenire elemento fondante delle ricerche scientifiche, ma i problemi con la cultura contemporanea erano già fin troppo manifesti.
Oggigiorno, etica a parte, la scienza andrebbe valutata più come migliorìa per l’uomo e per il suo avvenire, come «accesso a un più alto tenore di vita», che come mostro dal quale rifuggire.

Gli scienziati, fin dai sapienti del ‘400 e del ‘500, sono uomini come noi, non vivono nell’iper-Uranio, hanno una personalità, un’etica, dei valori. Sono come gli altri uomini, ma sono gli altri uomini a non essere come loro, e questo si deve al fatto che lo scienziato deve condensare e conciliare in sé la vocazione alla ricerca con il suo codice morale; e finora si è detto quanto a volte questo sia difficile.
““Nel suo New Guide to Science, Isaac Asimov disse che la ragione per cercare di spiegare la storia della scienza ai non scienziati è che nessuno può sentirsi veramente a proprio agio nel mondo moderno e valutare la natura dei suoi problemi - e le possibili soluzioni degli stessi - se non ha un’idea esatta di cosa faccia la scienza”.