matteobortone
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Il piano del Ministero dell'Università e della ricerca per trattenere i giovani laureati

La fuga dei cervelli, un fenomeno in continua crescita in Italia, sembra che stia finalmente ricevendo attenzione da parte delle istituzione. Non a caso, il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha presentato un piano che punta a rendere il sistema accademico e di ricerca italiano più competitivo, per incentivare la sua attrattività agli occhi dei giovani ricercatori che hanno cercato fortuna all’estero.

Il piano, come riporta 'Il Sole 24 ore', prevede varie fasi: si parte dal primo intervento concreto, ovvero un avviso pubblico che verrà pubblicato prossimamente e sarà sostenuto da un finanziamento continuo. Ecco nel dettaglio cosa prevede il piano.

Indice

  1. Un piano strutturato in più fasi
  2. Chi può partecipare al bando?
  3. Un’ulteriore spinta economica

Un piano strutturato in più fasi

La strategia illustrata dal Ministero dell’Università e della Ricerca non prevede, dunque, un’azione isolata ma una serie di interventi pensati sul lungo periodo. Bernini ha spiegato che l’obiettivo è rendere il sistema accademico italiano "più attraente", specialmente per i giovani ricercatori italiani che si sono trasferiti all’estero.

La prima fase prevede un bando di 50 milioni di euro per attrarre giovani italiani e stranieri che hanno vinto i prestigiosi Erc Starting Grants o Erc Consolidator Grants, ovvero programmi di ricerca finanziati dall'European Research Council, destinati a ricercatori di eccellenza di ogni età e nazionalità, che intendono svolgere attività di ricerca di frontiera negli Stati membri dell'Ue o nei Paesi associati.

Nel dettaglio, lo Starting è destinato a ricercatori con 2-7 anni di esperienza post-dottorato e un curriculum promettente; il Consolidator, invece, è dedicato a ricercatori con 7-12 anni di esperienza post-dottorato, che abbiano già dimostrato indipendenza e maturità scientifica.

Il finanziamento però, spiega il Ministro, non si fermerà qui ma avrà un sostegno economico continuo.

Chi può partecipare al bando?

Per essere ammessi, i ricercatori devono aver concluso il loro progetto in una “Host Institution” estera (università o centro di ricerca) e aver continuato la loro attività fuori dall'Italia.

L’idea è quella di coinvolgere chi sta già lavorando all’estero, ma è desideroso di tornare nel nostro Paese o di trasferirsi da queste parti per la prima volta.

Le proposte progettuali che arriveranno potranno durare fino a 36 mesi, dando ai ricercatori il tempo necessario per sviluppare idee innovative.

Un altro aspetto interessante è che il bando è aperto anche a ricercatori stranieri, incentivando quindi il trasferimento di competenze internazionali in Italia.

Un’ulteriore spinta economica

Il piano, però, non si limita a questo primo intervento. Oltre ai 50 milioni dedicati al rientro dei ricercatori, sono stati stanziati 5 milioni per progetti di cooperazione internazionale e 20,3 milioni per il sostegno alla ricerca nelle università e nei centri di ricerca.

Investimenti, questi, che fanno parte del decreto First, firmato lo scorso mese con l'obiettivo di sostenere le istituzioni italiane nella loro capacità di attrarre e formare ricercatori di alto livello.

Il Ministro Bernini ha sottolineato che, oltre a queste risorse iniziali, sono in fase di progettazione altri capitoli di bilancio per aumentare ulteriormente i fondi destinati alla ricerca, creando un sistema sempre più competitivo.

Data pubblicazione 8 Aprile 2025, Ore 14:32 Data aggiornamento 8 Aprile 2025, Ore 15:32
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