Bridgerton 2: consigliata o no? Cosa ne pensiamo

Come avvenne per la prima stagione, anche il secondo capitolo di Bridgerton ha affascinato tutti, al punto che in soli tre giorni la nuova stagione della serie in costume è stata vista per 193 milioni di ore, più di qualsiasi altra serie in lingua inglese uscita su Netflix.

Ma tutto questo hype e chiacchiericcio intorno alla seconda stagione è davvero giustificato? Vale la pena spendere otto ore per recuperare tutti e otto gli episodi di cui si compone? Ebbene, noi di Skuola.net l’abbiamo finita in un sol fiato proprio per rispondere a tutte queste perplessità e per fornire un - si spera utile - parere sul prodotto di cui tutti parlano, senza però fare spoiler di alcun tipo.

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Birdgerton 2: migliore approfondimento dei personaggi

Se la prima stagione di Bridgerton è ricordata da tutti per l’appassionante love story tra il Duca e Daphne, piena di pathos, tormento, romance e, sì, anche sesso, questa seconda stagione è senza dubbio differente.

Infatti, la prima grande novità riguarda proprio le scene d’amore, molto molto ridotte rispetto a tutta la passione a cui abbiamo assistito tra il duca di Hastings e la giovane Bridgerton. Dunque, se avete intenzione di iniziare a vedere Bridgerton 2 solamente in cerca di addominali scolpiti e seni al vento, sappiate che questi saranno comunque presenti ma non nel quantitativo sperato.

Altro punto discordante rispetto alla vecchia stagione è quello riguardante la coralità della serie. Se nel primo atto abbiamo trovato approfonditi nel dettaglio principalmente il duca e la sua nuova duchessa, questi otto episodi riescono a dipingere efficacemente molti più personaggi.

Quindi, sebbene Anthony Bridgerton abbia sicuramente più spazio e possa essere definito come protagonista delle puntate, ovviamente insieme a Kate Sharma, nuova rivelazione della stagione, trovano il loro spazio anche personaggi come Eloise, la seconda figlia femmina che si trova a dover debuttare in società, o Colin, che invece è di ritorno dal suo viaggio in Grecia, o ancora Penelope Featherington, che abbiamo scoperto essere Lady Whistledown, e che matura ulteriormente cercando di proteggere la sua identità.

Bridgerton 2: nuove love story e cuori infranti

Ma, nonostante questa coralità così spiccata, le storie d’amore trovano comunque lo spazio che meritano. E quindi assistiamo al tormento di Anthony, deciso a prendere moglie, non senza però avere su di sé un ritrovato senso di responsabilità nell’essere primogenito e nel dover adeguatamente portare avanti la sua famiglia, scegliendo la donna giusta da nominare futura viscontessa Bridgerton.

Facciamo poi la conoscenza della famiglia Sharma, di origini indiane, della quale fanno parte due signorine in età da marito. Anzi, per essere più precisi, una delle due - Edwina - è al suo debutto in società, mentre l’altra, Kate, è più grande ed è nubile, e in molti già la apostrofano come zitella, ma grazie al suo carattere forte e deciso non potrai non ammirarla e seguire con il fiato sospeso tutte le sue peripezie. E anzi, sono ormai molti a considerare Kate, interpretata dall’incantevole Simone Ashley la vera stella della seconda stagione, nonché degna erede della love story del Duca e di Daphne.

Bridgerton 2: top o flop? Le considerazioni finali

Se sei quindi in cerca di una serie romantica, senza troppe pretese e che non si prende troppo sul serio, Bridgerton 2 è ciò che fa al caso tuo. Sa commuovere, sa far riflettere su tematiche non scontante, non è banale o melensa all’inverosimile ma è comunque considerabile una serie drama, quindi qualche scivolone è da tenere in conto.

Per il resto è una stagione senza dubbio riuscita e che ti tiene incollati allo schermo, in attesa dell’episodio successivo. E’ scorrevole in modo quasi fastidioso, infatti non ha in sé inutili lungaggini che rischiano di annoiare lo spettatore. E’ quindi promossa, andando ben oltre la mera sufficienza, quanto basta per aspettare con ansia le stagioni tre e quattro, già annunciate dalla stessa Netflix.