
I giovani passano meno tempo in Rete
Il fatto che, come sostiene gran parte degli esperti, la pandemia stia entrando nella sua fase discendente è dunque confermato da un altro dato che nello scorso biennio si è strettamente legato all’andamento dell’emergenza: il tempo trascorso online, in particolare da parte dei giovani. Infatti, se tra il 2019 e il 2020 era più che raddoppiata la percentuale di coloro che raccontavano di essere “connessi” dalle 5 alle 10 ore al giorno - passando dal 23% al 59% - nell’ultimo anno il dato ha iniziato lentamente a tornare sui livelli pre-pandemia: più di recente, “solo” il 42% dei ragazzi è stato collegato al web per un tempo medio così lungo.Anche coloro che si dichiarano “sempre connessi” diminuiscono, scendendo dal 18% rilevato nel 2021 al 12% del 2022. Il restante 46% degli adolescenti coinvolti nella ricerca, invece, stima di passare online meno di 4 ore al giorno, contro il 23% complessivo di 12 mesi fa. Evidentemente il ritorno alla scuola “in presenza” e le graduali riaperture hanno spinto i ragazzi a distaccarsi sempre più dal mezzo tecnologico, riappropriandosi della socialità “dal vivo”. Anche se i social network e servizi di instant messaging restano quasi un “diritto costituzionale”: l’80% degli intervistati ritiene che esista almeno un servizio fra questi di cui non si possa fare a meno nella vita.
Più attenzione alla sicurezza online, anche grazie alla scuola
Ma tra gli effetti positivi che il lento ritorno alla normalità sta avendo sulla vita digitale delle nuove generazioni c’è anche una spiccata attenzione per i temi della sicurezza online. Nell’ultimo anno più della metà dei ragazzi (55%) dice di aver ricevuto indicazioni e informazioni utili per difendersi dai pericoli della Rete; un dato quasi doppio rispetto a dodici mesi fa, quando appena il 29% affermava di confrontarsi su tali argomenti. La crescita di questa maggiore diffusione della cultura digitale è dovuta quasi esclusivamente ai docenti: gli studenti che hanno ricevuto insegnamenti sulla sicurezza online dai professori sono passati dal 12% di un anno fa al 31% attuale. In un quadro che, rispetto all’indagine 2021, vede pressoché invariata la percentuale di giovani che hanno ricevuto consigli da genitori e coetanei.Insegnamenti che si traducono poi in pratica. Ultimamente, infatti, c’è stato anche un innalzamento generale delle difese: il 47% dei giovani dichiara di aver preso misure preventive per rendere più sicura la propria navigazione, contro il 42% rilevato nel 2021. Siamo, dunque, sulla buona strada. Ma la guardia non va abbassata, perché rimane un 25% di ragazzi e ragazze che afferma di non aver mai pensato a questo aspetto; così come non è da trascurare quel 28% di giovani che vorrebbe proteggere la propria navigazione ma non sa come fare.
Una maggior consapevolezza che ha rinforzato ulteriormente la schiera, già alta, di quanti sfruttano le conoscenze acquisite per aiutare i coetanei in difficoltà: nell’ultimo anno, il 95% degli studenti coinvolti nella ricerca dichiara di aver sostenuto ragazze e ragazzi della propria età con consigli e suggerimenti per migliorare la loro esperienza nella dimensione digitale. I più diffusi? Evitare di condividere online dati sensibili, fare attenzione alle persone conosciute in Rete, non diffondere foto e video privati sul web, non condividere informazioni sensibili su altre persone senza il loro consenso, verificare l’attendibilità di chi ci manda link prima di aprirli.
I rischi della Rete non sono sconfitti
Interventi quantomai utili, visto che pur crescendo la consapevolezza sulle potenzialità e sui rischi della Rete, fenomeni come il sexting o il cyberbullismo sono tutt’altro che sconfitti. Solo negli ultimi 2-3 mesi, il 24% degli intervistati racconta di aver scambiato proprie immagini intime, mentre il 7% dichiara di essere stato vittima di atti di cyberbullismo, a cui si aggiunge un 2% di cyberbulli e un 21% di spettatori di tali atti.