
A maggio 2022 il 23enne è stato punito con 5 mesi di sospensione, a cui poi – lo scorso novembre – ne sono stati aggiunti altri 18. Il motivo di questa punizione così severa? Aver pubblicato dei video su TikTok. Niente di strano per un giovane di quest'epoca, se non fosse che, così facendo, il fischietto ha infranto il codice dell'AIA (Associazione Italiana Arbitri).
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L'idea del canale TikTok durante il lockdown
Nel periodo antecedente al lockdown la carriera del giovane arbitro era in ascesa, era infatti impegnato nella prima categoria. Durante la pandemia il giovane si allena e – per trascorrere del tempo – apre un canale TikTok dedicato alla sua passione con il nome di “Arbitrino”. Terminate le restrizioni legate al Covid, Alessandro torna sul campo e comincia a ideare alcuni format originali: si riprende sul campo, commentando le sue prestazioni e dispensando alcuni consigli per gli aspiranti arbitri. E' lì che però arriva il primo monito: ”Durante l'Europeo, ho ricevuto alcune indicazioni dai dirigenti della mia sezione. Mi dissero di andarci piano con le opinioni personali e io ne ho preso atto" spiega il giovane a “La Gazzetta dello Sport”. E così ha fatto: da quel momento il giovane si è dedicato alla spiegazione delle regole da applicare, senza commentare i singoli casi concreti.
La decisione dell'AIA: 23 mesi di sospensione
Il canale cresce a dismisura, ma nel frattempo l'AIA sta preparando il pacchetto di sanzioni: ”Da un giorno all'altro, ho ricevuto un avviso tramite la piattaforma digitale dell'AIA. Ho scoperto che era stato avviato un procedimento di istruttoria a mio carico, però non venivano neppure spiegate le ragioni". Comincia così un lungo calvario di cui ancora oggi non si vede la fine: ”Sono stato convocato negli uffici veneti della Figc. Ho incontrato un procuratore dell'AIA, che voleva sapere quanto seguito avessi e per quale motivo pubblicassi quei video sui social. Per me è una vera e propria passione, un canale per mettermi in contatto con persone che hanno i miei stessi interessi" rivela Alessandro.
Lo sfogo del giovane arbitro: “Sui social racconto come è strutturato il mondo degli arbitri"
Ai primi cinque mesi di sospensione ne sono stati aggiunti altri 18, ma Alessandro non demorde e decide così di raccontare la sua vicenda sui social, perché convinto di essere dalla parte giusta. Infatti il giovane fischietto non contesta la decisione del Tribunale, ma ricorda il regolamento degli arbitri. A loro infatti non è consentito "fare dichiarazioni pubbliche in qualsiasi forma, anche a mezzo di siti internet, che attengano a gare dirette (…) da ogni associato, salvo espressa autorizzazione del Presidente dell'AIA (…)". Inoltre non gli è concesso "rilasciare dichiarazioni pubbliche in qualsiasi forma, attinenti gli aspetti tecnici ed associativi dell'AIA".Tuttavia, come spiega Alessandro, l'attività del giovane arbitro si sarebbe limitata a meri e semplici tutorial sul calcio in generale, e sulla carriera da arbitro, senza mai menzionare singoli episodi o opinioni personali. Per questo – conclude Alessandro - ”Ho deciso di raccontare quello che mi sta succedendo, perché è giusto che tutti sappiano come è strutturato il mondo degli arbitri. Oggi i social network sono fondamentali, l'AIA potrebbe sfruttarli per confrontarsi con i tifosi. Tra i fan e gli arbitri esiste ancora una barriera, che con internet può essere finalmente abbattuta. Ormai non ho nulla da perdere: conosco decine di persone che condividono le mie idee e mi danno la forza per andare avanti".