
Durante l'alluvione che lo scorso sabato si è abbattuta su diverse zone dell'Emilia Romagna, c'è stato chi non ha avuto altra scelta se non quella di lavorare. Così, mentre il Sindaco Lepore invitava tutti i cittadini di Bologna a mettersi al riparo, gli unici a rimanere in strada sono stati i rider delle diverse compagnie di food delivery. Giacca anti-pioggia, bici e il solito “cubo” contenitore sulle spalle: le immagini dei vari fattorini, gli unici a girare per le strade del centro durante l'alluvione, hanno fatto il giro del web, scatenando l'indignazione degli utenti. Al riguardo, la CGIL ha fatto sapere che presenterà un esposto.
Il capitalismo nell'Antropocene: i rider a Bologna che lavorano durante la quarta alluvione che colpisce la regione Emilia-Romagna in un anno - alluvioni rese più frequenti e più gravi del cambiamento climatico causato dall'attività umana. pic.twitter.com/LsdDxkzY1F
— Leonardo Bianchi (@captblicero) October 21, 2024
Alluvione Bologna, le consegne che hanno indignato il web
Necessità fa virtù, si dice, ma se poi il rischio è quello di rimetterci la pelle, forse sarebbe meglio evitare. Eppure, in molti non hanno avuto scelta. Afak, 27enne originario del Pakistan, racconta a 'La Repubblica' la sua serata di lavoro. Lui è tra quelli che non avevano scelta: “Avevo bisogno, ma la parte brutta è stato il ritorno a casa, a Funo” che dista 9 chilometri da Bologna.
Il giovane ha affermato di essere riuscito a portare a termine il suo giro di consegne, e quando è arrivato a destinazione è stato anche accolto molto bene: “Mi hanno dato anche venticinque euro di mancia. Mai successo”. Ma alla fine il 27enne ammette che avrebbe preferito non lavorare quella fatidica sera. La sua è la storia di molti altri: gli stessi che una foto circolante sul web ritrae in fila fuori dai Mc Donald's, in attesa di ritirare gli ordini da consegnare.
Una situazione che, oltre ad aver scatenato le reazioni indignate sul web, ha fatto scendere in campo anche le sigle sindacali. “Non si poteva sospendere il servizio? E tu cliente dovevi proprio ordinare?”, si chiede Fabio su X, centrando in appena due righe i temi salienti di questa vicenda. Perché da un lato c'è il bisogno di lavorare, per mettere il pane in tavola; dall'altro, la noncuranza con cui i clienti pretendono un servizio che evidentemente – con quelle condizioni meteo – mette in pericolo l'incolumità dello stesso rider.
L'esposto della CGIL
Nel frattempo, la CGIL di Bologna ha annunciato che presenterà un esposto alla Procura della Repubblica “per accertare eventuali responsabilità e profili penali dei comportamenti messi in atto dalle aziende di delivery che non hanno sospeso le attività” si legge su Open.
“Abbiamo visto tutti le scene allucinanti di rider in motorino sotto il diluvio nella sera di sabato scorso – scrivono in una nota la Camera del Lavoro Metropolitana, la Filt-Cgil la Nidil-Cgil Bologna – nonostante le comunicazioni del sindaco a non ‘uscire di casa’”.
E aggiungono “se Just Eat ha sospeso le attività e il servizio in conseguenza di una procedura concordata a livello nazionale con le organizzazioni Sindacali per la gestione delle condizioni meteo avverse, al momento non ci risulta che altre piattaforme abbiamo sospeso le consegne, rendendosi così responsabili di mettere a rischio la sicurezza e l’incolumità dei loro rider. Per queste ragioni e perché siamo purtroppo consapevoli che non si tratta di maltempo, ma della crisi climatica che sarà la nostra nuova normalità, abbiamo deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica”.