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sentenza tar toscana

Un genitore separato, secondo una sentenza del TAR Toscana, potrà conoscere la situazione universitaria del proprio figlio.

A stabilirlo è la sentenza n. 1212/2025, depositata lo scorso 27 giugno, che riconosce il diritto dei genitori separati a conoscere l'andamento negli studi dei figli maggiorenni. Questa informazione sarà possibile averla, però, se necessaria per la valutazione dell’assegno di mantenimento.

Indice

  1. La richiesta di un padre
  2. Il TAR dice sì, ma con riserva
  3. I paletti della sentenza: cosa non si può sapere

La richiesta di un padre

Tutto è partito dalla richiesta di un padre divorziato che, come molti, si trovava a versare un assegno di mantenimento alla figlia, ormai 31enne. 

La figlia però, per motivi suoi, non forniva alcuna informazione chiara e precisa sulla sua situazione universitaria. Era ancora iscritta? Aveva dato esami? Si era laureata? Insomma, un vero e proprio mistero. 

Non riuscendo a ottenere risposte dirette, il padre ha deciso di fare un passo importante: si è rivolto direttamente all'Università di Pisa con una istanza di accesso agli atti

Voleva semplicemente sapere la verità per capire se fosse ancora giusto e doveroso continuare a pagare quell'assegno.

Il TAR dice sì, ma con riserva

L'Università di Pisa, però, aveva inizialmente respinto la richiesta del padre, tirando in ballo il proprio regolamento e la normativa sulla privacy, sostenendo che il "curriculum studiorum" è roba privata e accessibile solo con il consenso dello studente

E la figlia? Anche lei, interpellata, ha presentato una motivata opposizione, e l'Ateneo l’ha ritenuta valida. 

Sembrava una porta chiusa, fino all’intervento del Tribunale Amministrativo Regionale che ha ribaltato questa posizione. I giudici hanno chiarito che la legge (gli articoli 22 e seguenti della Legge 241/1990) non mette un freno assoluto all'accesso. Anzi, impone un bilanciamento tra interessi che si scontrano. 

Secondo il TAR, il diritto di accedere a questi documenti è sacrosanto quando sono "necessari per curare o difendere i propri interessi giuridici", anche se non c'è ancora una causa in corso. 

Il TAR ha sottolineato che sapere se la figlia era ancora studentessa era "un mezzo utile per valutare la permanenza dell’obbligo di mantenimento". L'interesse del genitore, in questo caso, ha avuto la meglio sulla privacy della figlia, almeno per quanto riguarda iscrizione, esami sostenuti (con relative date) e l'eventuale laurea.

I paletti della sentenza: cosa non si può sapere

La sentenza del TAR, pur aprendo questa nuova via, ha però posto dei limiti ben precisi. Non è un "liberi tutti". Il Tribunale ha stabilito che l'interesse alla riservatezza della figlia maggiorenne prevale sulle votazioni riportate nei singoli esami

In pratica, il padre ha diritto di sapere se la figlia studia e che progressi fa, ma non i voti presi in ogni singolo esame. Questo perché, secondo i giudici, la conoscenza dei voti non è strettamente necessaria per valutare se l'obbligo di mantenimento debba continuare. Quei dati rimangono sotto la tutela della privacy. 

E non solo: la sentenza ha richiamato anche l'articolo 30 della Costituzione, quello che parla del diritto-dovere dei genitori di educare e istruire i figli. Ma ha anche precisato che questo principio non può derogare in modo assoluto alle norme sulla privacy, specialmente quando si tratta di un figlio ormai adulto e autonomo

Quindi, l'Università di Pisa è stata obbligata a fornire le informazioni richieste, ma con l'esclusione delle votazioni.

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