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Back to school

Dopo gli allarmi lanciati dalle associazioni dei consumatori nel corso dell’estate, arriva la conferma: anche quest’anno il ritorno a scuola è stato un salasso.

A rivelarlo è l’Osservatorio Costi Scolastici del portale Skuola.net, che ha fatto i conti in tasca alle famiglie degli studenti di scuole medie e superiori, rilevando una spesa media di 812,50 euro ad alunno. Una cifra che però - per fortuna - include tutto, dai libri di testo ai dizionari, dal materiale di consumo agli accessori tecnici. 

Si tratta, comunque, di un +3,6% rispetto al 2024. Un dato che, se da un lato contraddice le previsioni più funeste degli esperti del settore, dall’altro conferma una tendenza purtroppo consolidata: l’istruzione continua a diventare sempre più onerosa.

Indice

  1. La voce più costosa della lista: i libri di testo
  2. I limiti che esistono e che (spesso) non vengono rispettati
  3. Si stringe la cinghia sul corredo scolastico
  4. Dove e come si compra: cartolerie e cartolibreria in testa
  5. Da non sottovalutare l’abbigliamento scolastico
  6. E gli abbonamenti ai mezzi di trasporto? Spoiler: non si pagano da soli
  7. Daniele Grassucci: “Un salasso per le famiglie”

La voce più costosa della lista: i libri di testo

E a pesare maggiormente è proprio la voce che rappresenta la materia prima di cui si nutrono le menti degli studenti: i libri di testo. Nel dettaglio, questo capitolo di spesa si attesta a 304,50 euro di media, registrando peraltro l’aumento più significativo, con un +5% rispetto al 2024, consolidandosi come l’esborso più gravoso per i genitori.

Il motivo risiede anche nella scarsa efficacia del mercato dell’usato, a cui si è rivolto - per rintracciare tutti o quasi tutti i testi - solo il 36% degli studenti: una quota in leggero aumento rispetto all’anno precedente (+4%) ma comunque sempre marginale, anche a causa della frequente immissione sul mercato di nuove edizioni - l’antitrust stima un 10% dei titoli a catalogo ogni anno - e della variazione simultanea delle adozioni nelle scuole.

I limiti che esistono e che (spesso) non vengono rispettati

Inoltre, va segnalata l’immancabile mancata osservanza da parte degli istituti dei tetti di spesa ministeriali, che dovrebbero imporre un limite massimo di costo per la lista dei libri di testo. Favorendo, laddove possibile, il ricorso alle precedenti edizioni. Ma che, nei fatti, vengono ignorati.

Solo un quarto degli studenti (25%) dichiara che la propria scuola li ha rispettati, mentre il 27% afferma che sono stati ampiamente superati, al punto da spingere molti genitori a lamentarsi per i costi eccessivi. La maggioranza (48%) ammette, però, di non sapere nemmeno dell’esistenza di questi vincoli. Quindi il fenomeno potrebbe essere ben più ampio.

Si stringe la cinghia sul corredo scolastico

Non potendo quindi risparmiare - o almeno non come si vorrebbe - sui libri, le famiglie cercano di contenere i costi altrove, a partire dal corredo scolastico: zaini, astucci, materiale tecnico, ecc.

Dall’osservatorio emerge, infatti, una lieve riduzione della spesa media rispetto allo scorso anno: il 36% degli studenti dichiara di non aver acquistato nulla per rinnovare il proprio corredo (era il 31% nel 2024).

Ma il resto della truppa qualcosa la compra. Tra gli oggetti più acquistati o sostituiti figurano il materiale per il disegno (21%), l’abbigliamento per educazione fisica (20%), le calcolatrici, grafiche o scientifiche (16%), computer o tablet (10%), zaini e astucci (entrambi al 17%), strumenti musicali (3%) e divise scolastiche (2%).

Non sorprende, quindi, che le famiglie e gli studenti su questo crinale si orientino principalmente verso prodotti economici, a scapito di quelli di marca, generalmente più costosi. Nonostante questo, circa 1 genitore su 10 continua a puntare sulle marche più in voga, mentre il 54% preferisce fare un mix tra prodotti di marca e soluzioni economiche. Alla fine, però, la via del risparmio resta una scelta molto praticata, adottata dal 36% degli utenti.

Ne consegue che la spesa media stimata per il corredo scolastico, esclusi libri e dizionari, risulta in lieve diminuzione rispetto allo scorso anno: 150 euro contro i 161 euro del 2024. 

Dove e come si compra: cartolerie e cartolibreria in testa

Per quanto riguarda i canali di acquisto, i più utilizzati sono le cartolerie e cartolibrerie (38%), seguite dai supermercati (25%), dai negozi generici vicino casa (11%), dall’e-commerce (9%) e da altri punti vendita scelti soprattutto in base alle offerte migliori (17%).

Se da una parte, però, questo quadro preserva l’esistenza degli esercizi di prossimità, dall’altra può precludere risparmi significativi che organizzazioni più grandi possono garantire al consumatore finale.

Da non sottovalutare l’abbigliamento scolastico

Di pari passo, anche l’abbigliamento scolastico è stato rinnovato da meno studenti rispetto a un anno fa, nonostante un leggero aumento della spesa media, che qui si attesta sui 191 euro. Segno che gli aumenti dei prezzi hanno vanificato la “stretta”. Ad ogni modo, il 50% degli intervistati ha rivelato di aver comprato solo l’essenziale, mentre il 28% utilizzerà quello che già possiede. Solamente il 22% si è dato - o sta per farlo - allo shopping da back to school.

E gli abbonamenti ai mezzi di trasporto? Spoiler: non si pagano da soli

Arrivati a questo punto, il “conto” medio totale si aggira intorno ai 645,50 euro. A questa cifra, tuttavia, va aggiunto un ulteriore surplus, rappresentato dall’abbonamento ai mezzi di trasporto pubblico per coloro che ne hanno bisogno per recarsi a scuola.

Secondo il sondaggio, infatti, per gli spostamenti casa-scuola, il 29% degli studenti si sposterà a piedi o con mezzi propri (come bicicletta, motorino o monopattino), il 28% sarà accompagnato con mezzi privati, mentre ben il 43% utilizzerà i mezzi pubblici

Alla fine, la spesa media è di 167 euro. Sommando questo importo a quello già sostenuto per libri di testo e corredo scolastico, il totale sale, come visto, a 812,50 euro, con un aumento del 3,6% rispetto al 2024, quando la spesa finale ammontava a 783,75 euro.

Daniele Grassucci: “Un salasso per le famiglie”

“Alla fine il back to school è stato un salasso per le famiglie italiane: forse meno di quanto preconizzavano alcuni ma comunque un aumento delle spese medie c’è stato e, almeno rispetto a quanto rilevato dal campione coinvolto nell’Osservatorio di Skuola.net, superiore all’inflazione: roba di qualche manciata di euro sul conto finale, comunque tangibile. Il problema quindi non risiede tanto negli aumenti anno su anno, quanto su una struttura generale dei costi di alcuni beni indispensabili - libri e materiale cartotecnico - dei quali non si può davvero fare a meno e che incidono in termini assoluti ugualmente sui portafogli più e meno capienti, con questi ultimi che chiaramente soffrono di più”, così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.

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