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indagine futuro che vorreiIl futuro, inteso come cambiamento, è al centro dei pensieri dei giovani italiani. Non sempre con accezione positiva: la Gen Z guarda al futuro tra ansie, paure e dubbi. Una condizione che scaturisce dal difficile rapporto tra i giovani e la politica.
Una relazione in realtà mai nata, perché i giovani oggi avvertono le istituzioni distanti, ben lontane dalle loro istanze, come quella di porre un freno al cambiamento climatico.

Tuttavia ragazze e ragazzi non guardano al futuro con disfattismo, piuttosto lo incanalano verso una classe politica da cui appaiono sempre più sfiduciati. E' quanto emerge dall'indagine “Il futuro che vorrei”, promossa dall'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, e svolta online in collaborazione insieme alla community di Skuola.net, a cui hanno preso parte oltre 6.500 giovani tra i 12 e i 18 anni.

Clima, guerre disuguaglianze sociali: l' 'agenda' dei giovani

Il 79,9% degli intervistati ritiene che lo Stato faccia poco per i giovani: ma di cosa si dovrebbe occupare il governo secondo loro? Per il 21,8% di politiche giovanili, per il 20,9% di scuola, per il 17,4% di cambiamenti climatici e per il 12,5% di politiche sociali e povertà.  Una visione che coinvolge la politica a livello globale: su questo fronte, il 71,6% dei giovani pensa che non tutti godano delle stesse opportunità. In generale, quando gli viene chiesto dove collocare il futuro, quasi 2 su 3 non hanno dubbi: per dirsi tale devono passare almeno 10 anni. In cosa consiste? Per il 45,8% futuro corrisponde a 'cambiamento' e suscita curiosità nel 53,6% dei rispondenti: il 74% rivela di pensare frequentemente al proprio futuro.

Il 78,6% pensa che lontano da casa potrebbe avere maggiori possibilità, sia per quanto riguarda la formazione che per la crescita professionale e lavorativa. Uno su tre, poi, si dichiara molto convinto di avere maggiori opportunità in un’altra città, in un’altra regione o all’estero. Al centro delle problematiche poi non solo il cambiamento climatico (indicato dal 48,3% del campione) ma anche diseguaglianze sociali ed economiche e la guerra, tematiche queste tutte e due stabilmente sopra il 20%. I ragazzi invece non sembrano impensieriti per la sicurezza della rete (per il 41,4% è uno dei problemi minori), la libertà di espressione (27,5%) o le emergenze sanitarie (23,8%).

Famiglia e amici i punti di riferimento

La casa è ancora oggi dolce riparo per i giovani: 1 su 3 la ritiene luogo di felicità e passione. Anche perché la famiglia gioca da sempre un ruolo importante nella formazione personale e professionale di un individuo. Così, ancora oggi, il 41% ritiene il parere dei propri genitori 'abbastanza' importante, mentre per il 23,9% è 'molto' importante. E anche gli amici sono un punto di riferimento importante per oltre 1 giovane su 2.

La quasi totalità dei partecipanti alla consultazione (91,6%), inoltre, è convinta di poter incidere sul proprio futuro, allo stesso tempo il 93,5% ha un’idea chiara su cosa vuol fare dopo la scuola: il 49,9% in particolare pensa di iscriversi all’università. Rispetto invece agli strumenti utilizzati per informarsi, la maggior parte dei ragazzi (56,6%) dichiara di ricorrere ai motori di ricerca, il 19,9% di far riferimento ai social network e il 17,3% di consultare i quotidiani online. I cartacei sono praticamente ignorati: dichiara di leggere i quotidiani gratuiti solo il 2,8% e quelli a pagamento l’1,6%.

I punti del questionario

Il questionario utilizzato nella consultazione “Il futuro che vorrei” era composto da oltre 40 domande suddivise in cinque capitoli: “Cosa penso del futuro”, “Come vedo il futuro del mondo”, “Come vedo il mio futuro”, “Cosa sto facendo per il mio futuro”, “Cosa fa o dovrebbe fare la politica per il futuro dei giovani”. Il testo delle domande è stato messo a punto con la collaborazione della Consulta delle ragazze e dei ragazzi dell’Agia e con il supporto dello psicoterapeuta Mauro Di Lorenzo. A presentare i risultati dell'indagine, questa mattina a Roma, è stata l’Autorità Carla Garlatti: “I ragazzi ci mandano un messaggio. Chiedono di essere ascoltati, vogliono essere presi sul serio e domandano che si tenga conto delle loro richieste”.