Lines e Tampax
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con Lines e Tampax
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emma marroneA scuola non si imparano solamente la storia, la geografia, la matematica. La scuola è il posto in cui ci si confronta con gli altri e si inizia a riflettere su argomenti importanti come la parità di genere, affrontando quegli stereotipi e luoghi comuni che la rendono ancora un traguardo non raggiunto.
Magari, con l’aiuto di ospiti d’eccezione che si impegnano da sempre nella lotta contro le discriminazioni.
Questo è l’obiettivo di “L’ora di cambiare”, un ciclo di lezioni - che si colloca all’interno di Domande Scomode @School di Lines e Tampax, il programma per la corretta informazione sulle tematiche legate alla pubertà e all’adolescenza - guidato dalla sociologa Silvia Semenzin che spinge le nuove generazioni al dialogo su ciò che va cambiato per creare una società moderna più giusta e paritaria.

La sorpresa che ha riguardato alcune classi di Roma, Napoli e Milano è stata la partecipazione di Emma Marrone in persona! L’artista è infatti da sempre in prima linea contro i pregiudizi di genere e contro fenomeni come l’hate speech, il body shaming, il cyberbullismo e altri che, purtroppo, affliggono la vita di tante persone.
Grazie a lei, i ragazzi e le ragazze hanno potuto riflettere su alcuni concetti importanti che riguardano prima di tutto il rispetto della diversità e dell’unicità degli esseri umani.

Eccoli, riassunti in 10 punti che noi di Skuola.net abbiamo considerato imperdibili e che abbiamo voluto condividere anche con te che stai leggendo. Così, anche se non eri in classe con Emma quella mattina di scuola, potrai riflettere insieme a noi sulle idee che ha scambiato con gli studenti presenti. E non perderti qualche “chicca” che ti farà anche sorridere!

    1. GenZ Power: i giovani possono davvero cambiare le cose
    Se è vero che siamo ancora lontani dall’abbattere del tutto gli stereotipi legati al genere e alla sessualità, non vuol dire che dobbiamo rimanere in disparte a subire questo stato di cose. Ognuno di noi, nel proprio piccolo, può dare il suo contributo. Ne è convinta Emma, che apre la lezione con un messaggio importante: cambiare le cose è ancora possibile, passo dopo passo, anche nelle nostre giornate a scuola e tramite quello che condividiamo sui social network. “I primi a dover cambiare dentro, a dover cambiare le regole del gioco e a cambiare il panorama delle idee siamo proprio noi!

    2. La scuola è anche il luogo dove iniziare il cambiamento
    Voi ragazzi avete molto più potere di quanto pensate” sostiene Emma. Infatti l’ambiente scolastico è quello giusto per iniziare a discutere di tematiche importanti, proprio perché anche qui possono nascere insidie come il bullismo, il razzismo, il revenge porn. Ma è proprio a scuola che bisogna imparare a relazionarsi correttamente e a “seminare un po’ più ottimismo e di regole di buona educazione e di rispetto nei confronti del prossimo”.

    emma marrone

    3. Etichettare qualcuno vuol dire discriminare
    Ne sentiamo spesso parlare, ma forse non a tutti è chiaro che cos’è, precisamente, uno stereotipo. È Silvia Semenzin a darne la corretta definizione: si tratta di una ”etichetta” - spiega la sociologa - “che si usa per descrivere delle caratteristiche di gruppi o categorie di persone”. Uno stereotipo può quindi riguardare tante dimensioni, come la nazionalità, il genere, la politica, la sessualità, la religione, ed è quindi un modo di vedere gli altri che tende a “semplificare l’essere umano”, a ridurne la complessità. Tante volte, perciò, gli stereotipi sono fonte di discriminazione. Pensiamo, ad esempio, ai luoghi comuni sulle persone del Sud “che non hanno voglia di lavorare”, o sulle persone rom che “vogliono solo rubare”: sono una serie di credenze che non solo sono false, ma che tendono anche a rinforzare quelle idee negative verso ciò che si considera “diverso”.
    Se noi basiamo le nostre azioni e idee solo su queste informazioni” - afferma Silvia Semenzin - “quello che rischiamo di fare è di perderci l’universo che c’è dietro ogni individuo e dietro ogni storia. Perché gli stereotipi ci raccontano solo una storia parziale degli altri o di un gruppo di persone”.

    4. Stereotipi di genere, non è biologia!
    Lo stereotipo, tuttavia, è un’idea che si radica nella cultura, ma proprio perché tale può essere messo in discussione. Il più difficile da gestire è forse quello “di genere”, legato cioè alle differenze tra uomo e donna, in quanto spesso chiama in ballo le diversità “biologiche” tra i due sessi. La verità è che, con questo preconcetto, si rischia di fare molta confusione. “Molti di questi stereotipi crediamo siano biologicamente determinati, ma sono in realtà un problema culturale”, dice Silvia Semenzin.
    Qualche esempio? “Gli uomini sono forti, le donne sono deboli”, oppure “Gli uomini non piangono altrimenti sono femminucce”, oppure “Un ragazzo che esce con tante persone è un fico, una ragazza che esce con molti… non diciamo cos’è”. “Questi si chiamano doppi standard - spiega la sociologa - sono stereotipi per cui, ad esempio, un uomo deve sentire un desiderio sessuale illimitato e una donna assolutamente no. Ovviamente non c’è niente di più sbagliato”.

    5. La parità di genere, questa sconosciuta
    Emma, lo sappiamo, è una cantante famosa, anzi famosissima. Una tipa “tosta” che si è sempre data da fare per conquistare ciò che voleva. E che è riuscita ad arrivare al successo. In un ambiente, quello della musica e dello spettacolo, che per chi lo vive dall’interno è a volte molto diverso da come appare a chi lo osserva come spettatore. L’artista racconta infatti che questo mondo così ammirato, così come tanti altri, è lontano dall’aver sconfitto completamente gli stereotipi.

    6. Andare a scuola può pesare, ma la cultura aiuta a combattere gli stereotipi di genere
    Una cosa che mi ha sempre liberata da questa situazione è la cultura” afferma Emma in riferimento al persistere di certi luoghi comuni. Eh sì, anche la famosa cantante andava a scuola e a volte anche a lei pesavano i compiti e le interrogazioni. Ma, pure se a volte “bigiava” le lezioni, non può che ricordare ai ragazzi in ascolto che, se oggi è la persona che è, lo deve anche allo studio. Una persona che sa argomentare e sa difendersi dalle discriminazione, combattendo l’ignoranza che spesso è alla base di certi pregiudizi. Chi non vorrebbe avere la sua determinazione?

    7. Tutti noi possiamo intervenire per difendere chi è più debole (senza pestare nessuno)
    Più cose conosciamo, più possiamo difenderci dall’ignoranza di chi discrimina. Ma questo non è il solo vantaggio. Perché grazie alla corretta informazione si può aiutare il prossimo, in particolare i più fragili, ad avere un riscatto. Di questo è certa Emma, che incoraggia gli studenti a intervenire anche in difesa di chi è vittima di ingiustizia.
    Il fatto che non succeda personalmente a noi, non significa che non possiamo fare del nostro per aiutare altre persone”, afferma Emma. Che racconta anche la sua esperienza, soprattutto in merito agli attacchi che, come personaggio famoso, riceve sui social network. “Io ho le spalle larghe, me ne frego e vado avanti” - continua Emma - “ma magari un vostro amico o un vostro compagno di scuola viene attaccato continuamente: in questo caso voi potete intervenire”.
    Intervenire significa parlare” - chiarisce la cantante - “ce lo siamo dimenticato: le parole hanno un peso. E possono incidere su un altro essere umano.”

    emma marrone

    8. Il cambiamento non deve fare paura: non siamo più nelle caverne con la clava!
    Chi ha paura del cambiamento? Certo, dire ciò che si pensa e agire per rivoluzionare le credenze può far crescere dei timori. Questo perché, a volte, ci sentiamo più sicuri a considerare le cose come siamo abituati a vederle da sempre. Ma il mondo sta cambiando, ci ricorda Emma, e il cambiamento porta anche “grandi rinascite”. Non ci si può, quindi, fermare a concetti “preistorici”, proprio perché viviamo in un tempo che sta cercando di evolversi, in cui si sta lavorando per accettare sempre di più le diversità. Certo, è vero, la strada da fare è ancora lunga...

    9. Basta dire: “Un maschio che ha tante partner è un figo, una femmina è una...“
    Uno degli stereotipi forse più comuni, come già accennato, è quello che riguarda la vita sessuale di uomini e donne. Chi non ha mai sentito definire “macho”, “fico” un ragazzo che frequenta più ragazze? E chi non ha mai sentito dare della “poco di buono” a una ragazza con un’identica attività sessuale? Quello che sfugge a tante persone, secondo Emma, è che la sessualità femminile ha il diritto di essere vissuta a pieno quanto quella maschile, senza la “condizione” di un fidanzamento, di un matrimonio o comunque di una coppia stabile.

    10. Un ragazzo non può piangere… la discriminazione di genere non riguarda solo per il sesso femminile
    A volte pensiamo che i luoghi comuni sul genere riguardino solo le donne. In realtà non è così: anche i ragazzi, o gli uomini in generale, devono spesso sottostare a una visione sociale non sempre adatta a valorizzare le diversità e l'unicità di ognuno. Ad esempio, nello sport c’è chi pensa che esistono ancora discipline “da maschio” o “da femmina”. E chi va contro questi modelli, spesso, si trova criticato o giudicato, o addirittura preso di mira, con gravi conseguenze psicologiche.
    Chi dice che solo le ragazze possono giocare a pallavolo, e che viceversa solo i ragazzi siano adatti al calcio? “Il problema sta nell’ignoranza degli altri, negli stereotipi” dice Emma, esortando gli studenti a seguire le proprie passioni e la felicità personale.
    Un concetto ribadito anche da Silvia Semenzin, secondo cui non devono esistere “ruoli di genere” perché “un ragazzo che piange, bacia un amico o si trucca non è meno maschio per questo”. Né c'è la necessità, come afferma Emma, di dover stare “nella casella del maschio o della femmina”. L’importante è sentirsi liberi di essere come si è, combattendo ogni giorno, facendo gruppo e dicendo quello che si pensa, in qualsiasi genere ci si riconosca.

    10+1: Studiate, ragazzi, per essere liberi e combattere le ingiustizie
    Con questi 10 punti, grazie a Emma e Silvia Semenzin, abbiamo dunque imparato alcuni concetti non banali per aprire le nostre menti, imparando come poter combattere gli stereotipi. Ma forse il messaggio più importante che l’artista, in conclusione dell’incontro, vuole condividere con i ragazzi è quello che riguarda il ruolo dell’istruzione, visto come punto di partenza per combattere ciò che non piace della realtà in cui viviamo. Perché solo studiando, informandosi e allargando le proprie conoscenze si avranno gli strumenti per crescere e diventare persone libere dai pregiudizi: “Iniziate da ora a mettere le fondamenta non per diventare le migliori persone del mondo, ma delle brave persone!”.

Domande Scomode @School

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