ImmaFer
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Telmo Pievani Maturità 2025
Fonte: Dialoghisulluomo.it

Tra i banchi della Maturità 2025 c’è anche Telmo Pievani, filosofo e saggista noto per le sue riflessioni sull’evoluzione e l’ambiente. Tra le tracce proposte ai maturandi, in quella del testo argomentativo B3 compare un estratto di un suo testo, “Un quarto d’era (geologica) di celebrità”, che invita a riflettere sull’impatto umano sul pianeta, concentrato in un arco di tempo brevissimo ma estremamente significativo.

“Tra i banchi oggi c’è anche mio figlio, speriamo non mi scelga”, confessa Pievani come riporta 'LaRepubblica', “credo che piuttosto opterà per il tema di attualità, ma sarei molto curioso di leggere gli scritti degli altri ragazzi: spero che qualcuno me li mandi”.

Indice

  1. Un concetto di umiltà evolutiva
  2. Il vicolo cieco dell’Antropocene
  3. Giovani motivati, ma intimiditi
  4. Il punto di vista dei “nativi della crisi”

Un concetto di umiltà evolutiva

La selezione del testo riflette un messaggio importante, a cui Pievani tiene molto: “Siamo appena arrivati su questo mondo, spiega, non siamo indispensabili. In un dibattito così schiacciato sul presente, allargare lo sguardo dà un vantaggio fondamentale”. Secondo il filosofo, osservare la crisi climatica con una prospettiva più ampia permette di comprendere meglio l’enorme peso che le generazioni passate hanno lasciato su quelle future.

Il vicolo cieco dell’Antropocene

Una delle domande poste ai maturandi riguarda proprio il significato del passaggio in cui Pievani scrive: “I nostri successori studieranno l’Antropocene e capiranno il vicolo cieco in cui ci siamo infilati”. L’autore chiarisce: “Il vicolo cieco è la trappola evolutiva. Le ultime tre o quattro generazioni hanno cambiato l’ambiente in un modo talmente pervasivo, depauperandolo e riducendo la biodiversità, che il mondo dopo di noi farà molta più fatica ad adattarsi”. In questo quadro, il costo ambientale e sociale dello sfruttamento non è distribuito equamente: “I ragazzi che stanno facendo la maturità oggi non hanno responsabilità su quello che è successo”, commenta il filosofo come riportato da 'LaRepubblica'.

Giovani motivati, ma intimiditi

Questo senso di ingiustizia spinge molti giovani ad attivarsi. “Dopo la pandemia abbiamo visto una differenza evidente", riflette Pievani: "sono esplose iscrizioni a corsi di sostenibilità, di climate change. I ragazzi sanno di essere il motore del cambiamento, quelli che ci tireranno fuori dai guai”. Tuttavia, l’attivismo dei più giovani incontra ostacoli crescenti. “Una politica di così corto respiro non si è mai vista. Il decreto sicurezza fa sì che se mio figlio scende in strada per una manifestazione pacifica può essere schedato. I giovani sono molto intimiditi, ma stanno comunque studiando per affrontare la crisi”.

Il punto di vista dei “nativi della crisi”

Pievani sottolinea l’importanza di ascoltare direttamente le nuove generazioni: “Mi piacerebbe vedere il punto di vista dei nativi della crisi climatica. Quando giro per le scuole vengono fuori sempre degli spunti interessanti”. In questo modo, la maturità diventa anche un’occasione per riflettere insieme su temi che saranno cruciali per il futuro di tutti.

Data pubblicazione 18 Giugno 2025, Ore 11:12 Data aggiornamento 18 Giugno 2025, Ore 11:48
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