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In quanto a tecnologia, la Silicon Valley fa tendenza come Hollywood per il cinema e le passerelle parigine per la moda. Oggi la culla delle startup dice la sua sui laureati e li definisce impreparati al lavoro.

Molto meglio chi si forma con percorsi alternativi: è quanto sostiene un articolo del sito specializzato Techcrunch.com. E dire che i college americani sono tra i più qualificati per i ranking mondiali, anche e soprattutto per l'I-Tech. Ecco perché, quindi, potremmo assistere al declino delle università anche qui in Italia.

SILICON VALLEY E LA MORTE DELL'UNIVERSITA' - Le startup, che oggi rappresentano la speranza dell'impresa giovane in Italia, hanno in realtà conosciuto il pieno sviluppo almeno 10 anni fa. Dove? Ma nella Silicon Valley, of course. Per questo, se i guru dell'innovazione sanciscono il fallimento degli studi universitari dovremmo aspettarcelo anche qui in Italia. Probabilmente, tuttavia, dovremmo aspettare altri dieci anni perché la profezia si compia. Il problema, si legge su Techcrunch.com, è che "non solo i costi dell' istruzione stanno entrando in una spirale fuori controllo, ma gli studenti lasciano l'università senza la capacità di produrre...qualsiasi cosa. Viviamo nell'era del codice, e tuttavia, gli studenti universitari si laureano a malapena in grado di leggere o scrivere un saggio - per non parlare di fare un app".

Scopri i percorsi alternativi all'università italiani: gli ITS

QUESTI OTTIMI, INUTILI, RANKING - Davanti all' estrema unzione dell'università da parte degli impietosi nerd della Silicon Valley, a nulla vale sbandierare le classifiche universitarie mondiali, dove i college a stelle e strisce occupano sistematicamente le prime posizioni. Stando al QS World University Ranking, per quanto riguarda lo studio dell'Informatica, le americane MIT e Stanford battono tutti in prima e seconda posizione. Altri 4 "college" sono poi tra i primi dieci al mondo, tra cui si trova ovviamente anche Hardvard e Princeton. Se parliamo di Ingegneria Elettrica ed Elettronica la situazione cambia di poco. Di nuovo troviamo l'Istituto di Tecnologia del Massachussets a fare da padrone, con altre tre americane nelle prime posizioni. La stessa situazione si ripete per l'Ingegneria industriale e meccanica. Eppure, "i piani di studio sembrano progettati in un epoca preistorica" si legge sul portale statunitense. "Ovunque negli Stati Uniti, Austin, o New York o in altre città, o al di fuori degli Stati Uniti come il Giappone e l'India, stiamo vedendo lo stesso problema fondamentale, cioè che le università non stanno insegnando le cose giuste" dichiara Ashu Desai, co-fondatore di "Make School", percorso alternativo all'università dalle caratteristiche particolarmente tecniche.

L'ALTERNATIVA: LE SCUOLE TECNICHE - Le più promettenti e/o affermate aziende californiane sembrano così guardare con sempre più interesse alle scuole che formino al "saper fare", e velocemente. Questi percorsi alternativi all'università hanno di norma una durata inferiore, e hanno il pregio di infondere agli studenti non solo il pensiero critico, ma anche capacità ingegneristiche e produttive da mettere subito all'opera nel campo dell'innovazione e della tecnologia. Se questo si avverasse anche in Italia, potremmo assistere al boom delle scuole professionalizzanti e degli ITS (Istituti Tecnici Superiori). In comune con le scuole tecniche americane come la Make School di Desai hanno infatti il carattere tecnico e la rapidità del percorso rispetto ai classici corsi di laurea.

Carla Ardizzone