
Trovano lavoro più in fretta, guadagnano di più ma non si fanno troppi problemi a lasciare il posto fisso se non risponde alle loro esigenze. E' il ritratto dei laureati lombardi, dipinto dal Milan Higher Education Observatory (MHEO).
Dai risultati dell'indagine emerge inoltre il quadro della situazione del mercato del lavoro in Lombardia, dove crescono i contratti a tempo indeterminato ma, allo stesso tempo, cala la stabilità lavorativa.
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La compatibilità tra titolo di studio e lavoro conta più del posto fisso
Il rapporto 'Dopo la laurea: gli sbocchi occupazionali dei laureati lombardi' promosso dall'Università degli Studi di Milano e dall'Università gli Studi di Milano-Bicocca in collaborazione con Unioncamere, Almalaurea, Università di Pavia e Deloitte, ha fatto il punto della situazione sui giovani laureati lombardi.
In Lombardia i giovani trovano lavoro più in fretta (rispetto al resto del Paese), e, a parità di condizioni, guadagnano anche di più: 1.399 euro dopo la triennale, e 1.484 dopo la magistrale (rispettivamente l'1,1% e il 3,6% in più rispetto alla media nazionale).
Non solo, fanno carriera più rapidamente: in tre anni, il 43% riesce a migliorare la propria situazione contrattuale. Allo stesso tempo, però, i laureati lombardi non si fanno troppe remore nel lasciare il posto fisso: quasi uno su due chiude il contratto a tempo indeterminato nell'arco di 36 mesi.
I motivi sono tanti e variegati: qualcuno cerca uno stipendio più alto – parliamo pur sempre della regione con il capoluogo (Milano) che vanta il costo della vita più elevato in Italia – altri cercano una crescita professionale.
Ma la motivazione più evidente è la coerenza con gli studi fatti: quasi la metà molla il posto fisso perché quell'occupazione non risulta in linea con quanto studiato all'università.
I laureati non mancano ma le aziende faticano a reperirli
Una fotografia che certifica come il mercato del lavoro in Lombardia sia più flessibile, ma anche più mobile. In più, si può dire che la regione sia anche quella che attrae maggiormente i laureati italiani: nel 2023 il tasso di occupazione dei laureati lombardi a un anno dalla laurea (2022) è stato superiore alla media nazionale, così come le retribuzioni medie lombarde.
Il paradosso sta nel fatto che, contemporaneamente, è aumentata anche la difficoltà da parte delle aziende a intercettare personale giusto, in particolare in ambito Stem.
Più di 1 azienda su 2 riferisce di aver riscontrato difficoltà nel trovare profili Stem, in particolare negli ambiti di ingegneria (63%) e tecnologia (55%). Inoltre il 60% delle aziende afferma che l'IA aumenterà la domanda di profili STEM nel prossimo futuro.
Più in generale, tra mancanza di candidati e la loro inadeguatezza, di fatto le imprese sottolineano la difficoltà nel reperimento di personale del 49%.
Gli indirizzi di laurea più richiesti
Il report ha anche esaminato quali siano le caratteristiche maggiormente richieste dalle aziende nei candidati da assumere in Lombardia.
Tra gli altri dati, anche il numero di entrate nel mondo del lavoro, è stato superiore nel 2023 per la maggior parte degli indirizzi di laurea. Parliamo in particolare delle scienze matematiche fisiche ed informatiche (circa +200%), del settore medico e odontoiatrico (+210%), insegnamento e formazione (+66%), indirizzo economico (+50%).
Gli indirizzi più richiesti? Su tutti, quello economico, che ha costituito il 35% del totale dei contratti attivati nel 2023.