
Le truffe legate al Bonus Cultura continuano. Scoperta dalla polizia, con un'indagine coordinata dalla procura di Firenze ed estesa in altre regioni, una nuova frode.
Dopo il caso di centinaia di 18enni derubati nel 2024, è stato scoperto un nuovo sistema complesso e ben organizzato che avrebbe permesso di sottrarre migliaia di euro a molti giovani, clonando i loro Spid e creando un vero e proprio "mercato nero" dei voucher.
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Le denunce
Le vittime della truffa sono 70 ragazzi appena diciottenni che, nell’estate del 2023, hanno presentato denuncia dopo essersi visti sottrarre il proprio Bonus Cultura.
Da lì, è partita una complessa indagine coordinata dalla Procura di Firenze e condotta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Toscana, che ha svelato una frode informatica di proporzioni gigantesche.
Le accuse sono pesanti: frode informatica, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e riciclaggio dei proventi illecitamente percepiti.
Il piano criminale: Spid "paralleli" e fatture false
Il modus operandi dei criminali era a dir poco ingegnoso e, purtroppo, efficace.
I truffatori riuscivano a sottrarre l'importo disponibile nel portafoglio del Bonus Cultura dei ragazzi tramite l'illecita attivazione di Spid "paralleli". Una volta in possesso di queste identità digitali clonate, accedevano alla piattaforma in sostituzione degli aventi diritto.In questo modo, realizzavano i voucher del Bonus Cultura e li utilizzavano presso esercizi commerciali che erano, ovviamente, gestiti da loro stessi. Per completare la truffa, emettevano poi fatture elettroniche false per ottenere dal Ministero della Cultura rimborsi a fronte di beni e servizi che, in realtà, non erano mai stati venduti.
Un raggiro nazionale e il blocco dei rimborsi illeciti
Le verifiche condotte dalla Polizia Postale di Firenze, estese su scala nazionale, hanno fatto però emergere una situazione ancora più grave del previsto. Sono state rilevate oltre 2.500 identità digitali irregolari, utilizzate per emettere circa 2mila voucher Bonus Cultura, tutti validati da ben 7 esercenti fittizi dislocati in diverse Regioni italiane.
L'operazione si è conclusa con dieci denunce e altrettante perquisizioni, durante le quali sono stati sequestrati numerosi dispositivi informatici, oltre a password e pin di numerose carte di servizi intestate a terze persone.
Gli accertamenti dei poliziotti cibernetici hanno comunque permesso al Ministero della Cultura di sospendere, in via cautelare, i rimborsi illecitamente richiesti, evitando così l'aggravarsi di un danno economico che, purtroppo, era già stimato in circa 400mila euro.
Durante le perquisizioni, gli inquirenti hanno "rinvenuto numerosi riscontri a corroborare l'ipotesi investigativa, come credenziali Spid, firme digitali, apparecchi Pos, conti correnti e carte utilizzati per perpetrare la frode".