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emergenza abitativa

È più facile incolpare che assumersi la responsabilità. In politica, sostenere che tutto è sbagliato è più facile che mettere tutto a posto. Accusare è sempre più comodo. E l’estrema destra ne approfitta, soprattutto quando ci sono dati che corroborano le loro tesi.

La crisi abitativa "tappeto rosso" per gli estremisti

Qualche settimana fa, il quotidiano britannico The Guardian ha intervistato il relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all'abitare, Balakrishnan Rajagopal, che ha lanciato un avvertimento: “Se vogliamo fermare l’ascesa dell’estrema destra, privarla di un po’ di ossigeno, temi come la casa dovrebbero essere considerati diritti fondamentali”. La crisi dell'accesso agli alloggi è una sorta di tappeto rosso per i discorsi più estremisti e populisti e per il voto punitivo verso i partiti tradizionali.

Le difficoltà di accesso agli alloggi sono state una delle principali preoccupazioni degli elettori olandesi nelle elezioni dello scorso anno, in cui vinse l'estrema destra Geert Wilders.

In Portogallo, il crollo immobiliare ha contribuito alla crescita del partito di estrema destra Chega. Lo stesso in Irlanda o Germania. Proprio a Berlino Tarik Abou-Chadi, Denis Cohen e Thomas Kurer hanno condotto una ricerca in cui hanno cercato di capire come la crisi del mercato degli affitti abbia influenzato il comportamento elettorale. Sorpresa: dove gli alloggi sono più cari, è più probabile che si voti per l'ultradestra dell’Afd.

La questione sociale del XXI Secolo

Per Abou-Chadi, specialista in politica europea all’Università di Oxford, l’aumento dei prezzi degli affitti “costituisce una minaccia allo status sociale ed economico”, che contribuisce alla paura, il principale carburante del motore dell’estrema destra. La commissaria alla Salute mentale, Belén González, ha insistito su questo punto: “Il disagio può manifestarsi in diversi punti, e uno di questi è la paura: paura del futuro, dell'altro. E i discorsi che più si adattano a quel sentimento del 'ci attaccano' o del 'ci tolgono le cose' arrivano a dare una spiegazione a quell'intangibile sentimento di impotenza, di solitudine, di tradimento."

Balakrishnan Rajagopal, relatore delle Nazioni Unite, è sulla stessa linea: “I partiti di estrema destra prosperano quando possono sfruttare i divari sociali che derivano dalla mancanza di investimenti e da una pianificazione governativa inadeguata. E quando possono incolpare gli stranieri. Questa è la situazione in cui si trovano ora molti paesi dell’UE. La crisi abitativa non colpisce più solo le persone a basso reddito, gli immigrati e le famiglie monoparentali, ma anche le classi medie. Questa è la questione sociale del 21° secolo”.

L'Italia come il resto della UE

L'Italia non sfugge a nessuno di questi problemi, né alla crisi immobiliare né all’ascesa dell’estrema destra. I prezzi delle case sono saliti alle stelle a tal punto che gli affitti sono diventati uno dei principali fattori di rischio per la povertà e l'esclusione sociale. Nonostante un’economia apparentemente in crescita e dati occupazionali positivi, l'Italia è uno dei paesi  dell’Unione Europea con il più alto rischio di povertà ed esclusione sociale.

Il numero dei poveri in Italia ha ampiamente superato i 5 milioni e la casa è forse il fattore principale. L’affitto richiede uno sforzo economico maggiore che in passato e aggrava la povertà. In assenza di un salario minimo i redditi non sono sufficienti a far fronte all’impatto dell’aumento dei prezzi delle case.

Molte sono le analisi che si possono fare riguardo alle ragioni del sostegno che riceve l’estrema destra, ma basta guardare ai giovani per intuire le soluzioni. Il sintomo più evidente dell'impossibilità dei giovani di costruire un progetto di vita nel nostro Paese è l'emancipazione. L'accesso all'alloggio è diventato impossibile.

Non è irragionevole affermare che, se il problema degli alloggi non verrà risolto, il sostegno all’estrema destra continuerà a crescere. A questo proposito è bene sottolineare che non sempre un voto significa adesione. In molte occasioni, come nel caso di Javier Milei in Argentina, il voto può essere un grido di aiuto, un messaggio che denuncia il tradimento di una classe politica. Ma forse il grido di aiuto e di protesta più forte è il dato sull'astensionismo, mai così alto come oggi.

 
Antonio Libonati