
La cittadina più inquietante del Maine è tornata. Dopo anni di attesa e voci di corridoio, It: Welcome to Derry ha finalmente debuttato il 26 ottobre 2025 su HBO (e in Italia dal 27 ottobre su Sky Atlantic), riportando sullo schermo l’universo disturbante creato da Stephen King.
La serie, ideata da Jason Fuchs e Brad Caleb Kane, si colloca come prequel diretto dei film It (2017) e It – Capitolo due (2019), esplorando le origini del terrore che infesta la cittadina di Derry e la nascita della creatura che tutti conosciamo: Pennywise.
Indice:
Un ritorno alle origini del male
Ambientata nel 1962, Welcome to Derry racconta una storia nuova ma intrecciata con il mito di It. Al centro ci sono quattro ragazzini che vivono nei pressi di una base dell’aeronautica, sede di un misterioso bunker dedicato a progetti segreti.
Quando uno di loro scompare senza lasciare traccia, gli altri partono alla sua ricerca, scoprendo che la cittadina in cui vivono nasconde segreti molto più antichi e oscuri di quanto avessero mai immaginato.
Parallelamente, seguiamo il maggiore Leroy Hanlon (interpretato da James Remar), che atterra a Derry in attesa dell’arrivo della moglie Charlotte (interpretata da Taylour Paige) e del figlio dodicenne Will.
Ma la loro nuova vita si trasforma presto in un incubo: strani fenomeni iniziano a scuotere la comunità, il male sembra risvegliarsi, e gli abitanti si ritrovano immersi in una spirale di follia e paura.
Un cast di alto livello
Il cast di Welcome to Derry è uno dei punti di forza della serie. Oltre a Taylour Paige e James Remar, troviamo Jovan Adepo, Stephen Rider, Clara Stack e Chris Chalk, che danno vita a una galleria di personaggi sospesi tra innocenza e oscurità.
Ma l’annuncio più atteso dai fan è stato senza dubbio il ritorno di Bill Skarsgård nei panni di Pennywise il Clown Danzante. Dopo la sua interpretazione magistrale nei film di Andy Muschietti, Skarsgård torna a incarnare una delle figure più iconiche e terrificanti della cultura pop contemporanea.
La sua presenza nella serie è confermata, sebbene Welcome to Derry non ruoti interamente attorno a Pennywise: l’obiettivo dichiarato degli autori è mostrare le origini del terrore e il modo in cui la città stessa diventa terreno fertile per l’entità maligna.
“Non si tratta solo del mostro”, ha dichiarato Jason Fuchs in un’intervista, “ma della paura che cresce nei luoghi in cui il male trova casa”.
Estetica anni ’60 e orrore psicologico
Uno degli aspetti più affascinanti di Welcome to Derry è la sua ambientazione negli anni ’60, un’epoca di tensioni sociali e paranoia politica. Il contrasto fra la nostalgia visiva dell’America di quegli anni e l’orrore che si nasconde sotto la superficie è potente e disturbante.
La fotografia fredda, la colonna sonora malinconica e l’uso di effetti speciali discreti ma efficaci contribuiscono a creare un’atmosfera di inquietudine costante, più vicina al thriller psicologico che all’horror “splash” dei film precedenti.
La serie punta a mantenere la coerenza visiva e narrativa con i film, ma adotta un tono più intimo, scandito da ritmi lenti e un crescendo di tensione. È una storia di mistero e trauma collettivo, dove la paura si trasmette di generazione in generazione.
L’universo di Stephen King si espande
Welcome to Derry si inserisce nel più ampio universo narrativo di Stephen King, in cui le città del Maine diventano metafore del male che corrode l’America profonda. Derry, già apparsa in numerose opere dell’autore (da It a 22/11/’63), si conferma il centro simbolico di questa mitologia: un luogo dove il tempo si piega e gli orrori si ripetono.
La serie promette anche di offrire indizi e collegamenti con i film di Muschietti, svelando dettagli sulle origini di Pennywise e sul ciclo di violenza che colpisce la città ogni ventisette anni.
In questo senso, Welcome to Derry si presenta non solo come un prequel, ma come un ponte narrativo che arricchisce il mito di It e apre la strada a possibili nuovi sviluppi.
Se le premesse saranno mantenute, la serie potrebbe imporsi come uno dei titoli horror più rilevanti del 2025, confermando che — a Derry — il male non dorme mai. E questa volta, sembra pronto a tornare più forte che mai.