Cristina Montini
di Cristina Montini
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Studiare all'estero costituisce un’esperienza di vita fondamentale per allargare le proprie conoscenze accademiche e culturali

Studiare all'estero era ritenuto il completamento di ogni buona istruzione già dal '400 quando nacque il Grand Tour, il viaggio all'estero dei giovani aristocratici inglesi. Questa consuetudine si è sempre più diffusa poiché i benefici di studiare all'estero sono tangibili e immediati. Primo fra tutti l’acquisizione di una lingua straniera. In più, come diceva Sant'Agostino, “Il mondo è un libro e chi non viaggia ne conosce solo una pagina”.

IL PRIMO PROGRAMMA DI STUDY ABROAD - Il programma Erasmus, l’iniziativa che forse ha contribuito più di ogni altra ad unire i popoli europei, nasce 25 anni fa. Prima dell’Erasmus, non erano molte le università europee ad avere programmi strutturati per mandare all'estero i propri studenti. In America, il primo programma di Study Abroad, di studio all'estero, nasce già negli anni '20 dello scorso secolo.

ERASMUS E STUDENTI ALL'ESTERO - In queste settimane si sta discutendo del futuro dell’Erasmus visti i problemi di bilancio dell’Europa. Quale che sia la decisione, il movimento di giovani che vanno a studiare all'estero non si fermerà. Anzi, sono sempre più numerose le iniziative individuali e istituzionali che permettono di fare uno scambio di studio.

CONOSCERE IL MONDO - Andare all'estero costituisce un’esperienza di vita fondamentale per allargare le proprie conoscenze accademiche e culturali e per crescere e diventare cittadini responsabili di un mondo sempre più globale. L’esperienza diretta di vita in un contesto culturale e geografico diverso permette, infatti, di superare tanti stereotipi e pregiudizi e maturare sviluppando un dialogo aperto con l’alterità.

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