ImmaFer
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‘Meglio una facoltà che fa trovare lavoro o una che mi piace davvero?’

“Ciao a tutti, scrivo perché ho un dubbio che mi sta consumando da mesi”. Inizia così il post, pubblicato su Reddti, da una ragazza alle prese con una delle scelte più difficili per chi si affaccia all’università: seguire ciò che appassiona o puntare su un percorso più sicuro dal punto di vista lavorativo?

La studentessa, nel testo, racconta di essere affascinata da ambiti artistici e umanistici, ma allo stesso tempo attratta da corsi come economia, ingegneria o facoltà sanitarie, che ritiene più “strategici”.

“La verità - dice - è che ho paura di non trovare lavoro dopo la laurea e finire a fare tutt’altro o a dovermi reinventare da zero”. Non è una questione solo di passione, ma anche di realismo.

La sua domanda, perciò, è diretta: “In un mondo dove trovare lavoro è sempre più difficile, forse la cosa più sensata è fare una scelta più strategica e meno ‘di cuore’?

Indice

  1. Chi ha scelto la strada sicura (e se ne è pentito)
  2. Tra passione e realismo: esistono vie di mezzo?
  3. La fatica c’è comunque, tanto vale studiare ciò che ti interessa
  4. Una scelta che rimane personale
  5. La risposta giusta forse non c’è

Chi ha scelto la strada sicura (e se ne è pentito)

Molti utenti si sono riconosciuti nel suo dilemma, condividendo esperienze personali. Uno di loro scrive: “Ho fatto una triennale che non mi interessava minimamente, solo per far felice la mia famiglia. Mi sono laureato con il massimo, ho iniziato a lavorare (lavoro con una buona paga) e SBAM. Depressione totale”. La consapevolezza arriva tardi, ma è lucida: “Iniziare in un ambito che non mi dice niente mi ha proprio spento. E questo si riflette su tutto: zero voglia di dare il massimo, nessuna motivazione”.

Nonostante tutto, questo ragazzo non si sente in grado di dare un consiglio netto: “Vorrei consigliarti di seguire quello che ti piace, ma la verità è che non sono mai stato dall’altra parte”. Una cosa però è certa: “Fare qualcosa che non ti piace ti lascia addosso un sacco di rimpianti”.

Tra passione e realismo: esistono vie di mezzo?

C’è, poi, chi prova a cercare un equilibrio: “Se ti piace quello che fai e diventi veramente bravo in quello, le opportunità si trovano”. E ancora: “Io ti consiglierei di dare un’occhiata a qualche via di mezzo magari, ad esempio, ingegneria+arte → architettura?”

Altri, invece, adottano un approccio più secco, quasi cinico: “Riassumo la grande verità che in molti vogliono ignorare: devi fare l’università che ti fa meno schifo tra quelle che danno lavoro”. Oppure: “Ti piace la musica? Suona nel tempo libero. Ti piace la filosofia? Leggi nel tempo libero. Vai all’università per poi cercare un lavoro? Non prendere una laurea umanistica”.

La fatica c’è comunque, tanto vale studiare ciò che ti interessa

Qualcuno risponde mettendo in discussione proprio la logica di partenza: “Secondo me già si fa molta fatica a trovare lavoro in Italia, a sto punto studia quello che ti piace. Anche perché sono tanti anni, sarebbe ancora più difficile avere buoni voti se non ti interessa”.

Il rischio, secondo altri, c’è in ogni caso: “Rinunciare ad una laurea che ti piace tanto è sì un peccato, ma mai come quello di chi studia per la laurea dei sogni e scopre che non farà mai quel lavoro lì”.

Una scelta che rimane personale

Tra le tante risposte, però, una in particolare mette l’accento su come le esperienze siano difficili da confrontare tra loro: “Le scelte più importanti nella vita ti consiglio rimangano personali nel profondo”.

Questo utente racconta di aver scelto un percorso “sicuro”, continuando però a coltivare le sue passioni nel tempo libero. “Un po' alla volta mi sto pure appassionando a quello che studio. Vedendo questo percorso come un mezzo per uno scopo, sto anche iniziando a strutturare obiettivi che mai avrei pensato prima”.

Il dubbio, comunque, resta: “Il what if sull’aver potuto optare per la propria passione a tempo pieno rimane”. Anche perché, sottolinea, “una scelta si può rivelare migliore all’inizio e non alla fine, o il contrario”.

La risposta giusta forse non c’è

A leggere le esperienze condivise, sembra dunque che non ci sia una formula universale. Per alcuni il compromesso ha funzionato, per altri ha lasciato un senso di vuoto. Per altri ancora, la risposta è dentro se stessi: “Come in ogni scelta della vita si presentano pro e contro, sta a te soppesarli. Vai d’istinto, la vita ci riserva un percorso sempre e comunque”.

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