
Speriamo di no, ma la sensazione è che oggi possa accadere di tutto. Può accadere che gli studenti riescano a smentire tutti quelli che si aspettano che le manifestazioni degenerino in violenza. Può succedere invece l'esatto contrario, e viste le tensioni dei giorni scorsi, può scapparci davvero qualche incidente grave.
E solo a quel punto, forse, ci si renderà conto che questi studenti in piazza non sono altro che dei giovani, il futuro di questo paese, che cercano semplicemente di farsi ascoltare da chi ha il compito di gestire il loro presente ma soprattutto il loro futuro.DA UNA PARTE GLI STUDENTI - Da una parte ci sono gli studenti, sia universitari che delle scuole superiori, che stanno scendendo in piazza per manifestare il proprio dissenso nei confronti della politica del governo sul comparto Istruzione, Università e Ricerca. Sono preoccupati per il loro futuro, e come dargli torto, visto che il tasso di disoccupazione giovanile si attesta al 25%: vuol dire che un under 25 su quattro non riesce a trovare lavoro! E chi ci riesce, magari deve lavorare sfruttato con un contratto a progetto o addirittura in nero: se ti sta bene lavori, se no trovo qualcun altro al posto tuo. Insomma in un paese che sta invecchiando i giovani fanno fatica ad assumere il proprio ruolo, ovvero quello di essere gli innovatori e la forza trainante della società: stipendi bassi, contratti di lavoro precari, costi delle case alle stelle, potere d'acquisto in calo sono tutti elementi che fanno rimanere i giovani a casa di mamma e papà perché al di fuori non c'è una sicurezza. E chi ha il coraggio o la disperazione, emigra all'estero dove i nostri giovani sono considerati preparati e apprezzati.
DALL'ALTRA DEI POLITICI SORDI - Dall'altra parte ci sono i parlamentari, che fanno fatica a comprendere questo disagio dall'alto dei loro stipendi da svariate migliaia di euro al mese (forse 15.000/20.000?) benefit esclusi (aerei, cinema, telefono, ecc. gratis). Senza contare che loro, a fine legislatura, avranno una pensione garantita da almeno 3.000 euro al mese per un lavoro che dura al massimo cinque anni. Sicuramente sono cifre molto alte, forse troppo visto il lavoro che viene fatto: lo scorso anno sono state approvate solo 10 leggi! Continuano a parlare di problemi che non interessano davvero al Paese e pretendono invece di approvare un provvedimento importante come la riforma dell'Università in 2 giorni di lavori parlamentari. Così accadono episodi come questo, che viene raccontato da un questo video:
La discussione della Riforma Gelmini approda al Senato il 20 Dicembre per essere approvata prima di Natale. Visto che ieri si era fatta una certa, come si direbbe dalle mie parti, chi presiedeva la seduta ha pensato bene di sveltire la procedura e di votare i vari emendamenti per alzata di mano! Nel 2010 si vota per alzata di mano! Ma vi rendete conto? E poi si decide se sono approvati o no in base a un rapido conto da parte del Presidente del Senato, che ha l'ultima parola sui risultati. Se guardate bene il video, notate che in realtà per il conteggio il presidente Rosi "Superwoman" Mauro impiega meno di un secondo per contare circa 300 voti. Così capita che si sbagli e approvi anche degli emendamenti dell'opposizione che avrebbero costretto la Riforma a tornare nuovamente alla Camera. Una grande vittoria e una grande speranza per i manifestanti, un disastro per il Governo. Così il Presidente vero del Senato, Renato Schifani, cerca di rimediare al pasticcio facendo votare di nuovo gli emendamenti per ottenere l'esito voluto.
LA NOSTRA INDIGNAZIONE - Non è un problema di destra o di sinistra: chi vi scrive è un giovane di 27 anni che ogni giorno, grazie a Skuola.net, entra in contatto con tanti studenti di ogni età che non sa più dove votare. Perché non riesce a vedere nella nostra classe dirigente una progettualità capace di mettere i giovani nelle condizioni di diventare gli adulti del domani, ma capace solamente a litigare e di guardare al proprio interesse, ovvero a tenersi strette poltrone e dobloni. Questo articolo è un editoriale assolutamente parziale, se volete l'imparzialità vi consiglio di leggere altro. Si tratta semplicemente del punto di vista un giovane che sottoscrive la lettera degli studenti della Sapienza che affermano che "il 22 lasceremo i palazzi del potere nella solitudine della loro miseria e andremo nella altre zone della città, per parlare con chi come noi è inascoltato da quelli stessi palazzi". Si perché la Manifestazione di oggi a Roma non è stata formalmente autorizzata, quindi gli studenti grazie alla Rete si organizzeranno e seguiranno dei percorsi non ancora stabiliti. Sicuramente una delegazione di studenti cercherà di raggiungere il Presidente della Repubblica per consegnare la loro lettera con una speranza: che il garante della democrazia nello Stato possa fare qualcosa per loro e finalmente ASCOLTARLI!!! Chiediamo solo questo e pensiamo che ci meritiamo almeno questo. Nella speranza che oggi le manifestazioni scorrano via senza violenze. Anche perché altrimenti un morto ci sarà davvero: il diritto di manifestare pacificamente che alcuni politici vorrebbero toglierci grazie alla complicità dei violenti che usano queste occasioni per sfogare i loro istinti repressi.
Daniele, Admin di Skuola.net