
Un usciere dell'università si innamora di una giovane segretaria, ma la donna non ricambia il sentimento. Quel rifiuto solleva l’odio ed arma la mano dell’uomo che decide di vendicarsi iniettando del veleno nell'acqua della donna attentando alla vita di colei di cui si sente vittima, pur diventandone il potenziale carnefice.
E’ accaduto all’Università degli Studi di Bologna, dove, per fortuna, la tragedia è stata sventata. L’ennesimo caso di stalking.
I SOSPETTI DELLA VITTIMA
- Era la fine di novembre quando la trentunenne dipendente della segreteria dell’Alma Mater di Bologna si insospettisce per la prima volta dell’acqua torbida contenuta nella bottiglietta che è solita lasciare sulla propria scrivania anche oltre l’orario di chiusura dell’ufficio. Un particolare già notato in precedenza dalla donna, ma evidentemente non preso in seria considerazione. Così la segretaria, mossa da timore, si rivolge ai carabinieri. Sono i Nas a rilevare nel contenuto di quella bottiglietta, che poteva diventare l’arma del delitto, tracce residuali di morfina. Immediata scatta la denuncia.
ALTRI TENTATIVI
- A distanza di pochi giorni, l’acqua della bottiglietta della segretaria appare di nuovo torbida, ma questa volta non a sorpresa. Pur non riuscendo i Nas ad identificarne il contenuto, la Procura stabilisce di istallare una telecamera nell’ufficio della donna, ovviamente ad insaputa del potenziale stalker. Telecamera grazie alla quale l’usciere viene filmato ad iniettare con la solita siringa cloroformio ed etere etilico nella bottiglia della sua potenziale vittima. Il 18 dicembre scorso, finalmente, i carabinieri colgono l’uomo in flagrante mentre effettuava nuovamente l’operazione di avvelenamento dell’acqua destinata alla donna, altro che filtro d’amore. Nel tentativo di discolparsi ha affermato che si trovava in quell’ufficio solo per effettuare un controllo.
LE PROVE DEL CRIMINE
- La scoperta di siringhe, bottigliette, fiale di liquidi e veleno per topi all’interno del suo armadietto e presso la sua abitazione hanno eliminato ogni velo di sospetto sul responsabile dell’azione, e incastrato il 45enne. Così l’usciere è stato arrestato e accusato di stalking nei confronti della segretaria che, dopo averlo riconosciuto, ha raccontato che tempo prima aveva declinato un invito dell’uomo. In questa triste vicenda, dall’epilogo fortunatamente non tragico, pieno riconoscimento è andato al rettorato che, come sottolineato dal procuratore aggiunto Walter Giovannini, “fin dal primo momento ha collaborato in pieno con procura e carabinieri”.
Margherita Paolini