
Una connessione ultraveloce che riesce ad arrivare anche nel centro abitato più sperduto? I colossi dell’informatica e delle telecomunicazioni ancora non sono riusciti a realizzarla. Però esiste ed è stata pensata, progettata e messa in funzione. Nessun ingegnere titolato o genio riconosciuto delle reti dietro l’idea ma un ragazzo di 16 anni, orgoglio tutto italiano.
NUOVO GENIO EUROPEO - Si chiama Valerio Pagliarino, è uno studente di un liceo scientifico di Nizza Monferrato (in provincia di Asti) e con la sua “LaserWan: connessione a banda ultralarga laser” si è aggiudicato uno dei premi del Concorso ‘giovani scienziati’ della Commissione UE.
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PORTARE INTERNET NEI PICCOLI CENTRI - Tutto nasce da un’esigenza personale. Nel suo piccolo Paese, Castelnuovo Calcea (sempre nell’astigiano), la connessione era lentissima: “Per il gestore – ha raccontato Valerio - è troppo costoso portare la banda larga fino a casa nostra; così si naviga al massimo a 0,6 mega”. Ma lui ha cercato di aggirare il problema mettendo a frutto una geniale intuizione.
GRAZIE AL LASER ADDIO FIBRA OTTICA - La base da cui è partito per sviluppare il progetto è abbastanza semplice, almeno a parole: la fibra ottica – alla base delle connessioni ultraveloci attuali - trasmette un segnale luminoso attraverso un canale fisico, ma la luce può propagarsi anche senza necessita di fili. Così, sfruttando le linee dell’alta tensione, si può veicolare un segnale laser ovunque arrivi luce. Un po’ più macchinosi i test per verificare il teorema: “Ho preso pezzi di un vecchio aspirapolvere, due telecomandi rotti e un paio di schede elettroniche comprate online”, ha detto Valerio.
POTENZIALMENTE RIVOLUZIONARIO - Un sistema, il suo, che ha molti pregi. Innanzitutto è economico, non richiede lavori per realizzare impianti di trasmissione (ci sono già i cavi dell’alta tensione); Valerio ha calcolato che ogni chilometro potrebbe costare attorno ai 10mila euro. E poi è velocissimo: nel suo esperimento Valerio ha raggiunto una capacità di download di 500 mega al secondo. Qualcuno ha obiettato che la nebbia o il brutto tempo potrebbero compromettere l’efficienza del segnale laser, ma Valerio ha già la soluzione anche per questo: “Mettere a punto una sorta di telemetria in stile Formula 1 che modula il segnale e può bucare anche i banchi più fitti”.