
Italiani: popolo di santi, poeti e… aspiranti artisti. Mentre la 76esima edizione di Sanremo scalda i motori, lontano dalle telecamere sempre più studentesse e studenti scelgono di formarsi nelle scuole che preparano al mondo della musica, dell’arte e dello spettacolo.
Per farlo, si affidano alle istituzioni del sistema dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM), che riunisce Accademie di Belle Arti, Conservatori, Accademie di Danza e altri istituti specializzati. E che, in appena dieci anni, ha aumentato i suoi iscritti del 51%, arrivando oggi a oltre 91 mila studenti. Con una quota consistente - 1 su 6 - di studenti stranieri che vengono a imparare nel bel Paese le discipline artistiche per cui si distingue nel mondo.
Nemmeno le università “tradizionali” crescono a questi ritmi, segno che le ragazze e i ragazzi di oggi si pongono meno freni rispetto al passato nel puntare su una carriera artistica, spesso percepita dall’immaginario collettivo come meno stabile e incerta rispetto al classico lavoro da colletto bianco.
A segnalare questo trend è un focus dell’Osservatorio di Talents Venture, aggiornato a ottobre 2025 e analizzato nei suoi punti chiave dal portale Skuola.net, con l’obiettivo di restituire lo stato dell’arte - è proprio il caso di dirlo - della formazione AFAM in Italia e del suo ruolo sempre più strategico nel sistema terziario.
Che oggi, dunque, non è più (solo) sinonimo di università. Basti pensare che, nello stesso arco di tempo - dal 2014/15 al 2023/24 - gli atenei hanno registrato una crescita complessiva del 5%. Le AFAM, invece, sono passate da circa 60 mila a oltre 91 mila iscritti, segnando un’espansione che non ha eguali nel panorama della formazione superiore italiana.

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Il motore creativo che spinge la crescita delle AFAM
A trainare questa crescita è stato, almeno in parte, il peso del sistema produttivo culturale e creativo italiano, che nel 2023 ha generato 104,3 miliardi di euro di valore aggiunto e impiegato circa 1,5 milioni di lavoratori.
Musica, arti visive, design e spettacolo restano tra i marchi più forti del Made in Italy nel mondo e continuano a esercitare una forte attrazione sulle nuove generazioni, anche grazie al successo di format televisivi e talent show di settore, che hanno contribuito a rendere più visibili - e quindi più accessibili nell’immaginario collettivo - professioni che un tempo sembravano riservate a pochi.
Una rete di 163 istituzioni: la mappa della formazione artistica
Così, quando si parla di formazione dopo il diploma e si ha una vocazione artistica, oggi vale la pena guardare anche alle 163 istituzioni - tra Conservatori, Accademie di Belle Arti, Accademie di Danza e scuole specializzate, distribuite in tutta Italia - che rappresentano una parte sempre più rilevante del sistema formativo post diploma.
Sul fronte dell’offerta formativa, il sistema AFAM mette in campo 8.320 corsi attivi: la presenza è distribuita lungo tutta la Penisola, ma con una concentrazione più marcata nel Nord Italia, dove si trova il 46% degli iscritti e il 45% delle istituzioni.
Centro e Sud si dividono quasi equamente la parte restante, mentre Lombardia e Lazio si confermano le regioni con il maggior numero di sedi e studenti.
Tra Conservatori e Accademie
Guardando alle tipologie di istituti, i Conservatori rappresentano ben il 46% del totale e coprono addirittura il 77% dell’offerta didattica. Ma raccolgono solo 1 iscritto su 3. Una quota simile si registra nelle Accademie di Belle Arti che, pur con un numero inferiore di corsi, contano il 35% degli studenti.

A raccogliere più iscritti in assoluto è però l’area della “Progettazione e arti applicate”, legata alle professioni creative e ai percorsi connessi alle tecnologie digitali, che include, tra le altre, le discipline del design, del cinema e delle arti multimediali: pur coprendo l’11% dei corsi, coinvolge il 41% degli studenti.
La spinta internazionale
Non solo dall’Italia. Perché uno degli elementi che caratterizzano maggiormente questi percorsi formativi è la loro vocazione internazionale: oggi, nelle AFAM, il 16% del corpo studentesco è straniero. Ben il 50% arriva dalla Cina, con quasi 7mila giovani iscritti soprattutto ai percorsi artistici. E di questi studenti, quasi quattro su dieci scelgono la Lombardia - seguita a distanza da Lazio e Toscana - per formarsi.