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Il Ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha firmato il decreto che introduce importanti modifiche sull’erogazione della didattica a distanza sia per le università telematiche che presenziali.

Le nuove linee guida riguardano le lezioni da remoto, ma anche gli esami e il rapporto numerico tra studenti e professori nelle università telematiche e tradizionali.

Indice

  1. Esami in presenza e lezioni live
  2. Raddoppiare il numero dei professori
  3. Classificazione dei corsi di studio in base alle modalità di erogazione
  4. Cosa cambia per gli studenti: maggiore libertà ma più controlli
  5. Equiparare l'offerta formativa degli atenei

Esami in presenza e lezioni live

Le nuove regole sono frutto del tavolo di lavoro avviato con la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), il CUN (Consiglio Universitario Nazionale), l'Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) e il CNSU (Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari).

Una novità rilevante è l'introduzione di una quota minima – pari al 20% - di lezioni in modalità non registrata. Nel testo viene poi previsto l’obbligo di svolgere esami in presenza in tutti gli atenei e, in questo senso, fanno sapere dal MUR, saranno rafforzati i controlli da parte dell’ANVUR.

Raddoppiare il numero dei professori

Altro punto fermo del decreto è il potenziamento del numero dei docenti.
Come riportano diverse fonti, tra cui IlSole24Ore, è previsto il raddoppiamento degli insegnanti strutturati necessari per l'attivazione di un nuovo corso didattico.

Per fare un esempio pratico, secondo le nuove norme, per una triennale in ambito scientifico, servirà un insegnante ogni 150 studenti; per lo stesso percorso per il settore umanistico è previsto un docente ogni 200 studenti.

Classificazione dei corsi di studio in base alle modalità di erogazione

Una delle principali novità introdotte dal decreto è la classificazione dei corsi di studio in base alla modalità di erogazione.

I corsi saranno suddivisi in quattro categorie:
  • Convenzionale, con lezioni esclusivamente in presenza.

  • Mista, un equilibrio tra attività in aula e online.

  • Prevalentemente a distanza, in cui la maggior parte delle lezioni avviene online, ma restano alcune attività obbligatorie in presenza.

  • Integralmente a distanza, con tutta la didattica svolta esclusivamente da remoto.

Per ogni categoria sono stati definiti dei requisiti specifici per garantire la qualità dei percorsi formativi e il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento. 

Inoltre, un decreto successivo chiarirà quali classi di laurea potranno essere attivate con ciascuna modalità, tenendo conto delle caratteristiche delle discipline e delle esigenze educative.

Cosa cambia per gli studenti: maggiore libertà ma più controlli

La riforma offre agli studenti una maggiore libertà di organizzare il proprio percorso universitario, grazie alla possibilità di scegliere tra diverse modalità di erogazione.

Allo stesso tempo, è anche vero che il vincolo degli esami in presenza rimane una costante per garantire un controllo rigoroso delle competenze acquisite e favorire un’interazione diretta, elemento cardine della valutazione accademica.

Le nuove opzioni, chiaramente, mirano a bilanciare l’innovazione tecnologica con la solidità della tradizione universitaria, offrendo strumenti moderni per agevolare lo studio. 

Gli studenti, pur sfruttando i vantaggi della didattica digitale, dovranno prepararsi adeguatamente per affrontare le prove in aula, continuando a beneficiare di un sistema formativo che punta alla qualità e alla completezza.

Equiparare l'offerta formativa degli atenei

L'obiettivo è quello di equiparare l'offerta didattica, a prescindere che si tratti di un'università tradizionale o telematica.

“Durante la pandemia e dopo l’emergenza sanitaria, le università telematiche hanno visto una crescita esponenziale - ha dichiarato il Ministro Bernini –. Sono state la risposta a una domanda. La necessità, oggi, è che tutte le università riconosciute, telematiche e presenziali, rispondano a questa domanda allo stesso modo, garantendo la qualità dell’offerta formativa. Il nostro obiettivo è assicurare che tutti gli studenti abbiano la stessa formazione, a prescindere dalle modalità di erogazione dei corsi. Anche per questo abbiamo attuato una ‘stretta’ contro le finte università, che operavano fuori dalla legge presentando esposti alle Procure, e scritto regole comuni per equiparare l’offerta formativa. Nessun privilegio, nessuno sconto. Formare i professionisti del domani è la nostra stella polare”.

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