
I soldi guadagnati vanno sempre dichiarati al Fisco per pagare tasse e contributi, quando dovuti. Purtroppo
(o per fortuna a seconda dei punti di vista) non si può eludere legalmente questo principio a meno che non si fondi uno stato proprio: chi più, chi meno, fa pagare un contributo ai fini fiscali o pensionistici. Questo vale anche per i creator digitali: quando un brand o piattaforma iniziano a versare del denaro, bisogna anche considerare le implicazioni legali e fiscali.
Le disavventure fiscali del noto youtuber, gamer e creator Cicciogamer89 hanno acceso, ancora una volta, i riflettori sulla creator economy e sui suoi, presunti fino a che non ci sarà una sentenza in tal senso, lati oscuri. Così Skuola.net ha deciso di approfondire la vicenda con Jacopo Ierussi, avvocato giuslavorista e docente universitario, co-fondatore di Assoinfluencer – Associazione Italiana Influencer, la prima associazione di categoria nel suo genere in Italia. Insomma anche gli influencer hanno un sindacato e Jacopo ne è una delle anime. Lo abbiamo interpellato per chiarire e approfondire la questione.
Cicciogamer89?
La verità è che, ad oggi, non sono noti i dettagli ufficiali del caso e, a mio avviso, parlando anche da giurista, questa circostanza è parte integrante della notizia. Lo stesso creator ha saputo del procedimento a suo carico prima dalla Stampa che dai suoi legali. Ritengo che sia necessario attendere informazioni certe prima di prendere posizione sulla vicenda, fermo che il giudicare spetta alle Autorità competenti.
Affidarsi a dei professionisti del settore preparati sotto il profilo legale e fiscale in materia di creator
economy, poiché sono importanti quanto l’affidarsi ad una buona talent agency. Questa è una professione a
tutti gli effetti, nonostante l’opinione di alcuni, il ché implica determinate responsabilità ed incombenze cui adempiere personalmente, ove possibile, o tramite terzi.
influencer?
Lo stato dell’arte giuridico a livello internazionale è ancora in divenire. L’Italia sta progredendo e segni
evidenti di ciò sono i plurimi interventi di Antitrust e IAP per tutelare i consumatori, l’ingresso di influencer e creator tra le professioni non ordinistiche ai sensi della L. n. 4/2013, l’approvazione del cd. “Emandamento Creators” nella Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021, ma c’è ancora molto da fare.