GreMo80
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Ambra Sabatini: dall’incidente stradale al record di velocità paralimpico articolo

100 metri in 13’ e 98’’. Provate voi a correre così rapidi. 7 metri al secondo per salire sul tetto del mondo ed essere l’atleta paralimpica più veloce della storia. Campionessa del Mondo, Campionessa Olimpica, detentrice del record mondiale. Ambra Sabatini è un concentrato di forza, determinazione ed entusiasmo, nascosti dietro la leggerezza di un volto delicato, gentile, dolce. Una miscela esplosiva, pronta ad innescarsi quando scende in pista.

“Ho una passione innata per lo sport – racconta Ambra nella sua intervista a Skuola.net – fin da quando mio fratello gemello, da piccolissimo, giocava con la palla e provavo a stargli dietro. Sentivo che le mie qualità, le mie energie andavano in quella direzione. Quando con la famiglia ci siamo trasferiti da Livorno, dove sono nata, a Porto Ercole (ndr, in provincia di Grosseto), ho iniziato a provare tutti gli sport. Dalla danza, alla pallavolo. Per me era un modo per esprimere le mie qualità, il mio impegno”.

  • E lo studio?

“Beh, certo, era importante anche quello (ndr, Ambra sorride…), come tutti i genitori anche i miei mi stavano dietro per non farmi trascurare la scuola. Ed io me la sono sempre cavata… dovevo portare buoni risultati e mi applicavo per farlo. Sapevo che, senza problemi a scuola, avrei avuto “campo libero” per dedicarmi allo sport.

Le medie le ho completate agilmente, poi ho deciso di iscrivermi al Liceo (sportivo, manco a dirlo…), ma dovevo andare tutti i giorni a Grosseto, un viaggio troppo lungo. Dopo i primi due anni ho deciso di cambiare e scegliere l’Istituto Tecnico Informatico che era molto più vicino e mi consentiva di avere molto più tempo da dedicare alla mia vera passione”.

  • Immagino tu intenda lo sport. Per te quasi come una vocazione.

“Ho sempre vissuto lo sport come la massima espressione di libertà. Essere me stessa, esprimermi per come sono e soprattutto impegnarmi per conoscere e superare i miei limiti. Caratteristiche che non mi fanno sentire del tutto a mio agio negli sport di squadra (che pure apprezzo molto). Per anni ho giocato a pallavolo, facevo il libero. Volevo sempre fare del mio meglio, sfruttare tutti gli allenamenti, ma la mia grinta e la mia dedizione non sempre si sposava con le motivazioni del resto del team. Per questo mi sono avvicinata all’atletica, per essere messa costantemente di fronte alla sfida con me stessa. So cosa chiedere, so che cosa fare per ottenerlo”.

  • L’atletica: una scoperta avvenuta per caso?

“Non per caso, anche se è stato un episodio a convincermi che fosse la strada giusta. Quando frequentavo la scuola media venivano selezionati alcuni studenti per partecipare ad una staffetta che si esibiva a Roma, allo Stadio Olimpico, prima del Golden Gala (ndr un’importante gara di atletica a livello mondiale). Volevo partecipare a quella staffetta e feci di tutto per essere selezionata. Ci riuscii e conobbi quello che sarebbe diventato ed è ancora, il mio allenatore. Con lui sono cresciuta come atleta sia prima che dopo l’incidente”. 

  • Un incidente terribile, che non ha frenato le tue ambizioni

“Mio padre mi stava portando all’allenamento in motorino. Un’auto ha invaso la nostra corsia, colpendomi “di striscio”. Appena caduta mi sono subito resa conto di cosa fosse successo, ma era come se la mia mente mi stesse proteggendo, dentro di me continuavo ripetermi: ‘Devo andare all’allenamento!’. Sono stata trasferita d’urgenza a Firenze dove mi hanno amputato la gamba, era l’unico modo per salvarmi la vita. Quando mi sono svegliata il mio primo pensiero è stato: ‘Tornerò a correre’.

Quindi non direi che l’incidente abbia frenato le mie ambizioni, anzi, le ha rilanciate in una nuova prospettiva. Prima volevo essere tra le migliori nel mezzofondo per entrare in un Gruppo Sportivo militare e fare l’atleta professionista. Dopo ho deciso che il mio futuro erano le Olimpiadi e per questo ho scelto la velocità sui 100 metri, unica disciplina olimpica”.

  • Nel 2019 l’incidente, nel 2021 campionessa olimpica. Non ti ha frenato neanche il COVID?

“Assolutamente no! Anzi, il COVID è stata un’opportunità. Dopo l’operazione ho fin da subito affrontato la preparazione per la mia nuova disciplina, ma il percorso è stato difficile. Cambiare la tecnica di corsa, la tipologia di allenamento, individuare la protesi giusta…le Olimpiadi di Tokyo erano previste nel 2020 e non sarei mai stata pronta. A causa del COVID sono state spostate al 2021… un anno in più per arrivare preparata”.

  • Due anni per diventare l’atleta paralimpica più veloce di sempre…ricordiamo i tuoi successi: Campionessa Olimpica a Tokyo nel 2021 con record del mondo, Campionessa Mondiale a Parigi nel 2023 con record del mondo, nel mezzo qualche titolo italiano nei 100 ed anche nei 200 metri. Sei nata per essere un’atleta.

“È quello che faccio, è quello che amo. Non sono un talento naturale, non penso di avere doti innate. Ma l’atletica è lo scopo della mia vita e mi impegno per migliorarmi giorno dopo giorno. E’ una sfida continua che mi motiva e mi rende felice, nonostante la fatica, i sacrifici e lo stress pre-gara. Inseguire un risultato mi dà adrenalina, mi spinge ad andare oltre. Davvero non vorrei fare altro”.

  • Se qualche lettore fosse interessato a diventare atleta… hai consigli da dare?

“Primo: comprendere quello che si adatta maggiormente alle proprie competenze e caratteristiche. Secondo: non mollare. Le difficoltà sono tante, ma possono essere superate lavorando non solo sul corpo, ma anche sulla mente. Vedo tanti studenti che, crescendo, abbandonano il loro sport. Magari sono preoccupati per lo studio. Lo comprendo ed è normale, ma è anche un peccato perché in futuro potrebbero rimpiangere questa scelta. Con qualche sacrificio in più si può riuscire a conciliare sport e scuola. Chi lascia perde per sempre questa opportunità”.

  • Mi ha colpito sentirti parlare, in pubblico, della tua protesi. Non sembra turbarti l’opinione degli altri.

“Per me la protesi è un accessorio, uno strumento. Come un paio di occhiali, non c’è niente da nascondere. Non sono a disagio nel portarla o mostrarla. Lo faccio con naturalezza proprio perché gli altri non si sentano condizionati”. 

  • Le vittorie ti hanno portato anche la notorietà. Sei una testimonial, un’influencer, un volto conosciuto, come vivi il tuo rapporto con questa esposizione?

“Mi piace comunicare, ho iniziato anche a studiare, a distanza, Scienze della Comunicazione. Lo faccio anche per trasmettere i valori nei quali credo. Però ho delle regole ed un equilibrio che mi porta a difendere la mia riservatezza. Ho dei momenti in cui amo stare da sola, vivere intimamente le mie esperienze. Non sono ossessionata dai social, dai post, dai like. Quando ho voglia condivido i miei pensieri, quando non ho voglia resto in silenzio e mi concentro sulla vita ‘vera’”.

  • Sei stata vittima di un incidente stradale e sei impegnata in campagne di sensibilizzazione sulla guida sicura. Tra i lettori di Skuola.net ci sono molti neo-patentati, per salutarli al termine della nostra chiacchierata, hai qualche messaggio da dargli?

“Rispettate i limiti e le regole. Guidate con attenzione in ogni momento, perché basta un solo istante per cambiare per sempre la vostra vita e quella degli altri. 

A volte mi sento dire: ‘Poverina, come sei stata sfortunata’, ma io non mi sento affatto sfortunata. Ho la mia vita, inseguo i miei sogni, posso fare quello che voglio. Ma pensiamo a chi muore in un incidente, ai loro familiari, a chi vive con il senso di colpa per aver causato danni agli altri. Sono vite rovinate e indietro non si può tornare. Guidate con prudenza, per non avere rimpianti”. 

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Gregorio Moretti
Sono nato nel 1980, laureato in Teorie della Comunicazione, da oltre 20 anni mi occupo di persone nelle aziende.

Data pubblicazione 10 Aprile 2024, Ore 14:12
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