
I corsi universitari seguono un calendario piuttosto formale, tant’è che il numero di crediti associato all’esame è proporzionato alla durata del corso stesso.
Eppure è anche vero che, all’università, è molto raro che un’ora di lezione corrisponda effettivamente ai canonici 60 minuti tondi.
C’è infatti il cosiddetto “quarto d’ora accademico”, ovvero i soliti 15 minuti prima dell’inizio della lezione, concessi agli studenti per spostarsi da un corso all’altro. E poi c’è la pausa, spesso concessa tra la prima e la seconda ora. E talvolta c’è anche il “quarto d’ora accademico al contrario”, ovvero l’interruzione della lezione qualche minuto prima del termine dell’ora.
E proprio a questo proposito, uno studente pone un quesito su Reddit: “Avete mai fatto 2 ore intere di lezione?”.
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Quanto durano (veramente) le lezioni universitarie?
Lo studente espone così il suo dubbio: “Sin dai primi giorni del primo anno di uni (ora sto al secondo) ho notato che la maggior parte dei prof inizia 5/10 min dopo e ci fanno finire anche 20 min prima”.
Precisa, poi: “Non tutti però, per esempio quest'anno abbiamo un prof che ci fa uscire puntuali alle 13:00 mentre altri a volte ci fanno uscire dai 15 ai 30 minuti prima”.
Insomma, le possibilità sono tante, a seconda del professore. A essere indubbia è la strana gestione del tempo durante le lezioni universitarie, anche perché non sembra esserci nessuna regola scritta in tal senso. L’inizio e la fine delle lezioni, in altre parole, dipenderebbero quasi esclusivamente dalla decisione del docente di turno.
I commenti: “Un’ora accademica corrisponde a 45 minuti”
Tra i commenti, ognuno ha portato la sua esperienza: “A me raramente capita che non ci diano i 10 min di pausa”, scrive qualcuno, “ma in genere sono davvero tanto flessibili, quasi nessuno ci fa fare due ore piene”.
Qualcun altro spiega: “Biologicamente, il cervello umano ha la soglia dell'attenzione massima di 50 minuti. I prof che non fanno pausa semplicemente hanno effetti controproducenti sull'apprendimento degli studenti”.
Ma tra i commeti c’è anche chi è più mordace: “Un’ora accademica corrisponde a 45 minuti, se hai due ore di lezione hai diritto a 30 minuti di pausa”. Quindi conclude con una sorta di tassonomia non proprio elegante: “I prof onesti le rispettano, gli str**zi se ne fregano e quelli con la mamma put**na ne abusano”.
Eppure, la regola non scritta del quarto d’ora non sempre viene rispettata: “A professioni sanitarie praticamente nessuno rispetta i 15 min accademici, ricordo ancora la prof di farmacologia che alle 9 iniziava precisa e alle 11 quando il prof dopo non arrivava lei andava avanti”.
E a confermare: “Da me fanno anche 3 ore senza pause, dipende dal professore”.
Perché si dice un quarto d'ora accademico?
Il "quarto d'ora accademico" è una tradizione tipica delle università, soprattutto in Italia e in alcuni paesi europei. Consiste nel “ritardo ufficiale” di quindici minuti rispetto all'orario programmato di inizio di una lezione, una conferenza o un altro evento accademico.
In pratica, se una lezione è fissata per le 10:00, gli studenti e i professori si aspettano che inizi effettivamente alle 10:15. Questo “ritardo” permette a tutti di avere un po’ di flessibilità, per esempio per spostarsi da una lezione all'altra o per organizzarsi senza eccessiva fretta.
La tradizione naturalmente risale all’antichità, quando gli orari erano meno rigidi, anche a causa della mancanza di orologi portatili che permettevano una puntualità perfettamente sincronizzata.