matteobortone
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ritardi treni

Per risparmiare sul pernottamento, aveva scelto di viaggiare in treno di notte. La sveglia è suonata all'alba, l'emozione era tanta: l'obiettivo era raggiungere Pescara, da Pordenone, per le 8.30, in tempo per un corso di preparazione a un esame decisivo per la sua carriera universitaria.

Il programma di viaggio prevedeva un cambio a Bologna, uno snodo cruciale per molti viaggiatori. Tutto sembrava filare liscio ma, quando le aspettative si scontrano con una normalità fatta di ritardi e disagi, tutto può cambiare.

Indice

  1. Un piano andato in fumo in pochi minuti
  2. I dati confermano i disagi

Un piano andato in fumo in pochi minuti

A quella destinazione, lo studente non ci è mai arrivato. A causa di un ritardo accumulato già sulla tratta Pordenone–Bologna, ha perso tutte le coincidenze. La prima corsa utile per Pescara sarebbe partita alle 8 del mattino, ma sarebbe arrivata a mezzogiorno, troppo tardi per il corso.

A quel punto, la decisione drastica: tornare indietro. Biglietto rimborsato, un altro per Pordenone e qualche ora passata in stazione, con altri viaggiatori nella stessa situazione. Una giornata completamente persa, un'opportunità sfumata, un sogno infranto per un banale, quanto purtroppo usuale, ritardo.

I dati confermano i disagi

Il disagio di questo studente, condiviso sui social, è solo una delle tante prove di una normalità sempre più difficile da giustificare. I ritardi ferroviari, che un tempo avrebbero scatenato l'indignazione collettiva, oggi rientrano sempre di più nella routine. Lo dimostrano i dati raccolti tra il primo e il 18 giugno proprio nella stazione di Pordenone.

Su un totale di 1.087 partenze, ben 179 hanno subito un ritardo superiore ai cinque minuti. In percentuale, il 16,47 per cento. Non va meglio per gli arrivi: su 1.072 treni monitorati, 155 sono giunti fuori orario, pari al 14,46 per cento. In poco più di due settimane, si contano 334 corse in ritardo. Una media di quasi venti al giorno.

Non si tratta di disservizi gravi o eclatanti, ma di una somma continua di piccoli slittamenti che, messi insieme, generano conseguenze reali anche a tanti studenti che arrivano in ritardo agli esami o alle lezioni. Un problema strutturale, che si presenta con puntualità ogni mese, senza essere mai risolto.

A febbraio, nella stessa stazione, si era registrata una media di dieci treni in ritardo al giorno, con picchi di diciotto. Ad aprile, nel campione di monitoraggio, su sessantasei partenze rilevate diciassette erano fuori orario: il 25,76 per cento.

Nessun miglioramento sensibile nel tempo, nessuna inversione di rotta. A preoccupare ora, più dei numeri, è la tendenza ad accettarli quasi in modo rassegnato.

Data pubblicazione 23 Giugno 2025, Ore 15:53 Data aggiornamento 23 Giugno 2025, Ore 15:55
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