
A rivelarlo è lo sciatore Raphael Mahlknecht, compagno di banco di Sinner, che in un’intervista a ‘Il Giornale’ ha regalato uno scorcio sul passato del tennista, lasciando trasparire un po’ della persona dietro lo sportivo che tutti conosciamo.
-
Leggi anche:
- Chi è Gazzelle, in gara a Sanremo 2024 con 'Tutto qui'
- Come andavano a scuola i reali della casa di Windsor
- Tutti i vincitori di Sanremo, dal 1951 a oggi
Raphael Mahlknecht, compagno di banco di Sinner: “Usciva col buio e rientrava col buio, ma non l’ho mai visto lamentarsi”
“Arrivava a scuola per ultimo”, ricorda Raphael Mahlknecht, “e inizialmente stava da solo. Lui si arrabbiava molto, perché arrivava in ritardo. Si vergognava. Dopo qualche giorno, ci siamo seduti vicini”. Questo ben prima del Sinner di oggi, lo stesso che ha trionfato agli Australian Open contro Medvedev. All’epoca la sveglia del campione suonava alle 5 di mattina perché lunga era la strada per arrivare a scuola, all’istituto Walther di Bolzano, indirizzo tecnico economico orientato allo sport: un bus da prendere, poi un treno, e infine un altro bus.“Arrivava da Sesto, era una strada molto lunga da fare. Mentre io impiegavo mezz’ora di pullman, lui doveva alzarsi molto presto; usciva col buio e rientrava col buio, ma non l’ho mai visto lamentarsi”, racconta l’ex compagno di banco. “I genitori non potevano accompagnarlo, visto che il papà Hanspeter, che lavorava come cuoco, e la mamma Siglinde, cameriera in una piccola pensione, non avevano tempo. Arrivava in ritardo solo il primo giorno. Perché si vergognava così tanto che gli altri giorni era sempre puntuale”.
La storia della pallina firmata: “Quando diventerai famoso la vendo su eBay”
La puntualità però non era tutto, visto che Sinner era anche tra i più bravi della classe. Una classe di studenti, ma anche di sportivi, come appunto Raphael Mahlknecht, sciatore del telemark: “Sono di rientro dalla Svizzera da una gara di Coppa del Mondo e ho visto il match di Jannik in macchina. Fra i nostri compagni di classe c’è anche Nicole Gabrielli, campionessa italiana nella carabina 10 metri del tiro a segno”. Spiega ancora Raphael: “Lui in Australia è stato eccezionale. Ma non mi sorprende: ha sempre detto che voleva diventare il numero 1 del tennis come il suo idolo Federer, però poi all’età di scuola tutti lo dicono, ma il difficile è arrivarci. Ho tanto rispetto per lui, adesso mancano pochi posti per scalare la vetta”. E poi un aneddoto: “Mi viene in mente quella volta a scuola in cui aveva delle palline di tennis nel suo zaino e una è caduta e l’ha presa una compagna di classe, che ha detto a Jannik: ‘Adesso ti costringo a firmare la palla e poi quando diventerai famoso la vendo su eBay’”.Beh, è il caso di dirlo, la compagna di classe ci aveva visto proprio giusto! Ma Raphael può anche raccontare di tutti i sacrifici che ha dovuto sostenere Sinner per poter conciliare i suoi obiettivi sportivi con un buon rendimento scolastico: “Gli insegnanti erano molto contenti di lui, anche se era via molto spesso per gli allenamenti e poi a maggior ragione quando per il tennis è andato a Montecarlo. Se mancava una o due settimane, nella terza doveva recuperare le verifiche in pochi giorni. Però anche sui quaderni era così bravo, qualche volta aveva fatto più di quello che facevamo noi... Era molto organizzato, ordinato, chiaro”.