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contratto firmato

Si chiama Emanuele Frontoni, è professore universitario a Macerata e ha regalato il primo smartphone alla figlia di 12 anni, ma solo dopo averle fatto firmato una specie di contratto.

Sì, proprio un accordo in piena regola, composto da una lista di 18 regole scritta con la moglie, piene di buon senso, affetto e una grande dose di ironia.

L’ha pubblicata su Facebook, ed è diventata virale. Una frase su tutte? "Il telefono appartiene ai tuoi genitori. L’abbiamo acquistato noi. Te lo stiamo prestando".

Indice

  1. Regole, sì. Ma con affetto
  2. Genitori tra ansie e blackout digitali

Regole, sì. Ma con affetto

L’elenco del papà/docente parte dal principio fondamentale: lo smartphone non è un diritto, ma una responsabilità. E si snoda tra consigli pratici, principi etici e persino spunti musicali.

Ecco alcuni dei 18 punti del "contratto", decisamente vincolanti:

  • "Saremo sempre a conoscenza della password."

  • "Il telefono non viene a scuola. Parla con i tuoi amici di persona. È importante."

  • "Non usare la tecnologia per mentire, imbrogliare o deludere un altro essere umano."

Altri, invece, sembrano piccoli moniti per la vita:

  • "Tieni gli occhi bene aperti. Guarda il mondo che ti circonda. Affacciati alla finestra."

  • "Non c’è bisogno di documentare ogni cosa. Vivi le tue esperienze."

  • "Lascialo a casa ogni tanto. Non è un’estensione del tuo corpo."

Il contratto si chiude con una promessa: "Infrangerai le regole. Ti confischeremo il telefono. Ci metteremo tranquilli e ne parleremo. Ricominceremo. Impareremo insieme. Noi stiamo dalla tua parte."

Non solo, dunque, un elenco di divieti ma anche un invito a crescere, sbagliare e magari ripetere gli errori anche più e più volte. 

Genitori tra ansie e blackout digitali

Il gesto di Frontoni arriva in un momento in cui tanti genitori italiani vivono lo smartphone come una minaccia più che uno strumento.

Lo dimostra l’indagine “I fabbisogni di alfabetizzazione mediatica e digitale” presentata da AgCom: 13 genitori su 100 vietano del tutto l’uso del cellulare, di Internet e dei social ai figli minorenni. Un blackout totale, insomma, che convive però con l’estremo opposto: quasi il 5% dei genitori lascia ai figli libertà totale, senza alcuna vigilanza.

Nel mezzo, un’Italia piena di sfumature:

  • L’11,9% consente l’accesso solo dai propri dispositivi

  • Il 22,8% impone limiti di tempo giornalieri

  • Il 19,6% stabilisce fasce orarie di utilizzo

E non manca chi continua a usare lo smartphone a tavola, una consuetudine ancora viva per il 20% dei ragazzi tra i 6 e i 34 anni.

Data pubblicazione 4 Luglio 2025, Ore 15:30 Data aggiornamento 4 Luglio 2025, Ore 17:41
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