Margherita Paolini
di Margherita Paolini
4 min
Autore
terroni università chieti

Nei giorni scorsi una pagine Facebook dell'università di Chieti recitava "Psicologia a Chieti ancora a numero aperto per accogliere immigrati terroni". L’altolà ai terroni, vale a dire agli studenti provenienti dalle zone meridionali d’Italia, è partito da uno studente della facoltà di psicologia dell’Università di Chieti che dopo aver lanciato il sasso ha preferito ritrarre la mano rimanendo nell’anonimato. Quest’ultimo si sarebbe eletto a portavoce di un’insofferenza generale nutrita da tanti studenti contro i propri compagni di corso originari delle “lontane” regioni del Sud Italia.

LA PAGINA FACEBOOK INCRIMINATA - Lo studente anti-terroni ha deciso di fondare una pagina Facebook in cui dare libero sfogo a commenti poco piacevoli nei confronti delle vittime prese di mira, intitolandola così: “Psicologia a Chieti ancora a numero aperto per accogliere immigrati terroni”. Sono cascati nella trappola per allodole alcuni altri studenti che hanno condiviso la proposta lanciata implicitamente dal fondatore della fanpage incriminata: rendere la facoltà di psicologia a numero chiuso, in modo da ridurre le possibilità di ingresso anche ai giovani provenienti dal Meridione.

LA GUERRA MEDIATICA - Inevitabilmente è scoppiata una guerra mediatica di insulti e discriminazioni di vario genere tra gli iscritti all’Ateneo. Infatti molti “terroni” non hanno tardato a rispondere alle accuse dei loro coetanei ricordando loro che proprio la presenza di moltissimi studenti del Sud rappresenta una risorsa per il territorio e per la stessa Università D’Annunzio. Insomma, la bacheca della fanpage incriminata è stata per qualche giorno vetrina di insulti e attacchi tra giovani connazionali.

LA DENUNCIA E LA CHIUSURA DELLA PAGINA FACEBOOK - Inutile dire che la denuncia ai carabinieri da parte dei rappresentanti di Azione universitaria è scattata immediatamente. Il fatto è stato presentato alle autorità di dovere dopo una raccolta generale di lamentele da parte di moltissimi studenti della D’Annunzio. Una copia del verbale è stata affissa nella Facoltà di Psicologia e pubblicata nella pagina Facebook dell’associazione. «Tale pagina ha contrariato moltissimi studenti visto che in molti veniamo dal Meridione e ci sentiamo toccati in primis»: queste sono le parole ben leggibili nel verbale redatto. Parole che, a quanto pare, non sono riuscite a mettere un punto alla diatriba tra studenti.

IL WEB, LUOGO DI DISCRIMINAZIONE? - Il web ancora una volta è stato strumentalizzato per dare vita ad un terribile processo di discriminazione tra giovani studenti. L’uso improprio di Facebook, anche in questa vicenda, ha mietuto vittime e disseminato discordia tra ragazzi. Fortunatamente non mancano giovani pronti a mettersi in gioco per la difesa dell’uguaglianza e della parità tra studenti, denunciando le discriminazioni e le intolleranze nei confronti dei deboli di turno. Una vicenda questa che ci mostra come proprio tra le giovani generazioni, purtroppo, esistano ancora barriere e confini socio-territoriali che non hanno niente a che vedere con il progresso e con il concetto tanto caro di civiltà.

E tu hai assistito a fenomeni di intolleranza mediatici?

Margherita Paolini

Skuola | TV
Mancano esperti di cybersicurezza: un lavoro per diplomati e laureati, anche umanisti - #Sapevatelo con Nunzia Ciardi (vicedirettore ACN)

Nel nuovo episodio del vodcast YouTube di Skuola.net, il Vicedirettore dell’Agenzia per la Cybersicurezza, Nunzia Ciardi, spiega perché questo settore riguarda ciascuno di noi

Segui la diretta