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Sentiamo spesso parlare di challenge, cioè quelle sfide che trovano spazio nei diversi social network e coinvolgono soprattutto gli adolescenti: a volte si tratta di giochi innocenti, ma in alcuni casi possono mettere a rischio l’incolumità fisica e psicologica delle persone. Specie se si parla di bambini o ragazzi. Si può arrivare persino a risvolti tragici, come purtroppo non poche volte leggiamo sui giornali. “Incidenti” mortali sui quali si allunga proprio l’ombra delle challenge online. Alcune di esse - come la Blue Whale o la Jonathan Galindo Challenge - puntano proprio a coinvolgere le “vittime” in un “gioco” autolesionista sempre più spinto. Ma ci sono anche casi in cui in un adolescente nasce la voglia di prendere parte a una sfida pericolosa solo per emulazione, o per dimostrare ad amici o conoscenti il proprio coraggio, attraverso un video postato sui social mentre si compie un atto “folle”. Ovviamente, niente di tutto ciò dovrebbe essere necessario per ottenere l’ammirazione dei propri contatti in Rete. La realtà, però, è che “prove” di questo tipo proliferano e sono sempre più comuni sul web. Come fare a riconoscerle e a starne lontano? Ad aiutarci gli esperti di Generazioni Connesse - il Safer Internet Centre Italiano - che attraverso una serie di consigli ci renderanno chiaro come evitare di cadere in “trappole” del genere.
Challenge pericolose, la sfida affascina i giovani e la rete la “amplifica”
Come spiegano gli esperti di Generazioni Connesse, in realtà il fenomeno delle sfide non è una novità: da sempre questo aspetto ha caratterizzato il periodo della giovinezza. Spesso a questa età si pensa di essere immortali o si sfida la vita per dimostrare il proprio coraggio, come rito di iniziazione per far parte di qualche gruppo. Ricordi i film degli anni ‘50 con le corse in macchina e la sfida a chi frenava per ultimo prima del burrone? Non c'è molta differenza con le challenge presenti in rete oggi.La grande differenza sta nella divulgazione. La Rete rappresenta una cassa di risonanza incredibile per cui una sfida, una moda, un trend prendono piede in brevissimo tempo e raggiungono un pubblico vastissimo, smartphone dopo smartphone.
Invito a una challenge? Meglio rispondere di no
Tanti ragazzi si trovano invischiati in challenge pericolose perché invitati da amici o sconosciuti. Molti di loro si lasciano convincere perché temono di essere visti come vigliacchi o pensano di “perdere la faccia”. Il consiglio è quello di riflettere bene su questo e di saper dire subito di no, prima di cadere in situazioni da cui è difficile uscire. Perché il coraggio di una persona non si misura sulla sua capacità di accettare o meno sfide di questo tipo.
Attenzione ai ragazzi più piccoli
E’ molto importante - raccomandano gli esperti di Generazioni Connesse - che i ragazzi entrino in contatto con i social network non prima dei 14 anni, così come previsto dai termini e condizioni di utilizzo degli stessi nonché dalle norme vigenti a livello giuridico. Più piccoli si è, meno si ha la capacità di discernere tra un pericolo reale e un "gioco". Il ruolo dei genitori, in questo, è fondamentale.
Blue Whale, Jonathan Galindo Challenge e le altre: occhio a questi profili (spesso fake)
Di sicuro tra le challenge più pericolose ci sono quelle che invitano, sfida dopo sfida, a compiere gesti autolesionisti sempre più gravi. Tra queste, le famose Blue Whale o Jonathan Galindo Challenge. Spesso queste challenge sono legate a profili fake che non è facile riconoscere, perché si moltiplicano velocemente quando si affermano mode di questo tipo. Ovviamente lo scopo è quello di generare ancora più curiosità e allarmismo. Comunque sia, indipendentemente dal fatto che siano profili reali o fake, quando ci si imbatte in qualcosa del genere è meglio girare alla larga e, nel caso si sia particolarmente turbati, rivolgersi ad un adulto, sempre!
Challenge pericolose: individuare i segnali di allarme può aiutare chi è “in trappola”
Come capire se un amico, un conoscente o un parente è entrato nel labirinto delle challenge tipo Blue Whale o Jonathan Galindo? Non è sempre facile individuarli. Di solito, chi entra per davvero in certi circuiti è costretto al silenzio assoluto e a portare avanti la propria vita come se nulla fosse. I genitori di diverse vittime hanno rilevato proprio l’incapacità di cogliere i segnali di un disagio da parte dei loro figli. Bisognerebbe fare attenzione a ciò che scrivono, a ciò che disegnano, alla presenza di segni di autolesionismo, alla morbosità con cui parlano di argomenti un po' particolari e di cui non avevano mai parlato prima...
“Intrappolati” in una challenge pericolosa? Rivolgersi subito a un adulto fidato
Qualora si ha l’impressione o il sospetto che una persona vicina sia caduta nella trappola di una challenge pericolosa, è bene non fare finta di niente. Bisogna subito parlare con lui e rivolgersi a degli adulti fidati che possano intervenire preventivamente. Se si ha poi la certezza dell’esistenza di un profilo fake (o addirittura) reale che sta coinvolgendo in una sfida un amico, un conoscente o un parente, per di più minorenne, ci si può rivolgere direttamente alla polizia postale per tenere sotto controllo la situazione. Lo stesso vale se siamo noi stessi a ritrovarci in un “giro” da cui non si riesce più a uscire: rivolgersi a un adulto può letteralmente “salvarci”. Non importa che siano i genitori: può essere un insegnante, un allenatore, un catechista... Va bene tutto, purché si tratti di una persona che possa tutelare il minore nel rispetto della confidenza che c'è stata. In casi particolarmente gravi, si può anche valutare di rivolgersi alle autorità giudiziarie e alla polizia postale.
Mai abbassare la guardia in Rete
La cronaca degli ultimi mesi ci insegna che la Rete è un luogo di grandi opportunità ma anche di rischi. Necessario, quindi, osservare sempre delle regole di comportamento basilari per evitare di incappare in situazioni difficili. “Non accettare le caramelle dagli sconosciuti”, si diceva una volta. In Rete questo vale all'ennesima potenza. Qualche esempio? Cercare di non dare confidenza a chi non si conosce, evitare luoghi pericolosi (ad esempio il dark web), non fornire troppe informazioni personali nei social e nei videogames, non esporre eccessivamente sé stessi o il proprio corpo (sexting , ecc, ecc), non credere a tutto ciò che si vede o che viene condiviso, fare un'attenta analisi delle fonti di certe notizie e verificarne la validità...