
Il Parlamento italiano sta valutando un disegno di legge che introduce nuove regole per l’uso dei social da parte dei minori e per l’attività dei cosiddetti “baby-influencer”. L’iniziativa prevede che l’accesso a piattaforme di social network e condivisione video sia consentito solo ai ragazzi che abbiano compiuto 15 anni, seguendo l’esempio di legislazioni già adottate in Paesi come l’Australia.
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Il ddl
Il progetto, promosso da Fratelli d’Italia e sostenuto dal Pd, punta a fissare paletti chiari per proteggere i giovanissimi dal rischio di sfruttamento. In particolare, l’accesso ai social sarebbe consentito solo a partire dai 14 o 15 anni - su questo si sta ancora discutendo - mentre chi ancora non ha raggiunto la maggiore età avrebbe limiti rigidi nell’attività di promozione di prodotti online, dai cosmetici agli abiti, dai gadget sportivi alle creme di bellezza.
L’obiettivo è garantire che i minori possano navigare e guadagnare online solo in condizioni sicure, evitando che l’attività social sia gestita esclusivamente dai genitori o da adulti senza regole precise.
Il parere della Garante per l’Infanzia
La Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza - Marina Terragni - ha definito la norma “funzionante e praticabile”, pur sottolineando che si tratta di “una legge proibizionista”. Aggiungendo: “Non esime i genitori a interrogarsi seriamente sulla loro dipendenza”, richiamando l’attenzione sull’importanza del comportamento degli adulti nell’educazione digitale dei figli.
Divieto e responsabilità familiare
L'esperta ha spiegato come il divieto possa aiutare i genitori a stabilire regole più chiare: “Nel momento in cui hai una proibizione per legge, come genitore ti è più semplice dire i tuoi no, mentre oggi per dirli bisogna essere davvero molto determinati”. Allo stesso tempo, ha sottolineato la necessità di un’auto-riflessione degli adulti: “Devi accompagnare il tuo no ad un auto-no”.
Il ruolo centrale dei genitori
Secondo la Garante, la normativa da sola non basta, infatti, a garantire un uso sano dei social: “Bisogna che i genitori si convincano che non possono pensare di delegare i compiti educativi: una volta ad una legge, una volta allo psicologo, una volta alla scuola. Devono pensarci innanzitutto loro”.
Il disegno di legge introduce inoltre limiti all’attività dei baby-influencer under 18, rafforzando la tutela dei minori nel mondo digitale e segnando un cambio significativo nelle politiche italiane di regolamentazione dei social network.