
Troppi giovani disoccupati: è l'effetto della crisi che tanti universitari temono e conoscono bene. Per questo l'Unione Europea ha previsto incentivi e finanziamenti per agevolare gli under-30 ad entrare nel mondo del lavoro o a metter su la propria impresa.
Le Regioni hanno ricevuto la loro parte e stanno mettendo in pratica alcune iniziative per l'occupazione e la formazione dei giovani. Ma quali? Per rispondere a questa domanda è partita l'inchiesta del giornalista del Corriere della Sera Fabio Savelli, che noi di Skuola.net abbiamo intervistato. Con il contributo dell'associazione Adapt, che si occupa di studi e ricerche sul lavoro, ha messo a punto la mappa d'Italia degli incentivi ai giovani, regione per regione. Ma durante le ricerche ha scoperto anche il lato oscuro dei bandi aperti dalle Regioni e messi a disposizione dei giovani: spesso la notizia della loro pubblicazione si perde tra le mille pieghe dei siti, rendendoli "invisibili". Per non parlare della totale mancanza dell'uso di social network. Ci si può occupare dei giovani senza parlare la lingua dei giovani?
LA MAPPA D'ITALIA
- L'inchiesta del giornalista Fabio Savelli è confortante per tanti ragazzi che vorrebbero trovare un lavoro: le iniziative e gli incentivi ci sono e ci si sente un po' meno soli. E gli incentivi delle Regioni corrono insieme a quelli statali, e consistono nei fondi UE per l'occupazione giovanile. Gli incentivi sono vari e vanno dal campo della formazione a quello degli stage ai contributi per creare delle Start Up a quelli per la stabilizzazione del lavoro. Le strategie adottate possono essere molto diverse: ad esempio, in Campania si punta sulla staffetta generazionale, mentre "a Bolzano - dice il giornalista a Skuola.net - hanno introdotto un nuovo metodo, tipico dei paesi nordici, che si basa sulla mobilità per una migliore gestione delle risorse. Tuttavia, in Italia non siamo abituati a pensare che, per poter partecipare ad un bando, dobbiamo essere obbligatoriamente disposti a spostarci anche di 80 o 90 km, pena l'esclusione."
I BANDI INVISIBILI
- In Abruzzo, incentivi per giovani imprenditori fino a 35 anni. In Calabria, "borse lavoro" alle imprese per integrare lo stipendio dei lavoratori, fornendo loro formazione continua. L'Emilia Romagna, invece, eroga contributi per la stabilizzazione dei precari. Questi sono solo alcuni dei bandi disponibili ai giovani che cercano un lavoro, e altri ancora ce ne sono per chi ha in mente di aprire una Start-up, come ad esempio in Trentino e nelle Marche. Il problema è che ci sono casi in cui non si fa neanche in tempo ad avere la notizia dell'apertura del bando, che questo è già chiuso: "In Basilicata è stato aperto e chiuso un bando per giovani ricercatori da 10mila euro in una ventina di giorni - continua Savelli - il risultato è stato che si è presentato un numero talmente risicato di persone, che molte delle borse bandite non sono state assegnate. Così in molti casi i fondi dell'UE finalizzati al lavoro dei giovani, che ci sono, non vengono poi effettivamente utilizzati."
COMUNICAZIONE FALLITA
- Nel mondo dei social network e dell'informazione istantanea che proviene dalla rete, la mancata diffusione della notizia dell'apertura di un bando può significare renderlo "invisibile". " Se si va nei siti regionali nella parte relativa al lavoro e l'occupazione giovanile, ma anche al Welfare o alle politiche attive ci si trova davanti a percorsi molto complessi. Ci si perde tra i mille filtri e le eccessive pieghe del portale. Non si riesce a capire quali siano i requisiti per partecipare ad un bando, bisogna scaricare interi bandi da 70 o 80 pagine non riuscendo a capire chiaramente se si può essere una delle persone a cui è rivolto. In quasi nessuno di questi siti regionali il bando è in evidenza in home page, spesso è inserito in sezioni ad hoc di non immediata visibilità. Senza parlare della totale assenza di questi portali sui social network" - dice Fabio Savelli.
Carla Ardizzone